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68 k I N A S C I T A

tadinao no, tra il medioebassoclero, chenon tra la

grassabolghesia, di fatto datempousaa trattar quasi

dapari collepotenzepolitiche: incontrò diffidenza o

ostilità più omenoaperta nell'alto clero, nel collegio

deicardinali, quasi al vertice dellaChiesadocente, i

quali, nello stato pontificio, rappresentavano l'equiva-

lentedella feudalità. I l popolo s'inebriavaanch'esso

delgiobertismo per reazioni psicologicheelementari

sfruttatedai moderati per rafforzarenumericamente le

diinostrazioni.

La finedeleilusioninel'48.

A'chiarire gli equivocivenne il '48chemostrò tutte le

contraddizioni del neoguelfismo.Riformee non rivolu-

zione? le barricate e la guerracontro l'Austria erano

Tivoluzione, non riforma. Si disse « guerrasanta»:

guerrasanta? a chiamarlacosì rimasero,quandoPio

ritrasse, collacelebreallocuzione, lamanobenedicente

eleproprietruppe, i patrioti allaMazzinieallaCattaneo,

noncertocattolici ortodossi, emenchemenoneoguelfi.

Giuramenti sinceri dei Principi?appenadisposero di

'sufficienti forze, li rinnegarono,salvoeccezioni.Abdica-

zionespontaneadei principi ai propri diritti? salvoec-

cezioni,solo nel limite indispensabileper nonperdere

tutto.Accordo tra legittimità nei riguardi del principe

enei riguardi della nazione italiana? le repressioni

borbonicheeducali provano il contrarlo. Il sudditoele-

vatoa personae a cittadino? nel casopiù favorevole.

ecioènelsistemadellamonarchiacostituzionale., siebbe

il suddito-cittadino. I l pontefice

deusexmachina

della

rivoluzione liberale e nazionale.?quando si cominciò

afar sul serio,smentìepoi si rifugiòpresso il Borbone

esidiedealanciareencicliche fulminanti contro i demo-

cratici,comeanni primacontro i liberali.Accordo tra

civiltàcattolica, civiltà cristiana e civiltà? il problema

ètantoampio ecomplessoche lamotivazione. di una

breverispostanegativanonappare in questasedepos-

sibile.Accordo tra cattolicesimoe liberalismo?solonei

limiti dell'accordo tra patrimoniofeudaleecapitalismo

borghese,vale a direnonper la tuteladellapersonalità

di tutti, ma per la tutela dellaprioprietà e dei privati

(borghesi)edei principi (in tal sensosioperòunamodi-

ficazionedellaculturadellaclasseegemonicaela cultura

agì in favoredelmutamentostesso).Accordo tra catto-

licesimoedemocrazia?La rispostarichiedepiùparole.

Lasollecitudineeticadel cattolico, tesadal neoguelfi-

smoanche in virtù dei principi romantici inessoconte-

nuti edi persestessi favorevoli allaconsiderazioneper

gli umili, per gli oppressi,per i conquistati,per lemasse,

distrattadaaltrequestioni,non si orientò in Italia con

particolarevivacizà sui problemi del proletariato o del

lavoro, siaperchè da molto tempo i l pauperismoera

confinato,dagli stessi teologi e dottrinari cattolici della

politica, tra gli oggetti dellaspicciola attività caritativa

'delsingolo, siaperchè il lavoroapparivatropposovente

acostorounaconseguenzadelpeccatooriginale,unmale

necessarioe inevitabile, daaccettareconumiltàerasse-

gnazione:posizioni, in definitiva, quietistiche,corrispon-

dentiancheall'assuefazioneper certe strutture sociali

edi produzione tanto a lungoduratedadiventareper

ciòstessavenerabili. Alcuni oggi dimen‘icati, come

G.Munio, con principi cristiani tentaronodemolire lo

a illimitato diritto di pioprieta»,ma la chiesa, cui si

erailo rivolti, l i sconfessò. I concetti di «ministero»e

di «missione»,connessi collaevangelicaparabola dei

talenti, indussero taluni, come il lticasoli e il Lambru-

schini, ameglioconsiderare i doveri civili e sociali del

proprietario iondiario verso i contadini e del docente

versogli allievi poveri e a intuire l'imperianzadel rap-

pollopedagogico.Moltipensaronoadare,nonconprov-

vedimenti di poliziaoconleggi sui poveri,macon rifor-

meeconomico-sociali unmiglioreepiùabbondante,non

metaforico,pane ai poveri. Ma ciò erademocrazia o

avviamento a crearecertepremesse utili all'instaura-

zionedi unviverepiudemocratico? Il passopiù lungo,

al solito, fu compiuto dal Rosmini, i l vero filosofodel

neoguelfismo(menire al Gioberti, forse più ricco di

motivi neoguelfi, dilettava unugualmentevigilesenso

critico), che dalla dottrina dellapersonalità, forse per-

chenon si era liberatocompletamentedei residui sensi-

stici in virtù dei quali la. proprietà gli pareva«segno»

indispensabiledella personalità, traeva la conseguenza

chetutte le personedevonoessereproprietarie, e ten-

denzialmenteMmodouguale,ondesisarebbeavutoun

provvidenzialepareggiamentodelleproprietà ( private,

s'intende). In ciò il motivobasedellapolemicadelHo-

salini e di altri contro i l socialismo e contro il comu-

nismoe la fedeltà (poisuperata.)allo statopatrimoniale

delloHaller. Il Rosminicompresepurechecerti accordi

potevanoavvenirenon collaChiesaqual'eramaqualk.

a.vfebbedovutaessereriformata: anche il Tommaseo, il

Lambruschini e aliri neoguefimeditavano i l rinnova-

mentodemocraticodellaChiesa.Ma laChiesacattolica

docenteincominciò a considerare, dopo i l '48, come

nemicopeggioredel liberalismo, proprio gl'idealidemo-

cratici, il socialismoe il comunismo,contro i quali tuonò

concrescenteveemenza.Esicomprende: piùchela rivo-

luzioneborghese,s'.affacciavaminacciosaun'altra rivo-

luzione, di dimensionibenmaggiori dato il numerodei

partecipanti, la rivoluzione proletaria.

v i l '48segnò,dunque, la finedelneoguelfismoprogres-

sista;quandoanaloghi atteggiamenti, che consistono

essenzialmenzenella fiducia di concilia;re la civiltà col

«sensocomune»proprio dei componenti la societàcat-

tolicaedi averenelpapatounaguidasulla via del pro-

gressoo nella lotta in difesa di certi valori o interessi

nonspregevoli, s'i ripresentarono nella storia, non si

possonopiù dire neoguelfi perchèoramai estranei o

avversi al Risorgimento.

LUIGI BULFEREITI