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62 R I N A S C I T A

troragazzid'ambo i sessi,e il resto tutti arti-

giani,operai.

Manonaquesticalcoli sibadavasulmomento:

eral'entusiasmodeicospiratoiidellaGiovaneIta-

liaedellealtresocietù,efratellanzesegrete,che

orauscivanoallalucedelsole,esi trovavano,non

piùinpochi,ma«legione,checonvenivaordinare,

ripartire, indirizzareaunoscopo. . Età,sesso,

condizionesociale, tutte ledifferenze si dilegua-

vano. . . »

(D.

Levi).Era larispostadei radicali

aimoderatieaiconservatoridiffidenti:siamtutti

popolo,siam tutti nazione,uniamoci,amiamoci.

E' l'atmosferanellaquale il Mazzini,contro il

Cattaneoe il Ferrari, si dichiaraprontoall'ac-

cordoconCarloAlberto, a Milano.Quando fu

chiaraancheper i piùottimisti lasconfittadela

rivoluzioneitaliana e dellarivoluzioneeuropea,

il Mazzini rivolse la suaazione di propaganda,

comehaosservato il Salvemini,soprattutto agli

elementi«popolani», inunsensopiùdelimitato,

cioèartigiani,operai, oltre lagioventù: e sipuò"

direcheciòfosseunriconoscimento,nel fatto,

seppurenonteoricamenteragionato,diaverfinoa

quelmomentotenuto inpococontol'«aspettoso-

ciale»dellaquestione;però,quandoall'avvici-

narsidell'altra crisi del1870edel1871 il «peri-

colo»del socialismosembreràfarsi più forte e

piùincalzante, il Mazziniriprenderà,conlevaria-

zionidovuteallanuovasituazione, gli antichimo-

tivi. Si verificavalaprevisionedelCavour(inuna

letteradel1846messain rilievodalMaturi), sul-

lasorteriserbataaquellocheera il movimento

radicaleedemocraticopiù forte in Italia, il rap-

presentantetipico della « rivoluzione»e della

opposizione»danoi, il movimentomazziniano,

destinatoacooperareneimomentocriticoalmovi-

mentoliberaleconservatore,accetandone,si può

direoggi, insostanza, i presuppostiultimi (difesa

del'«ordinee dellaproprietà»)e laegemonia

politica.

« In Italiaunarivoluzionedemocraticanonhapro-

babilitàdisuccesso.Perconvincersenebastaanalizzare

glielementidicuisicomponeil partitofavorevolealle

novitàpolitiche.Questopartito.nonincontragrandi

simpatienellemasse,che,eccettoalcunerarepopola-

zioniurbane,sonoinge-neraleassaiattaccateallevec-

chieistituzionidelpaese.Lasuaforzarisiedequasi

esclusivamentenellaclassemediaeinpartenellaclasse

superiore.Oral'unae l'altrahannomoltiinteressida

conservareedadifendere.Laproprietà,graziealcielo,

nonè in Italia il privilegioesclusivodinessunaclasse.

Anchedoveesistono i ruderi di unasocietàfeudale,

questapartecipacolterzostatoallaproprietàfondiaria.

Suclassicosìfortementeinteressatealmantenimento

del'ordinesocialeledottrinedellaGiovineItalianon

hannopresa.Perciò,adeccezionedeigiovanipresso i

qualil'esperienzanonhaancoramodificatoledottrine

assorbitenell'atmosferaeccitantedellescuole, si può

afermarechenonesistein Italiasenonunpiccolissimo

numerodipersoneseriamentedisposte a mettere in

pratica j principiesaltati di unasettainaspritadalla

sventura.Sel'ordinesocialefossedavverominacciato,

sei grandiprincipisuiqualiriposa,corresserounperi-

coloreale,sivedrebbero—nesiamopersuasi—molti

fraglioppositoripiùdeterminati,fra i repubblicanipiù

esaltati,presentarsiperpriminellefiledelpartitocon-

servatore».

Lasaldezzadelleposizioni tradizionali,conser-

vatrici o reazionarie,austriaca,russa, inglesee

anchefrancese,èstatarilevatadarecenti studi

(Namier,Taylor) sul1848,chesembranocoinci-

derecon l'altra seriedi studi sulla«SantaAl-

leanza»esullasuapoliticacomerisoluzionedel

problemadella«paceeuropea»,echenonhanno

avuto,amenodi qualchetentativo,unarisposta

instudi ericerchetantosullapoliticapropria-

menteispirantesi ai principi dellaSantaAlleanza

quantosuquelladelCongressodi Vienna,consi- deralecomepoliticheconservatriciereazionarie.in sensoproprio,conl'appendiceideologicadel ro-

manticismoreazionario ( Schlegel,Ad. MtiDer,

ecc.),consideratocometale enoncomenovità

intellettuale. Lacoerenzadellareazioneedella

conservazione,evidentianchenellelineegenerali

dellastoria di queglianniattraversol'azioneele

dottrinediuominiedigruppi,nonsi ritrovacerto

nelcampodellaopposizione,della«rivoluzione»,

intesa,questasiasomerivoluzionepolitica eso-

ciale,siacomerivoluzionenazionale.Un rivolu-

zionariocomeEngelsosservavaalla finedel1847

chelalogicadelleriformeitalianedegliannidopo

il1846dovevaportaredinecessitàallaguerrana-

zionalecontro l'Austria. Poi, a cominciaredal

Giobertinel

Rinnoromento

,

si

èvenutoosservando

edimostrandocome il fallimentodell'azionepoli-

ticaedi quelamilitarerivelasserochenonc'era

stataunapreparazioneeunariflessionecoerente

suquestiproblemi.Neigruppi rivoluzionari«gia-

cobini»la riflessionecoerente, la chiaraconsa-

pevolezza,nonmancava;mancavanoleforzepoli-

tiche.Sonoquesteinparte lecritichediGioberti

aimoderati; lecritiche diCattaneo, diPisacane.

Esseacquistanosignificatonuovo,conunavisione

piùcomplessae piùprofondadellastoria, nelle

osservazionidiAntonioGramsci,chesi rivolgono

tantoaimoderaticheai radicali italiani, echesi

•risolvono inunacritica allaclassedirigente ita.

liananeLasuaformazionestorica,nelquadrodel

piùampioproblemaDirezionepolitica e 8 ato

modernoin Italia (pubblicati inSocietàe inBel-

fagor,

1947).

Daquestopuntodi vista, lericerchesugliutopi-

sti esui riformatori sociali fioriti negliannipre-

cedential1848edurante il 1848-49(nonparliamo

deglianniseguenti,quandoperfinoBismarckvan-

terà il propriosocialismocristiano!)nonpotran-

noportarea, risultati utili perquantoriguarda:

il problemadellapreparazione«rivoluzionaria»,

quandonon sianoconnesse o col movimento

mazzinianoo colmovimentoba,buvista(buonar-

rotiano).Nonapparefinoraunnessoconcretoe

precisofra la attività degli utopisti edei rifor-

matorisociali e i movimenti reali,seppurerac-

chiusinelleformedi rivendicazionianticheopro-

vocatidafame,rozzi.edisordinatisempre,delle

popolazioni,urbaneerurali,chechiedonotrasfor-

mazionieconomico-sociali.Anzi, si puòforseos-

servare il paradossocheovepiùfiorisconoleat-

tività di giornalisti e pubblicisti in quelsenso,

menosihannoserimovimenti dimassepopolari,

edoveserioapparequestofenomeno,nell'Italia

meridionale, più scarsa,quasiassente,sembra

essere

la:

pubblicistica insensosocialista. In real-

tàcosì i problemi si riduconoadalcuni aspetti

delastoriadelladiffusionedelleideepolitichee

sociali, di derivazionesoprattuttofrancesenel

quadrodelcosmopolitismodemocratico,nelnostro

paese(Petrocchi).Che ci fosserosocialisti,ecc.

fra i «radicali» ita:iani del1848(intendendoper

( radicali))mazziniani,democratici,repubblicani,

ecc.ecc.),nondicemolto,sequestinoncercavano

dirispondereaiproblemi italiani, o toscani, o