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R I N A S C I T A

prattutto, perchè in parte essi dipendono anche

dal fatto che la C . G X L . non ha mai avuto nella

sua storia tanti organizzati come in questi anni,

avendo nel passato raggiunto i l suo massimo di

iscritti nel 1920 con 2.300.000 tesserati.

I l problema organizzativo fondamentale che la

C . G X L . deve affrontare e risolvere con urgenza è

senza dubbio quello della organizzazione capillare

dei sindacati. Si tratta di un problema impor–

tante perchè si ricollega intimamente coi problemi

della democrazia interna, con quelli della prepa–

razione e della direzione delle agitazioni e delle

lotte sindacali e con quelli dell'attività orienta–

tiva ed educativa che ogni sindacato dovrebbe

svolgere.

QuaFè oggi la situazione in questo campo? Un

certo grado di capillarità si realizza nelle zone di

provincia con l'esistenza di leghe comunali e di

C.d.L. mandamentali. Ma si tratta quasi sempre

di organismi precari, privi di una vera e propria

efficienza. Nelle campagne poi le leghe di frazione,

spesso necessarie, non esistono o hanno confuso,

specie in Emi l ia, la loro attività con quella del

collocamento. La situazione più grave si ha tut–

tavia nelle grandi città, I metallurgici, i chimici e

i tessili di Milano, di Torino e di Napoli, per esem

pio, sono tutti rappresentati in una unica sezione

comunale che si confonde praticamente con l'or–

ganizzazione provinciale. Come è possibile, in que–

ste condizioni, tenere un regolare contatto sinda–

cale con i 100.000 e più metallurgici organizzati a

Milano o con i 70.000 e più metallurgici organiz–

zati a Torino?

Regolari assemblee sindacali non sono possibili

e in sostanza la vita interna dei sindacati si

esaurisce, per questà categoria come per le altre,

in comizi e in riunioni di informazione. L'insuf–

ficienza di regolari assemblee, si verifica del resto

generalmente anche nei piccoli e medi comuni dove

l'assemblea sarebbe più possibile.

I l punto nevralgico di queste situazioni è tut–

tavia nelle grandi e medie officine, dove l'attività

politica e sindacale dei lavoratori è diventata

estremamente complessa. In una officina normale

abbiamo infatti — quasi sempre —

j

la Commis–

sione interna ed i l Consiglio di gestione, orga–

nismi tipicamente aziendali rappresentativi di tut–

ti i lavoratori di tutte le correnti. Abbiamo inol–

tre le cellule comuniste e i N.À. S . (Nuclei azien–

dali socialisti). Non abbiamo invece i l Sindacato!

Ne risulta che troppo spesso l'attività sindacale è

di fatto abbandonata agli organismi strettamente

aziendali e che spesso si deforma o per una visione

eccessivamente aziendale o per un intervento trop–

po diretto degli organismi politici che talvòlta di–

venta indispensabile. La situazione sì complica

evidéiitemente di più nel corso delle lotte.

I l problema dell'organismo sindacale di'azienda

si pone quindi con urgenza. Qualcuno obietta che

nelle- fabbriche esistono già i collettori. Ma essi

svolgono una attività esclusivamente amministra–

tiva che generalmente non è neanche coordinata.

Altfr hanno già proposto la costituzione d! sezioni

sihdadàli di fabbrica che però, attualmente, non

avrebbero nessuna pratica possibilità di funzio-

^ Ì g .

i :

L à soluzione ottima di questa situazione sì

potrebbe avere oggi impostando in modo diverso

l 'attività dei collettori. Si dovrebbe dare ai col–

lettori la funzione di attivista, sindacale e si do–

vrebbe procedere al raggruppamento di essi in

Comitati sindacali di reparto e di fabbrica. I l sin–

dacato avrebbe così nell'azienda un suo organi–

smo, composto della parte più attiva dei suoi mi–

litanti,

che sarebbe anche in grado di organizzare

assemblee e riunioni di reparto. L'utilità anzi la

nece

ssità di una simile struttura per realizzare

una

migliore preparazione delle agitazioni e delle

lotte è evidente. Bisogna però rendersi conto del

fatto che

la efficacia di tali organismi dipende es–

senzialmente da un cambiamento qualitativo della

direzione dei sindacati comunali e provinciali.

E '

necessario cioè

che queste direzioni siano più po–

litico-sindacali

e

meno

burocratiche,

più di orien–

tamento e di educazione dei quadri, e meno di

registrazione contabile o statistica.

Dalla crea–

zione dei comitati sindacali

di fabbrica nasce an–

che, per

le grandi città, la necessità di un coordi–

namento

di essi su scala

rionale, necessità che

può essere soddisfatta con la creazione

di uffici

sindacali rionali che dovrebbero però evitare an–

ch

'essi di essere degli organi burocratici.

I l compito orientativo dei sindacati, che è dive–

nuto sempre più indispensabile per una condotta

vittoriosa

delle lotte,

si collega

con una

att ivi tà

orientativ

a e

educativa più

generale che è oggi

completamente trascurata e che non può e non

deve più esserlo. Le esperienze di lotte delle varie

categorie è necessario che

siano

conosciute da

tutte le categorie. La politica padronale e gover–

nativa è bene che

sia

oggetto,

oltre che di comizi,

anche di conferenze ben elaborate. La

spiegazione

dell'azione della

C

. G . I . L .

e

dei sindaca

ti è bene

che sia ampiamente inquadrata negli

obiettivi e nei

fini generali dell'azione sindacale e in riferimento

alla situazione

politica più di

quanto si fa oggi

,

e non solo in comizi come si fa oggi. Le lotte so–

ciali

all

'estero,

le conquiste dei lavoratori nei

paesi di democrazia popolare

e

di

s

ocialismo do–

vrebbero assai più di oggi essere oggetto di illu–

strazione nei sindacati

,

senza che con

ciò

si possa

parlare di violazione dello statuto confederale. Lo

statuto confederale fa anzi esplicito riferimento

a questi compiti orientativi generali del sinda–

cato.

V i è poi un campo che

i

sindacati oggi ignora–

no completamente: quello educativo più

generale.

Perchè non fare in questo campo, per lo meno,

quello che fecero i sindacati nel 1920 adattando

le vecchie esperienze alla nuova situazione? Ho

qui sott'occhio lo statuto tipo delle Università

proletarie sorte nel 1920 per iniziativa della

C. d .L. , in accordo con la Federazione Nazionale

delle Cooperative e con i comuni socialisti. Hfe

pure un elenco di temi per conferenze e leggo :

il pensiero filosofico di Carlo Marx ; i l Movimento

operaio internazionale ; Ferdinando Lassalle :

La

Legislazione sovietica; Federico Engels; Beetho-

wen ; Wagner

; I

primordi del socialismo in Ita–

lia. Fr a

i

conferenzieri vi sono : A . Gramsci ; G.M.

Serrati, Graziadei, Turati, Treves, Zibordì, ecc.

Nomi eminenti e anche nomi discutibili,

d'ac–

cordo. Ma nomi che rivelano comunque una lode–

vole intenzione òhe potrebbe essere oggi ripresa

e

sviluppata con più successo e più disciplina di

allora.

La realizzazione di queste att ivi tà comporta

certamente serie misure di organizzazione. Ma

comporta anzitutto una visione dei compiti dei

sindacati diversa da quella attiiale.

AGOSTINO NOVELLA