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l'elemento costitutivo non solo dell'attuale organizzazione socialebensì anche del vecchio,

eancorapersistente, modo di esseredonna. Noi la riproponiamo e la conserviamo tutte le

volteche ci rifiutiamo di analizzare e mettere in discussione i rapporti che instauriamo tra

noi. Tutto questo i piccoli gruppi lo avevano già capito anni fa e sarebbepeccato dimenti-

carlo proprio ora!

«Dopo la fase iniziale dell'entusiasmo e dell'accettazione il processo di smaschera-

mentodei ruoli ci è costatomolta sofferenza e fatica, lasciandoci senza i tradizionali stru-

menti di difesa; un processoappena iniziato, e quindi lungi dall'essere compiuto, che pre-

vedeancoradurissime battaglie, ancheperché, dopo lo «smembramento» del vecchio ruo-

lo, c'è sempre la tentazione di «ricostituirsi», magari con dei ruoli nuovi». (pag. 31)

La domanda che dobbiamo porci oggi è già contenuta in queste parole che sono poi

sempre le nostre: cosa abbiamo dunque «ricostruito» in questi anni di militanza? Possia-

moaccontentarci di esserecresciutequantitativamentesenzacapire a qualeprezzo? La po-

litica del femminismo non può che esserequesta: non accontentarsi mai di quanto si è

raggiunto, cioè non fidarsi mai di tutto quello che ci rassicura troppo facilmente, prima

fra tutto la nostra identità nuova. Quanto vecchio porta ancora consè?

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Fraire

F.

•1

LA « SCIENZA INFELICE » D I CESARE LOMBROSO

La figura di Lombroso, da tempopresentenei manuali solocomemitico pioniere del-

lamoderna criminologia, e pesantemente vivo nella realtà delle nostre più repressive isti-

tuzioni, sta conoscendo una nuova fortuna. Da una parte è lo stessomovimento di lotta

contro quel tipo di istituzioni che spinge a verificarne criticamente la genesi, dall'altra

opera la volontà di riportare alla luce elementi del positivismo in cui la cultura non si pre-

senterebbe in una sfera di separatezzama comedirettamente coinvolta alla risoluzione dei

piùdrammatici problemi sociali.

Nella direzione di un completo recupero il contributo più sistematico e apparentemen-

te più ricco viene dalla monumentale biografia di Luigi Bulferetti

(C. Lombroso,

Torino

Utet, 1975). Merito dell'illustre studiosoè quello di riportare alla luce, con il padre, anche

la figlia Gina (senza peraltro quasi mai citarla). La dipendenza dalla biografia

(Cesare

Lombroso, Storia della vita

e

delle opere,

Bologna 1921) piena di filiale venerazione per il

geniopaterno, è provabile senzamolti sforzi: basta un confronto strutturale. In molti casi

Bulferetti si limita a fare un riassunto, talvolta ripetendoespressioni ed interi giri di frasi.

Pochi elementi aggiunge (soprattutto nella

Premessa

e nella rassegna bibliografica, utile

anchese confusa) a livello interpretativo e del tutto discutibili, oppure ricavati dall'altra

suagrande fonte L'opera di CesareLombroso nella scienza e nelle sueapplicazioni (Tori-

no1906), volume dovuto alla pennabenevola o interessata di allievi e seguaci, in occasio-

nedel VI congresso di antropologia criminale, per imbalsamareaccademicamente lo scien-

ziato ormai perdutosi fra le nebbie «materiali» dello spiritismo. Il giudizio cheviene fuori

dall'opera di Bulferetti è, nel complesso, piattamente apologetico (basti pensare alla linea

diretta che unirebbe Lombroso alla tradizione dei Beccaria e dei Cattaneo, senzache ven-

gacolta la specifica, talvolta antitetica funzione ideologica dell'uno rispetto agli altri): ri-

mane il segno della filiale venerazione per il genio tutto cuore del padre. Sia Ferrarotti

nellarecensione al Bulferetti su«Paesesera» (10/XP75) sia Giacanelli nell'introduzione a

La scienza infelice

(a cura di G. Colombo, Boringhieri Torino 1975, L. 12.000) appaiono

impressionati dalla mole («documentazione ricchissima») del libro edevidentemente dalla

disinvoltura con cui l'illustre biografo di Lombroso si intrattiene con quel fitto mondo,

oggi ricoperto dalla polvere, di medici, giuristi, sociologi, non solo italiani, che formava-

no il clima culturale della «scuola positiva». In realtà tale disinvoltura è frutto, prevalen-

temente, della consuetudine che la Gina Lombroso aveva con personaggi in varie forme

legati al padre.

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