Table of Contents Table of Contents
Previous Page  121 / 160 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 121 / 160 Next Page
Page Background

Il 1848

ng

E' un isolamentoche locondannaaduna inferiorità

sociale, di cui i canti contadini stessiesprimono la co-

scienza:

Fiar

delimone,

sìnatucontadinu, rijor d'uncane!

l'haimagnata lapappacoi. forcone!

(Umbria)

Sealla contadina si vuoi direcheè bella, le si dice

cheselinbraunacittadina:

Emi dispiacecheseicontadina:

Letu' belezzemi rendonotorto.

Alcarniminarmi parghi cittadina,

Eungelsuminovenutodall'orto:

Ungelsuminochedall'ortovenne:

Nascestebella, e il czel vi cimantenne.

(Toscana)

Enei canti cittadini, poi,•comelinquellofamosodel

poverocampagnolo, la satiradel villanoches'inurbaè

tradizionale:

Alpoverocampagnolo

gh'hann, tollo la berretta,

eper amorghe l'hann tornadaadà.

Desberettà!

Eperamoreghel'hann tornadaadà. (Milano)

Pure,

in queste'campagnelontane, tuttechiuse in un

isolamento,cheappena è turbato dagli influssi inci-

pienti di unapiùvivace civiltà cittadina, si svolgeuna

vitacheè la vita di milioni di uomini semplici, della

maggioranzadel popolo italiano di qu.ell'epoca: una

vitacheè fattaanch'essa

di

lottee di gioiee di dolori,

echeè puranchemateria, di storia. E' una vita quoti-

dianachesi ripete in tradizioni secolari,echesumotivi-

ein forme soventeantiche di secoli trova la sua

espressionepoetica:

Venghenoamille

li canti in coroe lecanzonibelle,

che'ogni contadinellasa ridille

(Lazio)

•Intorno al '48,proprio, fiorisceunaimprovvisatrice di

canzonipopolari, famosapoi per tutta Italia, unaconta-

dinatoscana, la Beatricedel Piani degliOntani,che ci

diceellastessa, nei canti raccolti dallasuaviva,voce,

comenascanoquesti canti delpopolo, individuali eper-

sonali, auntempo,eoperacollettiva, nati dallamiseria

edal lavoro,dall'amore, dalladisperazioneedallaspe-

ranza, tessuti su antiche trame, riarditi nella trasmis-

sioneorale,e riempiti, di generazionelin)generazione, di

uncontenutovecchioenuovo:

Nonvi maravigliate, giovinetti,

Senonsapessi troppobencantare.

Incasamianon, ci.è natomaestri,

Emancoascuolason ita aimparare.

Sevoi voleteintender la miascuola,

Suquestipoggi all'acquaeallagragnola.

Voleteintender lo mio imparare?

Andarper legna, o starmenea zappare.

(Toscana)

Quantecanzoniequantevanzoncele;

Lafamigliuolamele fascordare!

Achimancanlescarpe, a chi pianelle;

Amezzanottemi chiedono il pane.

Miresemi so' trovaa tal partito!

Lapiù piccinam'hachiestomarito.

Allapiùgrandeglielo vorrei dare:

Leinon lo vuole, e

Mi

fa disperare.

(Toscana)

S'iocanto tutto il giorno, il panmiManca;

Esenoncanto, mimancaa 'gnimodo.

Miopadre lochiamava?'Pogo-avanza,

Ememi chiamerannoAvanza-pogo.

De'dami,chem'aveopiù di cinquanta,

Meli sonpersi tutti apogoapogo.

Semeneperdoun'altro chT n' hoe,

Pogohoavanzato,eMenoavanzeroe.

(Toscana)

Eppure,dal lavoroedallamiseria, lapoesiapopolare

diquell'epocahasaputoesprimereuno stornelloche

sembraunoshakespeariano«Sognodimezzaestate»

Eio detti stornelli nesomille;

Mel'ha 'nsegnati 'l vecchiettindel colle,

Queloche fa lescufflealle farfalle.

(Lucchesia)

Nela vita dellemassecontadine, i l canto,come la

musicae ladanza,sonoancoramezzid'espressionee di

comunicazionecorrenti, quasiunanecessitàsociale:

quant'èbello tu sapesunare,

Quant'èbello chi sapecantabuono.

Sicoccheneninanun 'a puòparlare,

CI'oCanto le può di' cheti°chebuoie.

(Napoli)

Nésfuggeallepopolazionicontadine, sia pure' inuna

formaappenacosciente, il valorecatarticodell'arte, per

cui«cantando il duol si disacerba»

L'angeli l'hanno fatte lecanzone,

Quannosecanta,nonsepensaamore,

L'angeli l'hanno fattoLocantare,

Quannosecanta,nonsepensamale.

(Marche)

Mache«cantandonon si pensiamore»non.vuol qui

significarechedi amorenellecanzoninonSi tratti,ma

piuttostoche l'amore divienqualcosa di superiore, di

umanamenteangelico.Cheanzid'amoresoventesi par-

la, nei canti dell'epoca:

Nunsaeclochecanzonemecantare

tuttesopra l'amore va a finire.

Tuttesopral'amoreVaa finire

numsacciochecanzonemecantare.

(Marche)

El'amore'abbelisce la figuradellavoratoree il lavoro

piùduro:

Almioantur sì l'è d'uncapo-bulco:

Lapiantà'marosa in raesa sulco,

Quandche la rosa la sarà fiorita

Il capo-bulcosaràmiomarito.

(Novarese)

- E al boaro ladonnainnamoratavorrebbeindorare

bacchetaconlaqualeegli guida i bovi al lavoro:

aS'a féssime ladònade'buere,

i la subachétta a gliavuréàindureoe;

aa glia vuréi indurè férta la vétta,

chla si potrébbciani clArabachétta»,

• ( L u g o diRomagna)

la

Mal'amoreèpursempre, inquestomondochiusodelle

campagneitaliane amezzol'Ottocento, un sentimento

chenonoltrepassaenonpuòoltrepassare i limiti quasi

dicastache la societàimponead. ogni forma di co-

scienzao di praticasociale.Si leggaquestocaratteristi-

cocantodi Puglia, in cuiquestagraduatoriadellecaste

sociali in fatto di amoreèaddiritturaesplicita:

Lebellebelle su' de ti signuri,

Lebianculiddhesu' de l'artigiani,

Lebrunettedhesu' de li zappaturi,

Lescioculiddhesu' de ti. pecurari;

Leroserussesu' de li signuti,

Li garofedhi su' deLi artigiani,

Li basilicu su' de li zappaturi,

Li gisummin,i su' de lj. pecurari.

(Puglia)