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R I N A S C I T A

La Conferenza dei par fi-

giani sovietici della pace

1 _^ j l problema dominante in Europa e nel

mondo è tuttora quello della lotta per la pace. Non

nel senso generale e permanente che tale lotta ha

in un inondo in grande parte tuttora retto col

sistema capitalistico ed esposto quindi al perma–

nente conflitto dei vari imperialismi, ma nel senso

die ad essa è dato dai pericoli ai quali la pace

è

esposta a causa delle insidie e delle provocazioni

dell'imperialismo americano e del clericalismo.

In queste ultime settimane le insidie e le provo–

cazioni si sono fatte più gravi e si sono concretiz¬

zate *

1° nella ratifica del Patto atlantico da parte

del Senato americano e

dei Parlamenti dell'Eu–

ropa Occidentale ;

2° nella celebrazio–

ne, discussione e voto

del (M.A.P., cioè del

piano americano di aiu–

ti militari agli Stati

vassalli ;

nel viaggio dei

generali americani in

Europa e nella orgav

nizzazione dei comandi

militari

della terza

guerra ;

4° nella minaccia

del fascismo greco sul–

l'Albania ;

5° nella captazione

della Jugoslavia nel blocco imperialista anti–

sovietico.

Per fortuna tutte e ognuna di queste manife–

stazioni positive e concrete della volontà bellici–

sta e aggressiva dell'imperialismo americano e dei

suoi vassalli, si sono urtate non soltanto alle na–

turali contraddizioni interne fra le quali si svolge

ogni politica borghese, ma alle manifestazioni,

non meno positive e concrete, dei partigiani della

pace, i quali non sono affatto rassegnati a lasciare

libero i l campo ai provocatori della terza guerra e

sono sufficientemente forti per esigere la pace e,

all'evenienza, per trasformare la guerra imperia–

lista in guerra di liberazione dei popoli,

2. — Fr a queste manifestazioni la più impor–

tante è stata la Conferenza dei Partigiani sovie–

tici della Pace svoltasi a Mosca dal 25 al 28 ago–

sto. Ad essa hanno partecipato 1200 delegati so–

vietici delle 16 Repubbliche federali dell'U.R.S.S.

e una ventina di Delegazioni estere, fra le quali

Pialiana.

Convocata alcuni mesi, dopo i l Congresso Mon

diale della sala Pleyel a Parigi, la Conferenza

del Palazzo delle Colonne a Mosca ha dato una

base di sicurezza alla

*

lotta per la pace, nella sua

forma concreta di lotta contro i l Patto atlantico,

strumento politico e militare della terza guerra

capitalistica e imperialistica.

Non basta infatti volere la pace o per naturale

e spontaneo orrore della guerra (e cioè per obbie–

zione di coscienza), o per una realistica valuta-

TlCHONOV

Disegno di

GuttuBO

zione della assurdità della guerra quale mezzo per

risolvere le difficoltà e le contraddizioni interne

degli Stati e delie Nazioni capitaliste. Sotto que–

sto aspetto i popoli hanno sempre voluto la pace

anche, e soprattutto, quando facevano la guèrra.

Volere la pace, e all'occorrenza imporla, esige

una profonda coscienza politica e di classe e una

organizzazione capace di tradurle in azione di

massa le direttive dei Congressi e delle Confe–

renze.

Sotto questo aspetto la Conferenza di Mosca è

Patto più concreto che potesse immaginarsi a so–

stegno della lotta mondiale per la pace, non sol–

tanto perchè è la espressione della volontà dei

popoli sovietici, che marciano all'avanguardia del

mondo, ma perchè è la manifestazione naturale e

spontanea della società sovietica, non lacerata

dalle contraddizioni interne della lotta di classe e

dagli antagonismi capitalistici che sono all'origine

del moderno fenomeno dell'imperialismo.

In verità i partigiani sovietici della pace, cioè

senza eccezione i popoli delle 16 Repubbliche So–

vietiche, i loro governi federali, i l loro governo

centrale, non avevano bisogno di riunirsi in una

apposita Conferenza per attestare la loro volontà

di pace.

Tale volontà di pace si coglie nelle fabbriche,

nei campi, nelle scuole, nelle caserme stesse del–

l'Unione Sovietica, scaturisce dalla società so–

cialista della quale ben si può dire che porta in sè

la pace come i l capitalismo porta la guerra.

Dalla Conferenza di Mosca non è uscita quindi

una semplice .manifestazione di volontà, ma una

manifestazione di forza. Secondo le parole del re–

latore alla Conferenza di Mosca i l compagno

Tichonov, i popoli sovietici non si limitano a chie–

dere la pace ma per essa lottano, che è poi i l solo

modo concreto e positivo di volere qualche cosa e

di volerlo sul serio.

3. — Sotto un altro aspetto la Conferenza di

Mosca è stata più che utile necessaria, e cioè per

dare una risposta esplicita a quanto è implicito;

per smentire quella che io ho chiamato la menzo–

gna del secolo, e cioè il tentativo di far ricadere

sull'Unione Sovietica la responsabilità della at–

tuale situazione dell'Europa e del mondo.

Proprio mentre la Conferenza dei partigiani so–

vietici della pace risiedeva a Mosca, i giornalisti

americani attribuivano al Presidente Truman la

dichiarazione, non si sa se più spavalda od inco–

sciente, secondo cui la guerra fredda s'approssi–

merebbe alla sua conclusione con la resa a discre–

zione dell'Unione Sovietica e delle democrazie

dell'Est.

\

E ' diffìcile ammettere che un uomo responsabile

abbia potuto tenere un simile linguaggio. Comun–

que mai il contrasto fu più evidente fra codeste

spavalderie e i l modo civile e democratico col

quale i problemi della pace furono considerati alla

Conferenza di Mosca, come riaffermazione dello

spirito che aveva consentito agli alleati e ai vin–

citori della seconda guerra di accordarsi a Tehe–

ran a Yalta e a Potsdam sulle condizioni della

pace e di elaborare a San Francisco la Carta e

l'organizzazione delFO.N.U. ; e come rifiuto ad

ammettere la fatal ità della guerra fra sistemi

sociali diversi e la vecchia illusione francese,

d'origine girondina, della rivoluzione portata

oltre le frontiere sulla punta delle baionette.