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gusto Cannata:

«

La morale tradizionale con–

danna l'uso del sesso tra non coniugati; ma,

a mio parere, questo principio trova la sua

base nel fatto che a un bambino occorre un

ambiente familiare normale , e la presenza di

entramb i i genitori: donde l'esigenza che i fi–

gli

nascano " nel matrimonio

".. .

Qualora

dunque l'uso del sesso sia possibile con la cer–

tezza

di

non dare luogo a gravidanza,

il

fondamento della condanna del rapporto ses–

suale fra non coniugati cade

».

In questa atmosfera di confusio ne e di

disastro ritornano insistentemente le voci cir–

ca l'intenzione di Paolo VI di ripetere il

gesto

di

Celestino V, molto prossimamente o

al compimento del suo 7.5° anno. Si parla di

ragioni

di

salute, ma molto più di una abba–

stanza trasparente

«

angoscia dell'autorità

»

che tormenterebbe

il

Papa, stretto fra le con–

traddizioni insuperabili in cui si dibatte la

Chiesa dopo

il

nuovo corso aperto dal Con–

cilio. Il Pontefice sarebbe tornato dal viag–

gio in Colombia

«

stremato

»

e vivrebbe

«traumatizzato».

Il

Vaticano non ha mai

smentito la notizia dell'esistenza di un docu–

mento che Paolo VI avrebbe redatto di sua

mano prima di sottoporsi all'operazione chi–

rurgica alla prostata, per disporre , in caso di

diminuita o alterata capacità di efficiente go–

verno,

il

«

trapasso dei poteri

»

a colui che

il

Sacro Collegio avesse ritenuto più idoneo

a dirigere la Chiesa.

È

verosimile che tali con–

dizioni si verificherebbero per senescenza do–

po i 75 anni, come proprio a parere di Paolo

VI si verifica per i vescovi, che al raggiun–

gimento di quel limhe di età sono stati in–

vitati a presentare le dimissioni.

Si

SONO AVUTI

in

settembre due severi e

allarmati interventi del Pontefice per ten–

tare di riportare un po' di ordine nel caos.

In un aspro e polemico discorso pronunciato

l' 11 settembre a Castelgandolfo ha attaccato

i

«

cattolici della contestazione

»,

definendoli

«

ruscelli che non fanno fiume

»

e

«

tempe–

ramenti indocili e superficiali

».

Dopo un elo–

gio del

«

pluralismo delle forme di apostolato

e di spiritualità», dell'apprezzabile

«

sponta–

neità di pensiero e di azione che ha invaso

molti figli della Chiesa» e dei gesti« di libe–

razione verso consuetudini stanche e diven–

tate irrazionali

»,

Paolo VI ha improvvisa–

mente mutato registro. Ha avuto espressioni

quasi sarcastiche per i

«

fervorosi cenacoli

»

che

«

simpatizzano con gli est ranei e con gli

Sergw Quinzio

avversari

»,

nei quali c'è gente

«

che difetta

di integrità dottrinale e di vissuta carità so•

ciale e familiare

».

La maggiore accusa che

ha rivolto a questi gruppi

è

perlomeno stra–

na in bocca a un Papa :

«

Osano talvolta at–

tribuirsi vocazione e persino virtù carisma–

tica

»,

come se i carismi, i

doni

dello Spirito

Santo, non fossero una certezza cristiana.

Tre soli giorni più tardi il Papa

è

ritornato

sullo stesso argomento, tuonando contro

i

«

cattolici disobbed ienti

»

i quali, a quanto

pare, non gli appaiono soltanto come

«

ruscel–

li

che non fanno fiume

».

Essi vorrebbero

«

non già riforme ma rivolgimenti, che cre–

dono di poter da sé autorizzare e che giudi–

cano tanto più geniali quanto meno fedeli e

coerenti con la tradizione , cioè con la vita

della Chiesa, canto più ispirati quanto meno

conformi all'autorità e alla disciplina della

Chiesa stessa, e ancora tanto più plausibili

quanto meno differenziati dalla mentalità e

dal costume del secolo ». Contro le sue abi–

tudini, Paolo VI ha precisato di riferirsi a

fatti come l'occupazione di chiese , le pro–

teste collettive e concertate contro l'encicli–

ca, la propaganda a favore della giustificazio–

ne teologica della violenza, la contestazione

globale, la partecipazione al culto eucaristico

protestante. Il Papa mostra di attribuire tutto

ciò a un

«

acido spirito di critica negativa

e abituale»; ma è chiaro che ques ta inter–

pretazione minimizzatrice è inconsistente e

inaccettabile. La realtà

è

che la Chiesa, bloc–

cata fino a ieri dalla chiusura,

è

oggi blocca–

ta dall'apertura. Anche la nuova via si

è

rive–

lata insomma senza sbocco.

Lo

dicono ormai

anche quelli che l'avevano autorevo lmente p~–

trocinata, facendo almeno implicitamente la

loro autocritica: Maritain, Daniélou, Congar,

Van Balthasar, De Lubac.

La questione della pillola

è

solo un par–

ticolare

punctum dolens

di una situazione di

sfaldamento della Chiesa. Non si tratta di

impulsi eretic i, ma di un generale sgretola–

mento che cristianamente può essere inter–

pretato solo nella prospettiva profet ica ed

escatologica del « tempo della fine ». Tra–

spaiono dovunque preoccupazioni

politiche

per le conseguenze della proclamazione della

verità, piuttosto che per ]a verità . La verità

religiosa

è

diventata indicibile. La via che

prevedibilmente si apre ora alla Chiesa, doP!)

tante paurose oscillazioni fra gli estremi, è

quella, non facile, della ricerca di una posizio–

ne mediana. Si danno già, in questo senso, in-