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356

R I N A S C I T A

per dirsi tradizionale, e più probabilmente per i l ridì–

colo insuccesso che l'argomento usato aveva incontralo

lo scorso anno.

Era ed è vero, in un certo senso: le feste

delV Unità

non sono « tradizionali », nel senso che * tradizional–

mente » sì suol dare all'espressione : « festa tradizio–

nale ». La « festa tradizionale « è, o meglio era, in Ita–

lia, soltanto la festa del Patrono, la processione, la scam–

pagnata e la bicchierata: cerimonie che si ripetono

identiche negli anni, passive abitudini tramandate senza

mutamento di generazione in generazione, breve e tu–

multuoso oblio delle fatiche e della miseria di ogni

giorno. Le feste dei lavoratori hanno un carattere pro–

fondamente nuovo. Innanzitutto, per i l

modo

in cui le

masse ad esse partecipano. In moltissimi casi, si può

dire che quasi ogni cittadino che prende parte alla

festa è un

attivo organizzatore

di essa. Gli « stands », le

decorazioni, i carri, le bandiere, i cartelli, i costumi ecc.,

significano attività di un numero grandissimo di com–

pagni e di simpatizzanti, di uomini, di donne, d i gio–

vani. E si badi bene, non at t ivi tà «t radi z iona l e», non

cioè monotona ripetizione di quello che per la « festa»

venne fatto l 'altro anno, e Tanno prima ancora,^ e così

via. No, sì tratta dì attività intelligente e creatrice dì

grandi masse di uomini, quale nessuna festa tradizio–

nale et aveva mai mostrato. Scegliere la parola d'ordine,

ideare la battuta, allestire i l carro, organizzare lo stril–

lonaggio e la sottoscrizione e così via, significa, per le

centinaia di migliaia dj lavoratori che partecipano atti–

vamente alle nostre feste, fare uno sforzo politico, cioè

di comprensione della situazione, di comprensione degli

obbiettivi della lotta dei lavoratori, e dei modi per rag–

giungerli.

Per giudicare quindi i l significato, e i l

peso

del me=e

della stampa comunista nella lotta politica italiana non

basta tirare le somme dei mi l ioni sottoscritti e dei mi l ioni

di cittadini intervenuti. \ semplici numeri hanno cerio,

anch'essi, un loro immediato e importante significato

politico. Pur senza possedere ancora cifre definitive

(mentre scriviamo i l mese è ancora in corso), si può

dire senz'altro che le masse accorse attorno alle nostre

bandiere sono ben più numerose dì quelle che i l

Vi

apri–

le votarono per i l Fronte democratico popolare; che lo

straordinario aumento assoluto e

Yestensione

d^lle sot–

toscrizioni dimostrano un più saldo e più largo attacca–

mento delle masse alla bandiera del Partito comunista.

Ma i l mese non è stato soltanto una

rassegna

delle forze

socialiste e democratiche : è etata

una vera

mobilita–

zione politica,

propagandistica,

di rivendicazioni

e di

lotta,

delle crescenti forze dell'opposizione popolare.

« Oggi dobbiamo cambiare strada, prima che si siano

accumulate nuove rovine, prima che la situazione del

nostro Paese sia diventata irreparabile ». La parola d'or–

dine fondamentale lanciata da Palmiro Togliatti nei

suoi discorsi dì Castellamare, di Terni, di Novara è

stata ripetuta, non solo in decine e centinaia d i al t r i

comizi, ina ha animato innumerevoli incontri, r iunioni ,

feste. Le ragioni della nuova polìtica di pace, di giu–

stizia, di applicazione degli impegni costituzionali e di

sollievo delle condizioni di vita delle grandi masse con–

tro l'oppressione

e

le speculazioni dei trust, sono state

esposte con una larghezza forse mai prima d'ora rag–

giunta, nelle forme più semplici e più varie, da centi–

naia di migliaia d i compagni. I l mese della stampa

comunista è etato nello stesso tempo (come aveva indi–

cato Luigi Longo) una grande campagna di prcpaganda

popolare socialista, che, oltre a indicare alle masse i l

significato generale della lotta che conduciamo, ha i l l u–

strato le realizzazioni del socialismo nelTU.R.S.S., ha

celebrato i nostri mar t ì r i e i nostri eroi.

Anche prima della chiusura del mese, anche se sulla

base d i un'informazione completa

P

conclusiva sì pot rà

e si dovrà formulare questa o quella critica, sì può fin

d'ora tut tavìa sicuramente affermare che i l mese è

stato una grande manifestazione della forza politica

dell'opposizione popolare, della giustezza della politica

che ossa urgentemente propone, delia crescente e ap–

profondita comprensione di masse sempre più larghe,

del fatto che la via indicata dal Partito comunista è

Tunica vìa di salvezza.

Quadrante internazionale

H i

i

La situazione, caratterizzata nel suo complesso dalla

crisi sempre più profonda del sistema « occidentalistico »

promosso due anni or sono dagli Stati Uni t i , è dominata

ancora una volta dall'iniziativa di pace sovietica. Questa

estate, mentre, a Strasburgo, i ministri degli esteri dei

paesi della sedicente Unione Europea e i delegati delle

'

rispettive maggioranze e degli altri partiti borghesi nei

loro Parlamenti recitavano la farsa del « primo Parlamento

europeo », sì andavano progressivamente accentuando,

nella realtà dei rapporti internazionali, i segni di quello

sgretolamento dell'organizzazione economica fondata sul-

TE.R.P. che già registrava i l nostro Quadrante di luglio,

per sboccare poi, i l

17

settembre, nel brusco annunzio

della svalutazione della sterlina, cui seguiva, nel giro di

pochissimi giorni, quelfa delle monete degli al tri paesi

marshaHzzati. Le ultime tappe di questo processo sono

ormai largamente note : è del luglio scorso la confessione

da parte britannica deJle gravi difficoltà derivanti dalla

crescente penuria di dollari, cui fecero seguito gl i insi–

stenti a consigli » americani per la svalutazione della ster–

lina e per un ritorno alla libera convertibilità delle mo–

nete di tutti Ì paesi compresi nella loro sfera di influenza;

è di circa un mese dopo i l rapporto personale del presi–

dente e del segretario generale del-

TO,E-C.E- dove si accenna chiara–

mente alle ripercussioni della crisi

« di aggiustamento » dell'economia

statunitense sulla bilancia com–

merciale dei paesi partecipanti (una

diminuzione complessiva dèlie già

scarse loro esportazioni verso Tarea

del dollaro del

30

% in qualche

mese, con una perdita conseguente

aggirantesv tra i

500

e i

600

mi–

lioni di dollari) ; i l

7

settembre ei iniziano le riunioni di

Washington tra i ministri delle finanze e degli esteri degli

Stati Uniti, della Gran Bretagna e del Canada (a manterrò

la mia decisione dì non procedere ad alcuna svalutazione »,

dichiarava lo stesso giorno Cripps mettendo piede in Ame–

rica), che si concludevano dieci giorni dopo con la comuni–

cazione dell'avvenuta svalutazione della sterlina, decisa senza

alcuna preventiva intesa con le altre potenze associate in

barba ai tanto conclamati principi della solidarietà europea,

Non è ancora dato conoscere quali siano le contropartite che

gl i inglesi hanno ottenuto dagli Stati Uniti (oltre la prean¬

nunciata riduzione delle tariffe doganali), le quali, se–

condo l'opinione più diffusa, sarebbero quasi certamente

di carattere politico (la presenza dei ministri degli esteri

alla conferenza monetaria sta a confermarlo, mentre è ri–

saputo del resto come già in precedenza i circoli dirigenti

britannici avessero chiaramente manifestato la loro inten–

zione dì risolvere le divergenze economiche con gl i Stati

Uniti sul piano polìtico ed in termini politici). Nel frat–

tempo, i l Consiglio delTG.E.C.E. ha definito i l progetto

di ripartizione degli aiuti americani per i l secondo anno

delPE.R.P- basandosi sulla cifra totale — probabile ma

non certa, spettando in definitiva al Congresso statuni–

tense stabilire glj stanziamenti —di

3

miliardi e

776.500,000

dollari ed attribuendo a ciascuno dei paesi partecipanti

assegnazioni nettamente inferiori alle loro richieste mi–

nime (complessivamente

1

miliardo di dollari in meno

rispetto al

1948-49)-

Per quanto riguarda poi più particolarmente gl i aspetti

politici e militari del sistema occidentalistico, le deci–

sioni recentemente adottate dal consiglio delle nazioni

« atlantiche » per la costituzione di un comitato militare

formato dai ministri della difesa dei

12

Stati alleati e da

cinque gruppi regionali dì difesa, coordinati peraltro da

un comitato permanente a tre (Stati Uni t i , Gran Bretagna,

Francia), vero nucleo dirigente e dominante dell'intiero

meccanismo, non hanno certamente fatto scomparire le

gravi divergenze manifestatesi tra i paesi europei, preoc–

cupati ciascuno delle proprie esigenze strategiche, già ma–

nifestatesi in occasione del viaggio in Europa del capo di

stato maggiore nord-americano; mentre le incertezze ed