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38o

R I N A S C I T A

elusa in gloria del Signore. Al questionario per

l'Istruzione superiore un quesito è mancato, di

massima importanza: i l quesito essenziale, di–

rei, netto e chiaro: si devono ridurre gli istituti

universitari o mantenere così come sono o even–

tualmente accrescere? Nessuno, o quasi, degli in–

segnanti ha avvertito l'assenza di questa doman–

da che avrebbe dovuto essere la prima. Interèssi

locali e personali e i l pesante istinto della conti–

nuità hanno lasciato nell'oscuro questo problema

che uou sarà risoluto neppure in Parlamento dove

le frettolose cure elettorali favoriranno la ten–

denza alla moltiplicazione e non alla potatura.

Nel rispondere ai quesiti 14 e 15, se convenga

distinguere i titoli professionali da quelli scien–

tifici, non tutte le Facoltà hanno mostrato di sen–

tire quanto sia vergognosa e dannosa la perpe–

tuazione di quel conferimento di titolo dottorale

e di quella dissertazione di laurea che, salvo ra–

rissime eccezioni, resta una offesa al decoro della

ricerca scientifica. Nè quest'amara constatazione

deve valere, come alcuni vorrebbero, per le soie

Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere, perchè

altre Facoltà, compresa quella di Medicina e Chi–

rurgia, conoscono anch'esse per molteplici esempi

l'inganno o la superficialità e vacuità di quelle

dissertazioni benignamente giudicate nelle spen–

sierate e accomodanti sessioni di laurea in cui i

buoni vanno confusi coi deficienti e gli eccellenti

coi mediocri.

Altro problema formidabile è quello della ri–

cerca scientifica e sperimentale, quale si svolge

nei laboratori degli istituti universitari o in con–

nessione con i l Consiglio nazionale delle ricer–

che. Qui non si è levato abbastanza forte i l grido

«Iella protesta contro la inconcepibile insufficienza

dei mezzi finanziari destinati a un'attività che

dovrebbe essere di massimo rendimento su tutta

l'area della vita sociale; e quanto al Consiglio

nazionale delle ricerche si sono sentite, tra le

altre, voci di personali risentimenti o sconten–

tezze o diffidenze, non forse sgradite agli orecchi

«lei governo democristiano. Nell'ultima discussio–

ne sul bilancio del Tesoro abbiamo potuto ascol–

tare dalla morbida e compiaciuta eloquenza del-

Pon. Fella che i l governo accrescerà certamente

Ja dotazione del Consiglio nazionale appena esso

sia stato riformato e riordinato. La quale assi–

curazione del ministro del Tesoro mi colorì di una

piuttosto lugubre tinta le commosse parole del-

Pon. Piccioni, vicepresidente del Consiglio dei mi–

nistri, che nell'assemblea plenaria del O. N.

l i

del 1° giugno '49 dichiarava di « essere rimasto

toccato nel profondo dello spirito » nel sentire il

presidente on. Colonnelli « accennare come una.

delle prospettive che si aprono nel campo del

C. N. R. sia costituita anche dalle ricerche uma–

nistiche vere e proprie per far sì che i l progresso

scientìfico si rinsaldi e si colleghi strettamente

con quello che deve essere i l progresso morale e

umano della società moderna ». Quando gli uo–

mini più capaci e autorevoli della Democrazia

cristiana si commuovono c'è da pensare che i l

Padre (Eterno stia per mandare qualcuna di quelle

contrarietà onde suole mettere a prova la fermez–

za dell'animo nostro. Ohe si pensa di fare, dun–

que, del O. N; R. ? E in che consisterà questa

riforma che porterà con sè una maggiore dota–

zione e un provvidenziale apporto di cultura uma–

nistica e di progresso morale? Si pispiglia che

si pensa dar vita a una euperaccademia,

a

una specie di Accademia d'Italia, ma più sostan–

ziosa di valori scientifici e morali, magari col rin–

novato titolo di eccellenza, ma senza più le livree

e le vistose decorazioni mussoliniane ; un'Acca–

demia dove l a brillante scapataggine fascista si

converta in una composta e quasi sacerdotale se–

renità di profittevole scienza.

He

veramente tale

innovazione sìa nei propositi del governo De tìa-

speri e sorrida all'arguto

e

operoso spirito del-

Pon. Gonella, non ci sarebbe da stupirsene: che

lo stupore adesso per certe cose sarebbe indìzio

di letargo o di alienazione mentale.

Una

risposta quasi concorde, cui non saprei

contraddire, indica tra i maggiori rimedi all'af–

follamento universitario la severità degli esami:

e

prima di tutto degli esami nelle scuole secon–

darie. Dell'esame, nell'aula parlamentare

e fuori,

non mancano accesi e risoluti nemici i quali ne

conoscono gli inconvenienti — che esistono vera–

mente — ma ignorano a che altro,-si possa ricor–

rere

per valutare la capacità e i l profitto degli

alunni, Nè un vaporoso dottrinarismo pedagogico

nè le facezie dell'on. Galosso bastano a creare il

contravveleno del pubblico esame. Quanti procla–

mano la funzione, educativa della scuola hanno

certamente ragione : e i l maestro dovrebbe essere

continuamente un educatore. Ma quando si af–

ferma che l'esaminatore deve anche valutare il

carattere dell'alunno, si richiede quell'occhio

cli–

nico che soltanto una naturale o celeste Provvi–

dènza concede agli uomini: oppure bisognerà

ras–

segnarsi ad attendere che la pedagogia scientifica

americana trovi meccanismi precisi di'rilievi psi–

cologici o che una felice condizione dell'umanità

permetta di ridurre l'esame a una confidente e

penetrante convereazione tra esaminatori e can–

didati lungo gli ombrosi viali dei pubblici giar–

dini. Fino a che questo Paradiso educativo non

sia scoperto dovremo ricorrere all'antico e gros–

solano accertamento dell'esame : a cui -— giacché

bisogna ingoiarla questa amara medicina —- dob–

biamo assicurare la efficacia del farmaco, che sia

tempestivo

e

giovevole. Tempestivo, ho detto. E

infatti la norma costituzionale prescrive Pesame

di Stato non solo per il compimento degli studi

ma per i passaggi da un ordine all'altro e da un

grado all'altro di scuola. L a selezione a cammino

inoltrato può essere una esecuzione sommaria, e

crudele di energie umane: le quali vanno asse–

state, non distrutte. E all'assestamento dovranno

provvedere, come da tante voci si reclama ora–

mai, le scuole di specializzazione tecnica di tipo

industriale, agrario, commerciale, nautico: senza

le quali non avrà sfogo la istruzione pr imola e

non avrà riparo la obesità universitaria. Perchè

le arti liberali siano veramente in onore occorre

siano onorate anche le arti minori. Non

è

solo

problema scolastico, questo : è grave e urgente

problema sociale di cui oggi vediamo tutta la mi–

nacciosa imponenza. Le grandi crisi economiche

sono rovinose per le vittime che ingoiano, ma sono

salutari in quanto rivelano i moti costruttivi e

quelli distruttivi della vita sociale. Tra i fattori

distruttivi

i non esito a dirlo — sono le scuole

classiche: i ginnasi e i licei che hanno dominato

nelle sfere della grande, della media e della pic–

cola borghesia, avvelenando anche gli strati in

fortori. E hanno preparato la tragedia del ceto

medio italiano, i l quale nelle sue case prolifiche

e impoverite ha lo studente universitario o i l di–

plomato o i l laureato, e non ha i l tecnico, i l mec-