

Il 1848
eglieranotocomedirettore
dell'Atelier
ecomeunodei
capi dellaSocietà.delleStagioni, che solaavevaso-
pravvissutoallepersecuzioni del governo di Luigi ,Fi-
lippo.Anche
ai National
la sua immissione nel go-
verno fu ritenutaopportunaper placare gli operai, e
perciò si provvide permandarlo a cercare.Albert, in
quelmordentosedeva in uncaffè, eaccolse in silenzio
esenza'entusiasmo l'inviatoclit,Flocon: lui nonvoleva
&ntrarenelgoverno.Maquandogli si disseche si trat-
tavasoltanto di laffrontar dei pericoli: «Sarebbeuna
vigliaccheria»,disse, si alzò, e andò...a. farsi chiudere
sullafaccia
la
portadell'HòteldeVilledove il governo
sedeva. Infatti, ignotocom'era, e per di più operaio,
non lo si volle lasciarpassare!Poi, finalmente, il go-
verno lo accolse,ma con una certafreddezza, eC0714
quel titolo ambiguo di «segretario
D
che toccò a tutti
quelli della lista della
Réforme.
Solo il giornoseguente
i quattrosegretari, pur conservandoquesto loro titolo,
chieseroedottennero di esserconsiderati alla pari de-
gli altri ministri. Ma nonpassòaltrettanto tempo e i
borghesi del Governoprovvisorio trovarono unmodo
eleganteper sbarazzarsi dei duecatleghi « socialisti»,
assegnandoa LouisBlanc e adAlbert rispettivamente
lapresidenza e la viceprresidenza di quellaCommis-
sionedel governoper i lavoratori cheMarx definì un
Ministerodei pii desideri».
Maper la borghesia l'operaioAlbert restòper mollo
tempounenigma, anzi un incubo. In provincianon si
volevaaddiritturacredereallasuaesistenza: « Unope-
raio al governo?Impossibile!».Eanchea Parigi,dove
nonsi potevadubitaredellasuaesistenzaperché lo si
vedevaogni giorno, si dubitava della sua qualità di
operaio: troppo egli era corretto, silenzioso e severo:
«Unoperaioquell'Albert che sta al governo?Impossi-
bile!». E allora
VIllustration
dovettepropriosp'egare
chesì,Albert eraveramenteunoperaioeche« dedito
dapprimaiinteramente al suomestiere,
comedevefare
ognibuonoperaio,
in seguito ha potutoprendereuna
certainfluenzanegli affari delpaese».Siatebuoniope-
rai, parevadicesse, e diventereteministri. E lo stesso
Albert,affinchè la suaqualitàd'operaiononfossepiù.
messain dubbio, si premurò di esibire i certificati del-
l'officinadoveaveva lavoratocomemeccanicomodel-
latore,e di firmareregolarmente tutti i decreti:Albert,
Ouvrier. SicchèMartin detto.Albertesisteva, eraoperaio, era
membrodelGovernoprovvisorio.Ma,qualchecosache
nonandavaci dovevabenessere! Il suocollegaLamar-
tine,parlando di lui comedi un«combattentedei dog-
miprestigiosi dell'associazione e del salario», ce lo
descrive,mentreseguivamutoLouisBlanc: «Ma il suo
aspetodeciso, i t suo volto pallido, i l suogestire a
scatti, le suelabbrapalpitanti,esprifmevanofortemente
il fanatismoostinato per l'ignoto.Senzaparlare, egli
eraun conduttore di quella elettricitàmorale di cui
LauisBlancvolevacaricare il popoloper fulminare le
vecchiecondizioni del lavoro»
(Histoiredelarévolution
de1848,
Bruxelles,
1849,p. 259).
L'avevamoben detto
che in questodignitosissimooperaioqualchecosanon
andava: le labbra gli palpitavano per la brama del-
l'ignoto! L'odierno
Candidoè
battuto dal suo illustre
precursoreLamartiue.
Comunque,se l'ingressodell'operaioAlbert nel go-
vernoapparvecosainaudita, la suaestromissione fu la
cosapiù naturale per i suoi colleghi borghesi.Bastòd
che11
15
maggio la saladel'Assembleanazionalefosse
invasadalla folla, perchèAlbert fosse implicato nella
repressionescatenatadal governoe finissecondannato
dall'AltaCorte di Giustiziacon le migliaia e migliaia
degli altri proletari che la sanguinosarepressionedel
giugnoconsegnò inermi alle vendettedellaborghesia.
Poi,solo l'amnistiadel
1859,
quandoNapoleone III ebbe
bisognodi fareuna viratina a sinistra, lo liberò, e più
tardi,
111870-71lo videmembroattivodellaCommissione
delbebarricate in Parigi assediatadai prussiani e dai
borghesi di Thiers.Ma la veracarriera, politica di Al-
bert, si erasvoltainsiemealla primaentrata in scena
delproletariatoparigino, nellaprimaveratragicaeglo-
riosadel
1848.
m.
a.m.
MarxedEngels
sul '48 italiano
«Difenderemo la causadel'indipendenza ita-
iliana;,combateremo a morte
il
dispotismoau-
striacoin Italia„comeinGermaniaedinPolonia.
Tendiamofraternamente lamanoal popolo ita-
lianoevogliamoprovargli che la nazioneale-
mannaripudiaognipartedel'oppressioneprati-
cata,anchedavoiper gli stessiuominichedanoi
hannosemprecombattuto la libertà...Domande-
remodunqueche la brutalesoldatescaaustriaca
siasenzaritardo ritirata dall'Italia, e che i l
popoloitalianosiamessonellaposizionedi poter
pronunziare la suavolontàsovrana,rispettando
laformadigoverno-chevuolescegliere(1)».
Marxcosìscriveva, in italiano, alla fine di
maggiodel1848,cioèprima di iniziare la pub-
blicazionedellaNeueItheinischeZeitung, al di-
rettoredell'Alba, diFirenze, alqualesi rivolgeva
perinvitarlo alloscambiodei rispettivi giornali.
Pocopiùdi unmesedopo,sullecolonnedelsuo
giornale,dimostravaconcretamente lasuaoppo-
sizioneadogniatteggiamentosciovinisticodella
borghesiatedescaelasuasolidarietàconlerivo-
luzionideipopolioppressi,condannandol'operato
del'Assembleanazionaledi Francoforte, laquale
«secondola formanèapprovanèdisapprova la
guerracontro larivoluzioneitaliana,masecondo
larealtà l'approva (2)», edistinguendonetta-
mente il suoatteggiamentodaquellodegli altri
giornali tedeschi: « Malgrado le patriottiche
stridae il rullar dei tamburi di quasi tutta la
stampatedesca, laNeueRheinisch,eZeituingsin
dalprimomomentohapresopartitoaPosenper
i Polacchi, in Italia per gli Italiani, inBoemia
per i Occhi(3)».
Eancoramolti annidopoMarxricordavacon
giustoorgoglio
la
lotta da 'lui combattuta
in
nostrofaivore,erespingevaconsdegnolecalunnie
cheLuigi iStefanoni gli scagliavacontroiriecheg-
giando1ascreditatissimaspianapoleonicaVogt,
dallecolonnedel
Gazzettinorosa,
giornaleallora
sottopostoall'influenzabakunistica.Scriveva in-
fatti inunasualetteraa,questogiornale: «Nel
1848-49propugnainella
NeueRheinischeZeitung
lacausadell'Italia contro lamaggioranzadel
Parlamentoedellastampatedesca... In unapa-
rola,sempretenni la partedell'Italia rivoluzio-
nariacontro l'Austria (4)».
• Interesseperl'Italia
Mala.piùevidentetestimonianzadiquantoal-
loraMarxaffermavaèproprionegli articoli della
NeueRh,einisch,eZeitungriguardanti la rivolu-
zioneitaliana.Questi articoli, insieme a quelli
scritti per altri giornali eadalcunipassidel-
l'epistolario,praticamenteignoti finoraagli Ita-
liani,costituiscono,purnellalorobrevitàefram-
mentarietà,l'interpretazione più acuta e più
conseguentechesia stata data in quegli anni
(1)L'Alba,
Firenze.29giugno1848,n.258,p.1932.Cfr. M.E.
G.A.», I, 7, p.592.
(2)«M.E.G.A.», I, 7, p.85(N.R.Z.,23giugno1848).
(3)«M.E.G.A.», I, 7, p.181(N.R.Z.,12luglio1848).
(4)
Gazzettinorosa,
Milano,28_maggio1872,n.148.