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R I N A S C I T A

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Una inchiesta di " Rinascila „

Panorama del la cultura italiana

r I s t r uz i on e s up e r i o r e

I l 27 gennaio 1948 i l ministro della Pubblica

istruzione, on. Gonella, inaugurava i lavori de^a

Commissione nazionale d'inchiesta per la Rifor–

ma della Scuola con un meditato discorso dove

non mancava neppure l'accenno alla « diabolica

tentazione » di « una educazione totalitaria dei

giovani diretta dallo Stato e asservita ai lini dello

Stato » : con che si intendeva alludere non tanto

al la scuola Gentiliana quanto a quella bolscevica

della -Unione Sovietica dalla quale la Commi

s–

sione d'inchiesta italiana avrebbe potuto ricavare

tanti chiarimenti e tanti lumi anche in fatto di

umana civiltà e di nazionale profitto e decoro.

In quel discorso l'on. Gonella annunciava i l suo

proposito di « dar vita a un organo straordinario

capace di far luce sui rimedi più convenienti mer–

cè la precisa e completa analisi delle condizioni

effettive e attuali della nostra scuola e l'esatto

accertamento delle sue intrinseche capacità di

trasformazione- in modo da giungere alla for–

mulazione e alla motivazione di proposte atte a

sollecitare i l consenso del Parlamento e a vin–

cerne la lentezza e la riluttanza ». E gonfiando

ancora più i l pallone che aveva messo in moto

dichiarava che era stato suo intento « creare uno

strumento capace di promuovere la

Costituente

della Scuola,;

cioè di riunirla nella sue forze vive

e responsabili^ affinchè possa essa stessa volere

e definire le vie e i modi del suo rinnovamento ».

Queste forze vive e responsabili dovevano essere

in prima linea gli organi direttivi e ispettivi

della scuola, gl'insegnanti, e per quanto riguarda

l'istruzione superiore, le Facoltà universitarie. In

altri termini l'on. Gonella dava incarico all'am–

malato di diagnosticare la propria malattia e pro–

porne la cura.

In quella stessa seduta del 27 gennaio, quale

rappresentante del Partito comunista, in una di–

chiarazione preliminare osservavo che i l proble–

ma della riforma scolastica era da intendere e

da sentire come problema unitario della educa–

zione nazionale : che non esistevano problemi ri–

guardanti esclusivamente la istruzione elementare

o media o superiore : ma che dalla felice soluzione

dell'uno dipendeva la felice soluzione dell'altro.

E , adducendo uno specifico esempio, notavo la

impossibilità di risolvere i l problema della istru–

zione superiore senza- avere contemporaneamente

risoluto quello della istruzione tecnica professio–

nale: giacche una Università florida di ricerche

scientifiche, di giovanili attività selezionate, di

valenti insegnanti e assistenti, può esistere solo

quando ci siano altre non meno onorevoli ed ono–

rate e ben provvedute scuole di istruzione tecnica

e professionale, E pensavo, come tutti pensano,

che base di tutto l'edificio scolastico nazionale è

l'istruzione elementare la cui solidità ed esten–

sione assicura la costanza e l'ampiezza di ogni

altra attività intellettuale.

Nel grosso fascicolo contenente le conclusioni

dell'Inchiesta non mancano per certo rilievi di

molto interesse riguardo alla base fondamentale

della riforma : l'istruzione elementare. Qui i l ma–

teriale documentario è stato più largo e di gran

lunga più valida e avveduta la collaborazione

degli organi ispettivi e amministrativi. Per altri

ordini di scuole la scarsità o la superficialità dei

rilievi, la tendenza ad attenuare le manchevolezze

e la preoccupazione di non urtare il potere cen–

trale hanno fatto velo a molte non trascurabili

cose; e soprattutto è sfuggito ai collaboratori e

ai relatori i l complesso valore sociale di una ri

forma scolastica. Un accertamento luminoso ri–

sulta dalle relazioni dei Provveditori sulla ina–

dempienza dell'obbligo scolastico : e merita sia

conosciuto: (pag. 36) « I l primo inadempiente —

essi osservano — è lo Stato iriquale non ha creato

« finora le condizioni necessarie perchè l'obbligo

« sia assolto. Compia lo Stato i l proprio dovere

« prima di esigere che lo facciano i cittadini: e

« poi sia inesorabile nall'applicare le sanzioni.

« Nelle province ovq le condizioni edilizie e Pas-

« sistenza scolastica sono sviluppate, le diserzioni

« scolastiche sono inesistenti. In certe province

« mancano strade, mancano mezzi di trasporto,

« tut t o è ostinatamente arretrato e rudimentale:

« famiglie che devono essere aiutate per vivere e

« non hanno da sfamare i figlioli; ragazzi che ap-

« pena possono guadagnare o produrre qualche

« cosa vengono avviati al lavoro. In quelle pro-

« vince l'analfabetismo è un dramma della mi-

« seria prima che della scuola », Appunto, E non

ci sarebbe da invocare nè l'intervento dello Sta–

to, qual'è ora, e tanto meno delle Regioni quali

dovrebbero essere tra poco; ci sarebbe da invo–

care soltanto quella « diabolica tentazione » con

tro la quale faceva gli scongiuri l'on. Gonella-

Perchè solo quella diabolica tentazione riuscireb–

be a trpvare qualcosa di più dei settanta miliardi

stanziati nel bilancio corrente per l'istruzione pri–

maria e i provveditorati, e qualcosa di più dei

centocinquanta milioni assegnati quale concorso

straordinario dello Stato per i l funzionamento dei

Patronati scolastici; riuscirebbe ad accrescere di

molto i quattordici miliardi destinati all'istruzio–

ne tecnica e professionale e i cinque miliardi e

mezzo da spendere per l'istruzione superiore; e

forse giungerebbe a trovare i tanti quattrini che

ci vogliono per attuare quella scuola unica obbli–

gatoria post-elementare che la Costituzione ha

prescritto non a livellare ma a distinguere i va–

lori individuali di tutto i l popolo ìtalìauo.

La parte più deficiente in questo fascicolo con–

clusivo, è quella che tratta della istruzione supe–

riore : giacché non mette conto parlare di quella

sommaria inchiesta sugli istituti parificati con-