

Il1848
I
I
socialmente
progressive, la cui energiarivoluzionaria
vieneperòcaptata,direttaeorientatainun,senso
poli-
ticamente
reazionario.
Diquestodramma,nellapoesiapopolaredellaprima
metàdell'Ottocentotroviamotraccenumerosissime.Nei
cantidelpopolo,comenellarealtà.dellastoriaitaliana,
«giacobino»e poi « liberale»divengonosinonimi di
«possidente»;eunadagiodiffusopertutto il regnodi
Napolidiràche«chitanepaneevinu-hadaessegia-
cubinu».Da uncapoall'altrod'Italia, nella
reazione
politica.,dellevecchieclassidominanticontro la rivolu-
zionegiacobina.e l'invasionefrancese., lemassepopo-
laririesconoa immettere la violenzadelle
loro
riven-
dicazioni,del
loro
odiodiclasse:
Atusuonode la granca,scia,
-vivasempetupopolobascio
Atusuonode l tammurieUi,
sorisurte li puverdelli
Alusuonode lecampane,
viva,viva li pupuiane
Atusuonode li violini,
sempemortea'Giacobini
(Basilicata)
Difficilmentesipotrebbe,meglioche inquesti"canti,
trovarespressa,informaefficacesepurquasiselvaggia,
ildrammadel•Risorgimentoitaliano:•undramma la
cuiprimacatastrofe, il suppliziodiEleonoraFonseca
Pimentel e degli altri giacobininapoletani, trova11
suoferocecommentonellastrofefamosa:
'AsignoradannaDianora
Checantava'ncoppa'o triata,
Mo'abbatta'mmiez'omercato.
Viva'upapasanto
Ch'hamannaia 'ecannuncine
Pe'scacciet' li gdacubine.
Viva 'a forca 'eMastuDonato
Sant!Antoniosiapriato.
(Napoli)
enonmenoferocenell'altra!
Signò,mpennimmochi t'hatraduto,
priévete,muonaceecavaliere!
Fatte;cchiùblà,fattecchiù
caucenfaéceallaLibertà
(Napoli)
La«libertà», alla quale lemassepopolaridavano
«calci .infaccia»,era libertàper i possidentigiaco-
binieliberali diusurpareleterrecomunali;e.pertanto,
inquestiversiselvaggieliberticidi,noisappiamoritro-
vareunanelitodiumanitàedipoesia;perquestoversi
ecanticomequellicheabbiamocitatohaatcontinuato
avivereper.tuttaItaliasullelabbradelpopolo,finmolti
annidopo il '48. Equestoanelitosi rivolgecontrogia-
cobiniefrancesi,chevogliontogliereai contadininon
soloterre e :raccolti,maquelmiseroe purcaropatri-
njoniodi unaculturatradizionale,cheera lasolacul-
turae formadi vitaculturaledellegrandimassedel
popoloitaliano:
StiGiacobins'faziorazun
Vuréiv0lvé la religiun.
Lur i fazionagranfesta
Aprèivee fretcupé-t.latesta.
Lalibertà iléandel a la fin
A 'confuziundeiGiacobin.
'LgeneraiRussa l'é rivà,
Suta Turin a s' j'éfermck;
As' j'éfermetfinagranbaterria,
Bumbeegranatee artileria;
An'unbatia a baiafuet,
Lasitadela é stditapid.
I vuriaessepa,drund' Turin.
I vurioessepadru Tvrin.
—OGiaéobin, l'éi vunaritta,
Ei'« pid-venabela.bota;
EGiacobinepatriot,
Evibuttrumatuti al .crot.
(Alba)
Donnevolontarie
(Stampadel'epoca)
Anchequestomotivodel «lvé la ,religiun»si ritrova
soventenei cantipopolariantigiacobini,antifrancesi
eantiliberali dellaprimametàdell'Ottooento.Ma an-
chein talemotivosiesprimequalcosachenoniè
solo
politicamentereazionario,qualcosacheèpure il
germe
diunsentimentonazioinale:cheèpursempreradicato,
dapprima, inognipaese,neltradizionalismoenelpar-
ticolarismocontadino. Piùchiaramentequestigermi,
questiprimi
elementi
di unsentimentonazionale,an-
coralimitatoall'orizzontedelpropriovillaggio o del
proprioprincipato,appaiono in altri canti,doveesso
apparepiùdirettamentemateriatodi unarealtà e di
unaesperienzaquotidiana.Di contro a unsentimento
dellanazione,più largo ecoerente,certo,maancora
tuttoretoricodi,moltidegli innigiacobinie liberalidel
primoOttocento,conbenaltrovigoreunsensodella
propriaterrasiesprimenellalimitatezzatuttarealistica
dicanticomequelli dellaSantaFedetoscanaed
umbra:
Equandofinirà la,bruttausanza
dichiuderelastalla,usciti i buoi?
Noiseminiamo il granoinabbondanza,
Machi lomangianonsemogiànal
Evengoncltlevanteediponente,
Eperchiseminòci restaniente:
Evengondi,ponentee di levante,
Eacasanostraognunoècomandante:
Evengonconlacodaecon li baffi,
Eacasanostrasempigliati aschiaffi:
Ei campielevendemmiee lefigliuole
Nonsono i nostri,ma di chi li vuole.
Enoivogliammari 'sullemaggesi
Per'ingrasset'iladront eghiassassini?
Perdio, l'handa lini'questiFrancesi,
Checi rubanl'onoree l quattrini!
(Umbria)