

R I N A S C I T A
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Le cont ra
i z i on i
e la crisi dell'imperialismo
americano
I l 14 luglio sul
New
York
Herald
Tribune,
Walter Lip-
pmann in
un
editoriale dal titolo significativo « Adesso
dobbiamo dirlo
»
definiva
la
«
crisi
profonda
del
piano
Marshal l»
una «stor ica cr i s i»
;
ammoniva
che
è
vano
tentare
di
«
dimenticare la real tà e la gravi tà
della crisi »
e ficriveva;
i l piano
Marshall
sarà
quel che
si vuole
ma
non è « 11
piano
annunciato per
la
ripresa economica
europea
». Le cifre che sono state date dal governo ame–
ricano
sui risultati dei piano Marshall
si sono
rivelate
false.
11
governo americano
ha
t addomesticato
le
cifre
per scopi politici •
e
mostra
ancor
oggi * una
forte ten–
denza a non ammettere i fatti ». —
scriveva
Lippmann,
Più
categorico
ancora era
—
giorni prima — Porgano
di Wal l Street,
i l quale è fra
quelli
che
hanno più spinto
nella direzione di
questa
politica
e oggi
si affretta a
fare
macchina
indietro, p Se
i l comm
ercio non
verrà r i –
pristinalo fra l'Oriente
e l
'Occidente
— affermava
i l
Watt
Street Journal
—
i l
piano
Marshall fallirà ». Vedete
a che punto
eiamo ar r ivat i :
i l piano Marshall
era inteso
come una politica di
accerchiamento
economico,
poli–
tico
e militare
dell'Unione
Sovietica e dei
paesi di demo–
crazia popolare dell'Europa orientale- Ma oggi
la situa–
zione è a tal punto
cambiata che Wall
Street stessa
non pensa più ad
una
sua riuscita totale
ma
afferma
che
per
trovare
una parziale
via d'uscita bisogna
r i '
prendere 1 rapporti economici
fra gl i Stati Uniti e
la
Unione
Sovietica e
i paesi
dell
'Europa orientale.
I l
che
significa
che i l
piano Marshall è fallito
in
ogni
caso.
Dal punto di vista economico per evitare
che
esso
sia
un crollo
completo
i l rimedio starebbe nel riprendere
i
rapporti
economici
fra
l'Oriente e
l'Occidente,
cioè a
dire nelTimboccare
una
strada
politica che
va esatta–
mente
nella direzione
contraria a quella inizialmente
prevista dall
'imperialismo
americano.
intanto
la crisi
economica dilaga negli
Stati
Uni t i . Gli
economisti più
ottimisti
di quel paese si consolano affer–
mando che più
rapido
è
i l declino
economico e più ra–
pida
sarà
la
ripresa e
— aggiungono
— « i l declinò
sino
a questo momento è più profondo e più rapido di quanto
le
previsioni quasi generali
non lasciavano
credere».
(£/. S. News
and
World
Repon
- 24 giugno 1949). La pro–
duzione generale
industriale degli
Stati
Uniti- è stata,
difetti,
in costante
declino
negli u l t imi otto mesi e i l
numero degli operai
occupali nell'industria
diminuisce
sempre di
più da otto
mesi a
questa
parte.
Altro
indice
significativo
della
crisi è !a
notevole
caduta
del reddito
degli agricoltori. La crisi finanziaria è in
atto. I l 29
giu–
gno
i l senatore
Byrd
' ha affermato al
Senato
che «g l i
Stati Uniti si trovano di fronte
a
una
vera e
propria
crisi finanziaria». I l deficit
fiscale
per i l
1948
si
chiude,
*
difat t i ,
con
un miliardo e 500 mi l ioni
di dol lari . Byrd
prevede
che
si avrà per la fine
del 1949 un deficit
fiscale
di
4
mi l i ardi di dol lari e, per la fine
del 1950, un
deficit
fiscale
che oscillerà
fra i
6
e gl i 8 mi l iardi di dollari
giungendo
in questa
maniera a un deficit massimo di
circa 5
.000
mi l iardi
di lire
italiane. Nel
1*
trimestre del
1949 la produzione
di
beni e dì servìzi è diminui ta negli
Stati Uni t i
di
9 mi l iardi di dol lari e si prevede che in
tutto i l
1949 la produzione dì beni e di servizi diminui rà
per
una cifra oscillante
fra I 30 e i 40 mi l iardi di dol–
lari raggiungendo, circa, 24
mi la
mi l iardi
di l ire
italiane.
E' ancora
troppo presto per fare un'analisi approfon–
dita della rottura che si è determinata nelle forze
di r i –
genti
del
capitale monopolìstico americano. Per i l mo–
mento basti constatare che
la rottura
c
'è e
che
essa si–
gnifica l ' inizio di una seria
crisi
politica.
La piatta–
forma del senatore Taft
non è contingente e
occasionale.
Essa scaturisce da un orientamento
di
fondo di circoli
importanti dell'economia e della politica americana.
Nel–
la polìtica interna e, soprattutto, nella politica estera si
presenta come una piattaforma che può apparire più
0
nieno conseguente ma che è, comunque,
stabile e di
lun–
ga
durata.
Essa
significa
in ultima analisi,
che i l
piano di
espansione economico
politico
e militare
degli
Stati
Uni t i , esteso al mondo intiero,
si è
rivelata nella
pratica
inadeguato
alle possibilità economiche politiche
e mi–
l i tar i
degli Stati
Uni t i .
Sarebbe
un errore pensare che la piattaforma
di Taft
significhi semplicemente un
ritorno alia vecchia politica
isolazionista. Ritorni di
questo genere non
sono
più
possibili. Tuttavia le
forze dell
'isolazionismo, le quali
sono ancora notevoli e hanno profonde radici nella
tra–
dizione politica
americana, condivid
ono la
posizione di
Taft. Più autorevoli
sono le forze che
esprimono la
loro
politica in altra forma: affermando che bisogna ridurre
gl i aiuti economici del piano Marshall e, soprattutto, che
non bisogna passare dagli aiut i
economici a quelli
mi –
l i tar i : non prendere
ult
eriori impegni, non dissemi–
nare in tutto i l mondo i l «
dumping
»
dì mercanzie
e di
armi degli
Stati
Uniti. La
posizione di Taft non ha
nien–
te a che vedere
con quella dei liberali di sinistra. Taft è
un tradizionalista
e un
reazionario. Appunto per
questo
in un paese dominato dalle forze del capitale monopo–
listico, che sono per natura reazionarie, le posizioni di
Taft hanno grande possibilità di sviluppo politico. Ta
?t
sa benissimo che i l partito repubblicano, i l suo
partito,
per avere assunto nella persona dell'adora
presidente
Hoover la responsabi l i tà della crisi economica
del
1929
ha perduto per 20
anni i l potere
negli Stati
Uni t i .
Ba¬
date bene che Ih questi 20 anni i l margine di voti otte
nuti dai due partiti nelle elezioni presidenziali non ha
assicurato
ai democratici una maggioranza
schiacciante.
Era un
margine modesto e tuttavia
i repubblicani
mai
riuscirono
a rimontarlo. Adesso la crisi colpisce
la
« dot–
trina di Truman », i l piano Marshall i l Patto
atlantico:
tutta
quanta la politica
dei partito democratico. Se
i
repubblicani continuano ad assumersi la responsabi l i tà
di questa polìtica distruggono con le loro stesse
mani
una possibilità di conquista del potere
che
per la prima
volta in un
ventennio
si
presenta meno difficile
davanti
a
loro. Di qui i l
significato
politico
dell
'atteggiamento
del senatore Taft. Senza dubbio Truman e Taft rappre–
sentano entrambi gli interessi del capitalismo
americano
ma di due differenti
gruppi
dei capitale americano e
la
rottura
politica tra dì loro
è
la
manifestazione
di
una
rottura interna
nel seno del capitale monopolisti:^ degli
Stati Uni t i
avvenuta
nel corso
della crisi.
Dietro Truman
sono i grandi monopoli, i
capitani
dell'industria dì
guer-