R I N A S C I T A
355
mondo con la forza, ma
con l'esempio, e ciò non
può fare paura a nessuno.
Non insisterò sul fatto
che nè le nazionalizza–
zioni inglesi, nè il
New
Deal
del defunto presi–
dente Roosevelt, e nem–
meno i « piani » della
maggior parte degli Stati
europei capitalistici non
avrebbero visto la luce
senza i l precedente sovie–
tico. Possiamo ritenere che
queste nazionalizzazioni e
questi « piani » sono gene–
ralmente una parodia e un
trucco, ma i l fatto rimane.
Noi non vogliamo la
guerra perchè crediamo
fermamente al trionfo fi–
nale delle nostre idee.
Questo trionfo non esige
la distruzione delle città
di Francia, d'Inghilter–
ra, d'America, ma l'in–
grandimento e l'abbellimento delle nostre città
sovietiche. Meglio vivranno i nostri cittadini,
più s'irradieranno le nostre idee a decine di mi–
gliaia di chilometri lontano da noi. Ciò che per
noi importa, è di aggiungere i l superfluo al neces–
sario, sempre più svaghi al lavoro, più bellezza
alla verità. Allora si capirà fin nella lontana
Australia l'impossibilità di conservare, in pieno
secolo ventesimo, la morale del denaro, la gerar–
chia del sangue.
^
Coloro che sono per il modo di vivere americano
pretendono che noi minacciamo questo modo di
vivere. In che? Se sono convinti che i l loro sistema
è migliore del nostro, ebbene, ne facciano la di–
mostrazione, arrestino la crisi, sopprimano nel
loro paese la disoccupazione e la miseria. Non
si dimostra i l valore umano del sistema Ford
distruggendo l'Unione Sovietica. Sono indignati
per le teorie di Miciurin e di Lissenko? Ma le
nuove specie di frutta o di grano che noi colti–
viamo non sono una minaccia per il Mississippi!
Salvino le loro coltivazioni esauste a mezzo di
altre teorie. L'avvenire dirà chi aveva ragione.
Non piacciano loro i nostri libri e le nostre pelli–
cole? Ebbene, a noi pure non piacciano nè le pel–
licole nè i libri americani. Non è un motivo per
farsi la guerra. Scrivano meglio,e avranno l'am–
mirazione del mondo. Ecco tutto.
Vorrei dire ora a coloro che non ci amano: po–
tete non amarci, ma non avete nessun bisogno per
questo motivo, di diventare soldati del generale
Bradley. Noi non abbiamo nessuna intenzione di
conquistarci i l vostro amore coi carri armati,
e del resto, l'amore non si conquista con questi
mezzi.
Vorrei dire a tutti coloro che leggeranno queste
righe: molti sono tra di voi coloro che non la
Governo italiano : De Gasperl ossequia l'arcivescovo di Trento
pensano come noi; possiamo discutere, ma non è
questo oggi che conta. Anche voi siete attaccati
al passato, all'eredità dei secoli, ai libri, ai musei,
ai giardini, e anche a voi sono cari i bambini.
Ess i giocano nei parchi e nei viali delle vostre
città, come nelle nostre. Non si può sopprimere
i l .passato: i libri dei grandi poeti; le scoperte
scientifiche. Si può distruggerli con le bombe,
come i bambini!
Ma più ancora che i l passato, è l'avvenire, i
bambini che voi volete proteggere contro le bom–
be e le cannonate. E anche noi vogliamo salvare
i nostri bambini da una nuova guerra. Siate
onesti con voi stessi. Anche se preferite Parnell
Thomas o Bilbo ai comunisti, non potete ignorare
che non siamo noi che professiamo minacce di
guerra, che agitiamo bombe atomiche, che edi–
fichiamo coalizioni militari. Traete voi stessile
conclusioni che s'impongono: l'autunno è propi–
zio alle riflessioni. Forse, in questa « Giornata
della Pace », udrete i l nostro richiamo, e allora vi
stringerò fortemente la mano, quali siano le
vostre convinzioni. Bisogna accostarsi gli uni
agli altri, unirsi, perchè non ci siano più frutteti
abbattuti, bambini uccisi.
I
L Y A
E
H R E N B U R G
IL MESE DELLA STAMPA COMUNISTA
Ne] passato settembre,
se
ben
ricordiamo, qualche
questore e qualche
-
commissario dì polizia
tentò
dì
im–
pedire o di ostacolare le feste
dell'Unità
affermando
che
esse non erano « tradizionali » e che solo feste « tradi–
zionali
B
potevano essere consentite. Quest'anno,
per
quanto v i siano stati qua e là tentativi mi rant i a osta–
colare i l successo delle feste '(divieto di treni collet–
t i v i , ecc.), l'argomento della «t radizione»
è
stato però
lasciato da parte: forse perchè, se la tradizione nasce
dal numero degli anni, i l * mese
»
aveva ormai
i t i tol i




