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R I N A S C I T A
elusa in gloria del Signore. Al questionario per
l'Istruzione superiore un quesito è mancato, di
massima importanza: i l quesito essenziale, di–
rei, netto e chiaro: si devono ridurre gli istituti
universitari o mantenere così come sono o even–
tualmente accrescere? Nessuno, o quasi, degli in–
segnanti ha avvertito l'assenza di questa doman–
da che avrebbe dovuto essere la prima. Interèssi
locali e personali e i l pesante istinto della conti–
nuità hanno lasciato nell'oscuro questo problema
che uou sarà risoluto neppure in Parlamento dove
le frettolose cure elettorali favoriranno la ten–
denza alla moltiplicazione e non alla potatura.
Nel rispondere ai quesiti 14 e 15, se convenga
distinguere i titoli professionali da quelli scien–
tifici, non tutte le Facoltà hanno mostrato di sen–
tire quanto sia vergognosa e dannosa la perpe–
tuazione di quel conferimento di titolo dottorale
e di quella dissertazione di laurea che, salvo ra–
rissime eccezioni, resta una offesa al decoro della
ricerca scientifica. Nè quest'amara constatazione
deve valere, come alcuni vorrebbero, per le soie
Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere, perchè
altre Facoltà, compresa quella di Medicina e Chi–
rurgia, conoscono anch'esse per molteplici esempi
l'inganno o la superficialità e vacuità di quelle
dissertazioni benignamente giudicate nelle spen–
sierate e accomodanti sessioni di laurea in cui i
buoni vanno confusi coi deficienti e gli eccellenti
coi mediocri.
Altro problema formidabile è quello della ri–
cerca scientifica e sperimentale, quale si svolge
nei laboratori degli istituti universitari o in con–
nessione con i l Consiglio nazionale delle ricer–
che. Qui non si è levato abbastanza forte i l grido
«Iella protesta contro la inconcepibile insufficienza
dei mezzi finanziari destinati a un'attività che
dovrebbe essere di massimo rendimento su tutta
l'area della vita sociale; e quanto al Consiglio
nazionale delle ricerche si sono sentite, tra le
altre, voci di personali risentimenti o sconten–
tezze o diffidenze, non forse sgradite agli orecchi
«lei governo democristiano. Nell'ultima discussio–
ne sul bilancio del Tesoro abbiamo potuto ascol–
tare dalla morbida e compiaciuta eloquenza del-
Pon. Fella che i l governo accrescerà certamente
Ja dotazione del Consiglio nazionale appena esso
sia stato riformato e riordinato. La quale assi–
curazione del ministro del Tesoro mi colorì di una
piuttosto lugubre tinta le commosse parole del-
Pon. Piccioni, vicepresidente del Consiglio dei mi–
nistri, che nell'assemblea plenaria del O. N.
l i
del 1° giugno '49 dichiarava di « essere rimasto
toccato nel profondo dello spirito » nel sentire il
presidente on. Colonnelli « accennare come una.
delle prospettive che si aprono nel campo del
C. N. R. sia costituita anche dalle ricerche uma–
nistiche vere e proprie per far sì che i l progresso
scientìfico si rinsaldi e si colleghi strettamente
con quello che deve essere i l progresso morale e
umano della società moderna ». Quando gli uo–
mini più capaci e autorevoli della Democrazia
cristiana si commuovono c'è da pensare che i l
Padre (Eterno stia per mandare qualcuna di quelle
contrarietà onde suole mettere a prova la fermez–
za dell'animo nostro. Ohe si pensa di fare, dun–
que, del O. N; R. ? E in che consisterà questa
riforma che porterà con sè una maggiore dota–
zione e un provvidenziale apporto di cultura uma–
nistica e di progresso morale? Si pispiglia che
si pensa dar vita a una euperaccademia,
a
una specie di Accademia d'Italia, ma più sostan–
ziosa di valori scientifici e morali, magari col rin–
novato titolo di eccellenza, ma senza più le livree
e le vistose decorazioni mussoliniane ; un'Acca–
demia dove l a brillante scapataggine fascista si
converta in una composta e quasi sacerdotale se–
renità di profittevole scienza.
He
veramente tale
innovazione sìa nei propositi del governo De tìa-
speri e sorrida all'arguto
e
operoso spirito del-
Pon. Gonella, non ci sarebbe da stupirsene: che
lo stupore adesso per certe cose sarebbe indìzio
di letargo o di alienazione mentale.
Una
risposta quasi concorde, cui non saprei
contraddire, indica tra i maggiori rimedi all'af–
follamento universitario la severità degli esami:
e
prima di tutto degli esami nelle scuole secon–
darie. Dell'esame, nell'aula parlamentare
e fuori,
non mancano accesi e risoluti nemici i quali ne
conoscono gli inconvenienti — che esistono vera–
mente — ma ignorano a che altro,-si possa ricor–
rere
per valutare la capacità e i l profitto degli
alunni, Nè un vaporoso dottrinarismo pedagogico
nè le facezie dell'on. Galosso bastano a creare il
contravveleno del pubblico esame. Quanti procla–
mano la funzione, educativa della scuola hanno
certamente ragione : e i l maestro dovrebbe essere
continuamente un educatore. Ma quando si af–
ferma che l'esaminatore deve anche valutare il
carattere dell'alunno, si richiede quell'occhio
cli–
nico che soltanto una naturale o celeste Provvi–
dènza concede agli uomini: oppure bisognerà
ras–
segnarsi ad attendere che la pedagogia scientifica
americana trovi meccanismi precisi di'rilievi psi–
cologici o che una felice condizione dell'umanità
permetta di ridurre l'esame a una confidente e
penetrante convereazione tra esaminatori e can–
didati lungo gli ombrosi viali dei pubblici giar–
dini. Fino a che questo Paradiso educativo non
sia scoperto dovremo ricorrere all'antico e gros–
solano accertamento dell'esame : a cui -— giacché
bisogna ingoiarla questa amara medicina —- dob–
biamo assicurare la efficacia del farmaco, che sia
tempestivo
e
giovevole. Tempestivo, ho detto. E
infatti la norma costituzionale prescrive Pesame
di Stato non solo per il compimento degli studi
ma per i passaggi da un ordine all'altro e da un
grado all'altro di scuola. L a selezione a cammino
inoltrato può essere una esecuzione sommaria, e
crudele di energie umane: le quali vanno asse–
state, non distrutte. E all'assestamento dovranno
provvedere, come da tante voci si reclama ora–
mai, le scuole di specializzazione tecnica di tipo
industriale, agrario, commerciale, nautico: senza
le quali non avrà sfogo la istruzione pr imola e
non avrà riparo la obesità universitaria. Perchè
le arti liberali siano veramente in onore occorre
siano onorate anche le arti minori. Non
è
solo
problema scolastico, questo : è grave e urgente
problema sociale di cui oggi vediamo tutta la mi–
nacciosa imponenza. Le grandi crisi economiche
sono rovinose per le vittime che ingoiano, ma sono
salutari in quanto rivelano i moti costruttivi e
quelli distruttivi della vita sociale. Tra i fattori
distruttivi
—
i non esito a dirlo — sono le scuole
classiche: i ginnasi e i licei che hanno dominato
nelle sfere della grande, della media e della pic–
cola borghesia, avvelenando anche gli strati in
fortori. E hanno preparato la tragedia del ceto
medio italiano, i l quale nelle sue case prolifiche
e impoverite ha lo studente universitario o i l di–
plomato o i l laureato, e non ha i l tecnico, i l mec-