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G1uDICATA come documento del supre–

mo magistero della Chiesa, la

Humanae vitae

appare come una cristianamente giusta affer–

mazione del significato sacrale della vita uma–

na, fatta però nel modo più debole e confu–

so possibile.

Com'è noto, Paolo VI aveva ereditato dal

predecessore l'esistenza di una commissione di

teologi, medi'ci e scienziati incaricati di esa–

minare il problema della sessuali tà nel matri –

monio e della regolazione delle nascite, che

era stata istituita da Giovan ni XX III nel

1963. Paolo VI aveva riformato e integrato

più volte la commissione, includendovi an–

che coppie di sposi e facendo raccogliere opi–

nioni e proposte in ogni parte del mondo.

Questa stessa realtà aveva determinato certe

precise e ampie conseguenze. Il cardinale bel–

ga Suenens ad esempio, nell'ambito dell'uni–

versità di Lovanio, aveva promosso (in real–

già

alcuni anni

prima) studi sui farmaci

anticoncezionali e corsi per l'educazione dei

coniugi cristiani che prevedevano

il

loro im–

piego. In Sudamerica numeros i vescovi e sa–

cerdoti, conoscendo per diretta esperienza

i

drammi legati ad una smisurata progressione

demografica, si erano dedicati a programmi

educativi e pratici concerne nti ]a regolazione

delle nascite.

Nei lunghi anni dell'incertezza,

i

confesso–

ri si regolavano dapprima ciascuno a suo mo–

do , ma via via, certo non casualmente, con–

vergevano verso una larghezza che si manife–

stava sotto la forma dell'indifferenza circa

il

comportamento sessuale dei penitenti. Illustri

teologi e confessori, come padre Bernard H3-

ring, davano esplicitamente per ormai risolto

il problema nel senso più favorevole ai co–

niugi. A norma dei canoni,

il

cattolico pote–

va perciò sulla base della

opinio gravis docto–

ris

ricorrere alla pillola senza alcun carico di

coscienza, e, a rigore, tuttora lo può. Tutto

lasciava chiaramente intendere, comprese al–

cune dichiarazioni del Papa, che l'uso della

pillola (significativamente diventata nel frat–

tempo, in una certa sua versione, catto lica)

sarebbe stato esplicitamente autorizzato.

Nei giorni precedenti la pubblicazione del–

l'enciclica, quando già evidentemente erano

trapelate notizie circa gli orien tamenti vati–

cani, la stampa prevedeva una conferma del–

la dottrina tradizionale con qualche tempera–

mento che consentisse deroghe e introduces–

se criteri più elastici in relazione a particolar i

situazioni sociali, econom iche, sanitarie. La

Sergio Quinzio

stessa enciclica informa dei contrasti sorti in

seno alla ·commissione consultiva.

Lo

stesso

Pontefice si rende conto che la dottrina af–

fermata o riaffermata

«

appar irà facilmente a

molti di difficile o addiri ttura impossibile at–

tuazione

».

Monsignor Ferdinando Lambru–

schini, docente all'università Lateranense e

membro della commissione, proprio nel pre–

sentare alla scampa la

Humanae vitae

ne ha

chiaramente limitato la portata, aprendo già

la prospettiva ad eventuali ulteriori ripensa–

ment i: ha spiegato infatt i che si tratt a di un

«

pronunciame nto autentico

»

ma non di una

decisio ne

«

infallibile

»

e

«

irreformab ile

».

Insomma, a ripercorrere fino a questo punto

la storia del problema negli anni del dopo–

guerra, ci si trova di fronte a tutto un susse–

guirsi di tentativi incerti e spesso penosi di

risolverlo in modo da conciliare il tradizio–

nale insegnamento cattolico con le esigenze

imposte dalla realtà contemporanea (si veda:

«

Rinnovamento teologico e morale coniuga–

le»,

Tempo presente,

giugno 1963 ) .

Pubblicata la

Humanae vitae,

dinanzi al-

1

'immediato manifestarsi di polemic he e ad–

dirittura di ribellioni, lo stesso Pontefice

1

se–

guendo una prassi certo inconsueta,

è

ripetu–

tamente interve nuto per spiegare i motivi

che lo avevano indotto alla condanna dei me–

todi anticoncezio nali. Già il 31 luglio, rivol–

gendosi ai fedeli partecipa nti a un'ud ienza ge–

nerale a Caste lgando lfo, ha par laìo del gran–

de travagUo spirituale attraverso il quale era

giunto alla

«

severa e ardua

»

decisione :

«

Quante volte - ha detto - abbiamo avu–

to l'impre ssione di essere quasi soverchiati dal

cumulo delle documentazioni , e quante vol–

te, umanamente parlando, abbiamo avvertito

l

1

inadeguarez za della nostra povera persona

al formidabile obbligo apostolico di dover–

ci pronunciare al riguardo; quante volte ab–

biamo trepidato davanti al dilemma di una

facile condiscende nza alle opinio ni correnti ,

ovvero di una sente nza male sopporta ta dalla

odierna società, o che fosse arbitrariamente

troppo grave per la vita coniugale.. Sapeva–

mo delle discuss ioni accese con tanta passione

ed anche con tanta autorità su questo impor –

tantissimo tema; sentivamo le voci fragorose

dell'opin ione pubblica e della stampa; ascol–

tavamo quelle tenui ma assai penetranti del

nostro cuore di padre e

di

pastore». In que–

sta tensione angosciata Paolo VI ha finito con

l'accogliere la tesi della minoranza, sostenu–

ta da alcuni esperti della commissione con