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R I N A S C I T A
•
ra
e
dell'industria pesante. Dietro Taft i capitalisti pro–
duttori di beni di consumo, l ' industria leggera, la gran–
fi** massa dei grossi e medi proprietari agricoli.
1 conflitti fra capitale e lavoro si acutizzano. Vi sono
stati S50 scioperi e astensioni dal lavoro nei mesi di
aprile e di maggio. Sebbene non vi sìa in America che
un numero molto limitato di comunisti alla testa dei
sindacati
e
i nove decimi delle organizzazioni sindacali
siano diretti da anticomunisti arrabbiati, pure dilagano
e si inaspriscono i conflitti fra capitale e lavoro. Prova
questa che non sono gl i agitatori di sinistra che fabbri–
cano la lotta d i classe ma sono ì fattori obiettivi della
cri
si interna del capitalismo.
Infine si acutizza i l conflitto fra l'imperialismo ame–
ricano
e l
'imperialismo degli altri paesi, soprattutto l ' im–
perialismo britannico.
Fino a ieri gl i Stati Uniti venivano presentati come
un blocco solo, un macigno d'ora
e
di ferro
—
magnali
delle banche
e
dell'industria, classi medie, contadine,
operai — un blocco solo insieme all ' Inghilterra e agli
a
£tri
paesi niarshallizzati, un blocco esclusivamente di–
retto contro i l perìcolo del bolscevismo, contro l'Unione
Sovietica.
Che cosa resta oggi di questo schema? La real tà lo ha
spezzalo e lo ha ridotto in frantumi. Qualcuno ci amm
o–
nisce a non farci illusioni sui centrasti anglo-americani.
Non ci facciamo nessuna illusione. Conosciamo i limiti
di queste contraddizioni, conosciamo i l loro carattere, i l
Uno valore e appunto per questo sappiamo che, malgra–
do l'orienta mento antisovietico comune all ' imperialismo
inglese e a quello americano, tuttavia le contraddizioni
fra i due imperialismi esistono e sono profonde.
Vero è che Wal l Street fa le sue elezioni in Inghilterra
appoggiando i conservatori contro i laburisti, che pure
in questi ul t imi tre anni hanno servito abbastanza do–
cilmente gl i interessi americani. Ma i l programma dei 4
punti di Truman per l'investimento d i capitali americani
nelle
colonie britanniche non- solleva troppi entusiasmi
nemmeno fra i conservatori inglesi. Un documento po–
litico così importante quale i l
Pro-memoria
sulUeqm-
lUnio polìtico in Euro
-
pa
scritto da due influenti per–
sonal i tà del Dipartimento di Stato americano, da Geor–
ge O. Kennan e Robert Murphy, nel quale si raccomanda
dì ricostruire la Germania occidentale invece di sciupare
dollari in Gran Bretagna, i l cui governo seguirebbe una
politica
«
gravida di minacce per l 'equilibrio internazio–
nale
»,
non tranquillizza nessuno in Inghilterra circa le
intenzioni degli Stati Uni t i . La resistenza* di Cripps alle
pressioni dell'imperialismo americano non è un fatto
isolato. Recentemente uno dei giornali economici più
autorevoli degli Stati Uni t i , i l
Journal of Commerce,
ha
dichiarato apertamente che « lo scisma economico fra gli
Stati Uniti e l 'Inghilterra acutizzatosi negl'i ul t imi mesi
ha raggiunto un punto tale che i l Congresso potrebbe
pretendere la riduzione o la sospensione degli aiuti
Marshall all ' Inghilterra a meno che questa non abban–
doni la polìtica degli accordi commerciali bilaterali
o
al t r i espedienti del genere che danneggiano te esporta–
zioni degli Stati Uni t i». Recentemente ei è arr ivat i al
punto che i l governo britannico si è vista negata l'auto–
rizzazione da parte dell'amministrazione ERP ad acqui–
stare grano nel Canada, paese che fa parte come è noto
del Commonwealth britannico, e ha dovuto subire l ' im–
posizione dj continuare ad acquistare grano negli Stati
Uniti Ano a esaurimento delle disponibi l i tà
granarie sta–
tunitensi.
La Gran Bretagna si è venuta a trovare
così
in una
situazione abbastanza critica perchè secondo un accordo
col Canadà essa era
tenuta ad acquistare nel Canada
grano per
circa
300 mi l ioni d i dol lar i .
Gravi
ur t i
fra
l'imperialismo inglese e l'imperialismo americano
som»
avvenuti in quasi tut t i
i
settori della politica mondiale:
nel Portogall
o, i n Spag
na, nell'Africa
centrale, in
tutti
i territori delle
colonie inglesi, in Australia,
nei
Paci–
fico, nell'Estremo Oriente, Particolarmente
acute sono
apparse queste divergenze nelTAmerica
latina in seguito
all'accordo
commerciale quinquennale fra l'Argentina e
l ' Inghilterra
e in seguito a
un miglioramento delle po–
sizioni
dell ' Inghilterra
in alcuni paesi dell'America la–
tina
a spese dell
'imperialismo
americano.
Il p r o c e s s o di c o n c e n t r a z i o n e
del cap i t a l e monopo l i s t i co ame r i c a n o
Quali le cause che hanno portato
alla crisi?
Una
delle
cause
va ricercata senza dubbio
nel
fatto
che la seconda
guerra
mondiale
ha accelerato la concentrazione
delle
industrie
e del
capitale bancario negli Stati Uniti
por–
tandola a un grado mai prima
visto nella storia del–
l ' umani t à
.
Secondo
i dati della
Commissione
d'inchiesta
del
se–
nato americano
sulle condizioni
deWindustria
piccola c
media,
pubblicati nel giugno del 1946, le ordinazioni
go–
vernative ai grandi
monopoli industriali hanno
ragghili
to, duraute gl i anni della guerra,
negli
Stali Uniti, la
somma di 13? mi l iardi di dollari cioè a dire 78 % di
tutte le ordinazioni belliche governative. I l Governo
de–
gl i Stati Uniti
ha costruito
durante
la guerra circa 3
.00o
ftuove officine belTiche, lo sfruttamento dell'80
% dehe
quali è stato affidato a un esiguo numero di grandi
monopoli. Tn conclusione alla fine della
guerra poche
decine
di organizzazioni industriali
e bancarie monopo–
listiche
avevano nelle mani i l 60
%
di tutta la piodu-
zione industriale degli Stati Uni t i e l'80
% dì tutte le
industrie
di
guerra.
Nel periodo bellico questi monopoli
sì sono assicurati dei pr ivi legi
economici e pol i t ici che
avrebbero dovuto essere eccezionali e l imi t a t i al
periodo
delle operazioni mi l i t a r i i quali, tuttavia, sono stati in
gran parte conservati anche in tempo di
pace: facilita–
zioni per quanto concerne le materie prime
e gl i scambi
non soltanto
nei
confronti del Governo ma
nei
confronti
della piccola e media industria, facilitazioni nei confronti
dei fornitori di materie prime
ecc. ecc.
I l profitto netto
realizzato da
questi
monopoli privilegiati
negli
anni
della
guerra (1940-45) ammonta a 53 mi l i ardi e mezzo d i
dol–
lari , cioè alla cifra astronomica di più di 30 mi la
mi –
l iardi di l i re italiane Per avere un'idea del grado
di
concentrazione del capitale monopolistico raggiunto
ne–
gl i Stati Uniti bisogna aggiungere che i l 4% di questi
grandi monopoli ha guadagnato circa 44 mi l iardi di dol–
lari dì profìtto netto, i l che significa l'80% della somma
colossale che ho appena citato.
Qualcuno penserà che una volta terminata la guerra
questi giganteschi prof i t t i siano diminui t i . Ma non
è
così. Le statistiche stesse americane ci dicono che i pi o-
f i t t i della grande industria nel 1946 erano aumentati
rispetto a l 1945 del 30 %. Nel 1947 abbiamo i dati G0ncer-
nenti 960 delle principali società industriali i quali di -