

370
R I N A S C I T A
all'unione democratica cristiana e ai liberali —
hanno senza dubbio, per l'impostazione data alla
lotta elettorale e per la silenziosa immissione in
questi partiti di personaggi che furono influenti
sotto il regime nazista (3), un significato naziona–
listico non meno preciso di quelli affluiti ai
gruppi più rumorosi, di recente costituzione, del–
l'estrema destra.
Sono gli stessi ambienti ufficiosi inglesi e fran–
cesi, del resto, e i giornali da essi ispirati, a ma–
nifestare delle serie inquietudini per lo slittamen–
to a destra del corpo elettorale e per la evidente
ripresa di nazionalismo fascista nella Germania
occidentale. Quasi quasi, essi hanno l'aria di
chiedersi se il giuoco in Germania, sotto La dire–
zione degli Stati Uniti, non sia andato oltre il
segno e non possa avere, in avvenire, conseguenze
spiacevoli per i loro stessi interessi (4), Ma tant 'è;
i gruppi dirigenti americani, e la loro stampa,
si mostrano invece incondizionatamente soddi–
sfatti. L'importante, per loro, era di garantirsi
l'incontrastato predominio, economico e politico,
nella « trizona », eliminando la possibilità di una
concorrenza britannica sia pure in tono minore;
quanto al nazionalismo tedesco, essi ritengono evi–
dentemente di potersene ancora servire in funzione
antisovìetica, come di un fermento catalizzatore
da sfruttare per la mobilitazione psicologica delle
popolazioni nella « crociata » atlantica, così come
se ne sono largamente avvalsi per creare un clima
di terrore elettorale anth omuuista. Non
è
un caso,
clie le prime db hiarazioui del cancelliere Adenauer
abbiano avuto un preciso significato antisovietico,
esprimendo il tentativo di indirizzare il sentimen–
to nazionale dei tedeschi alla rivendicazione dei
territori dell'est, assegnati alla l'olonià, mentre
un accento molto conciliante e « comprensivo »
(dopo le tirate demagogiche della campagna elet–
torale) è stato adoperato nei confronti del pro–
blema della Sarre, incorporata alla Francia, Come
non è un caso, la gazzarra antisovietica inscenata
in piena Camera durante il discorso del
leader
comunista Rei marni, richiamato dal presidente
dell'assemblea, perchè le sue parole (di pace con i
vicini orientali) erano « disapprovate dalla grande
maggioranza dei deputat i» (!), e aggredito da
due scalmanati
prigionieri in U.R. S . S . , cui è
stato permesso irrompere nell'aula e parlare alla
tribuna !
Per i l momento, comunque, lo scopo cui ten–
deva la politica tedesca del Dipartimento di Stato
è raggiunto, e il diversivo nazionalistico — come
si diceva innanzi — ha adempiuto a un ruolo di
prim'onliue in questo senso. I risultati elettorali
del 14 agosto si sono docilmente allineati al reale
rapporto di forza tra le potenze occupanti in seno
all'organo di controllo ed hanno, per di più, cor–
risposto all'esigenza degli Stati Uniti di consoli–
dare ed accrescere i l proprio vantaggio. Come,
infatti, in seno all'alta commissione di controllo,
la prevalenza di fatto (e, sotto certi aspetti, an-
(3) L o ammetteva una fonte certo non sospetta, i l grave
quotidiano francese Le
Monde,
nell'editoriale del 6 agosto
rilevando precisamente come molte pe r s ona l i t à del vecchio
regime preferiscano ri fugiars i nei part i t i autorizzat i da quat–
tro anni , democratico crist iano e l iberale democratico, dove
hanno p i ù largo campo di azione, entrando in contatto con
ambienti svariat i e opportunamente mimetizzandosi.
(4) « L'avvenire d i rà se ci s ia da ral legrars i senza riserve
di un fronte esclusivamente antisocial ista. We imar ha g i à
provato che era di cattivo augurio per l a democrazia » (Le
Monde
del 17 agosto).
che di diritto, in base alle clausole dello statuto
di occupazione) appartiene agli americani, nei
confronti dei loro miuori alleati, inglesi e france–
si, così le consultazioni elettorali hanno dato la
prevalenza al partilo
americano,
l'unione demo–
cratica cristiana, rispetto al partilo favorito dai
laburisti britannici, la vecchia socialdemocrazia
tedesca.
Si tratta, a prima vista, di una leggera preva–
lenza, è vero (7 milioni e 357:579 voli all'unione
demo ratica cristiana, contro ì 6
'
milioni e 932.272
ai socialdemocratici, piazzatisi, subito dopo, al
secondo posto); ina che diventa ben più netta e
consistente^ quando la si inquadri nel panorama
elettorale complessivo, poiché ai 139 seggi toccati
ai democratici cristiani devono allora aggiuugersì,
all'attivo della politica americana,
almeno
i 52
conquistati dal partito liberale democratico (in
realtà, un partito conservatore della grossa bor–
ghesia), che vede infatti un proprio esponente as-'
sumere la carica di capo dello Stato e concorre
alla coalizione governativa di Adenauer, sulla co–
mune base programmatica della « libertà d'inizia–
tiva », ossia, in parole povere, di una politica di
economia capitalistica strettamente subordinata
agli interessi e alle direttive del grande capitale
statunitense. Senza contare i 17 seggi del partito
tedesco, che viene chiamato a collaborare diretta–
mente con il pseudo-governo Adenauer, e, più in
generale, la fisionomia d'insieme, conservatrice e
reazionaria, della Camera uscita dagli scrutini
del 14 agosto: fisionomia, che è risultata ancora
più accenluata, rispetto alle cifre elettorali delle
varie liste, grazie ad un complicato e antidemo–
cratico sistema elettorale (brevetto americano),
congegnato in modo da favorire, utilizzando la
struttura federale data dalla Costituzione di Bonn
alla Germania occidentale, le formazioni locali,
clie erano poi praticamente (e lo si sapeva benìs–
simo in anticipo) quasi tutte di estrema destra.
E ' appunto in forza di questo sistema elettorale,
che il partito comunista, con 1 milione e 3G0.433
voti, ha ottenuto soltanto 15 seggi, -mentre al par–
tito tedesco ed ai separatisti monarchici bavaresi,
entrambi al di sotto del milione di voti, ne sono
toccati 17 per ciascuno, e mentre i liberali, con
poco più del doppio dei suffragi andati ai comu–
nisti, si sono visti assegnare invece più del triplo
dei mandati (52, con soli 2 milioni 78S.G53 voli).
4. — Gl i americani, peraltro, devono essere
molto grati alla Chiesa cattolica, per il contributo
dato al successo immediato della loro politica con
quello che il
New York Herald Tribune
(del
1G agosto) e
Le Monde
(del 17 agosto) chiamano
concordemente il suo « energico intervenlo » nella
campagna elettorale della Germania occidentale.
L'unione democratica cristiana, infatti, prima di
essere il partito americano, era ed
è
il partito del
Vaticano: quello che è stalo esplicitamente so–
stenuto dal clero e che, ancora pochi giorni prima
delle votazioni, in una lettera pastorale dei ve–
scovi tedeschi, letta dal pulpito in tutte le Chiese,
veniva indicato senza circonlocuzioni al voto dei
fedeli.
Anche nella Germania occidentale, come altrove
—- come in Italia, come in Francia, come nel Bel–
gio, come in Austria •— ma in modo ancor più
evidente che altrove, si è verificata l'alleanza tra
le forze del grande capitale e quelle della Chiesa