

RINASCITA
Li Parti di l'Annimlna-vinturi (« le parti della Son-
nambula»)abbiamocitato larghi brani allepagine178,
193del nostrovolume I l Capitalismonellecampagne,
alquale per brevità rinviamo i l lettore più curioso.
Laconclusionedelpoemettoesprime in unaformacon-
cisal'atteggiamentodellemassepopolari della prima
metàdell'Ottocentoverso tutti quei settori dei cetimedi,
che2 torto o a -ragioneappaiono loro coalizzati nello
sfruttamentoenell'ingannodel popolo.Dopoaver, con
l'esamedellamano, indovinata la ventura di preti e
dimonaci, .di.medici e dl avvocati, di speziali e di
mercanti, laSonnambulaconclude,rivolgendosi a tutti
i ceti possidenti:
•
Figghioli,basta! 'un aju chi vi fari:
tutti di bonacasaebonpartitu!
Lamegghiusorti chi vi vogghiudart,
impist tutti! .ea. lu 'inferriu lu cummitu!
(Sicilia).
Enonmenoeficace'mente, in unacanzonepugliese,
unlavoratorecoincludecheè« la fatica (il lavoroma-
nuale)che lo fotte;beatochi lo evita; se il lavoroma-
nualefossebuono, lavorerebbemanualmente il galan-
tuomo(così si chiama,comeè noto, nelMezzogiorno,
ognipoéy'sidentedi condizionecivile) »:
Lalatèichemefolte,
Eviótea ci lascùoste,
Ci la falèicheèrebbone,
Fategaje 'ugalandome,
Ela vennajespeciOle!
(Ruvo).
Questo•atteggiamentoècaratteristicoper unasocie-
tàcontadina, nellaquale il lavoromanualenonsoloè
un'attivitàcoattaedolorosa,maresta il segno di una
inferioritàservile. Enonc'inganni, in effetti, unaappa-
rentesproporzionechesoventeèdatorilevare, nella più
recentestoriografiadelRisorgimento,e in quellasul '48
inparticolare, tra il pesoattribuito alleclassiurbanee
quelodelleclassi rurali. I nuovi ceti dellaborghesia,
dell'artigianatoedel proletariatocittadino— il cui fol-
cloremeriterebbeuna ricerca e una trattazione parti-
colare—hannocertounipesoprevalentenelmotodelRi-
sorgimento,comeforzemotricidecisivedellarivoluzione
democratico—borghese. Ma
questonon ci deve far dimen-
ticareche lo sfondoe il terre-
nosul qualequesteforzemo-
trici operano restaesgenzial-
menterurale e contadino, sia
puredi quellaparticolare rura-
lità italiana,disseminatadiCeli-
.tocittà, secolaresedimento di
passateepochestoriche, e di
grossiborghi,ovesovente,adif-
ferenzadi quelcheavviene in
altri paesi, si accentra lapopo-
lazionecontadinastessa.Dique-
stofondoruraleecontadinooc-
corresempretenerconto,mal-
gradola suarelativapassività.,
sesi vuoleintendere la natura
ela formadellereazioni,chele
iniziativedemocratichedel ni-
sorgimentodi volta in voltasu-
scitanonella società italiana.
Nelfolcloredel'epoca,delresto,
i motivi che ci rinviano ad
espressionidi unavitaedi una
civiltàcontadinadominanoan-
coranettamentesu quelli più
caratteristici delle popolazioni
cittadine.
Proprionel folclorecontadi-
no,d'altronde, troviamopiù ti-
picamenteespressoquelpartico-
larismolocale o regionrale, al
qualeaccennavamoal principio
diquestoscrittocomeadunapersistentecaratteristica
delavita italiana attorno al '48.Già. il paesaggio, nel
quale i canti popolari dell'epocainquadrano le loro im-
magini di lavoratori o d'innamorati, risente inevitabil-
mente,adifferenzadi quelcheavvieneper i canti degli
artigiani, di unaben più spiccatad:fferenziazione re-
gionale.Eccouna storiad'amore, inquadra;ta nel pae-
saggiodei fertili prati•delPiemonteodellaLombardia:
S'aj'era tre bei gluvo
feia tre liete
LabiundaMargherita
.4stignd lamani tela
Siadur,bei siaduri,
Sundutchamdng'oebèivo,
—Cosafavi, bel giuvo,
Posspamang&nèbèive,
—Mangè,beivi,belgluvo,
j'i:t giàn'entriamanle,
m'àcumpr4navesta
Al'à bin fdr—rfla cuzi
Ognipunlinde l'uja
Ognicostura fdita
ch'andavo i siè 'l len.
chil'andavoa rivreltè.
al'à porta 'I diznè;
sul'erbada tajè:
o
venì
'n
sdadiznè.—
evuncleamùnglanen.
chevoli nonmangè?
sunnaniurd t i vui.
chemi fassnen per viti.
chia l'è Vili prtnta d'vui;
di trenlalrè calur,
datre.galantmartur;
d'è 'nmassolinde flur,
el'è 'n bazind'amur.
(Canavese)
EdeccoInvece il paesaggiodi uncantod'amore sici-
liano, il paesaggiodesolatodel latifondo, oveper setti-
maneintiere i l contadino resta al lavoro, lontano dal
borgoe dalla bella:
Amuri,amuri,quannusi' luntanu
Cu' ti lu conzatu letlu la sira?
Cu' ti lu conza, it luconzamali,
Malaleddu ti levi la malina,-
Cunsarri lu voggh'iucu li me'manu,
Ecustucori .chi pri Ila suspira:
Ebamat'na, guairmi ni livamu,
Tufriseugigghiu,ed tu rosami chiamu.
(Sicilia)
Enonmenodelpaesaggiogeograficoeagricolo,ben
piùchenei canti cittadini e artigiani, apparedifferen-
zialoprofondamente,daregionearegione, il paesaggio,
l'ambientesociale dei canti contadini. Nell'Italia cen-
trale,eancora inbuona'partedellaSettentrionale, l'am-
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