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esprimere di fronte alla diversità di un'altra donna è una certa qual «tendenziosità» che

scaturiscedall'aver

vissuto

esperienze differenti.

Lestesseautrici scrivono nella prefazione: «L'impegno storico di cui possiamoessere

capaci dovrà, e lo ricordiamo non certo per scusarcenema anzi con una certa fierezza, fa-

re i conti con la nostra storia personale e politica che é quella di donne che non hanno

vissuto la vita del movimento né comespettatrici esternenécomespugnepassive di quan-

toveniva prodotto». Quello cheviene fuori dall'insieme di questi documenti è dunque an-

cora la nostra diversità. Diversità di donne, diversità di soggetti politici, diversità di modi

di recepire le esperienzediverse dalla nostra vita. Sempre nell'introduzione si legge: «Pen-

siamoche valga ancora la pena di rispettare il "pluralismo" e la ricerca sperimentale che

il movimento continua ancora ad esprimere, anchese con una carica di esclusivismo e di

"furore ideologico"spessocontraddittorio».

Trascritta e fissata nei documenti dei vari collettivi questa diversità del movimento

femminista da tutti gli altri movimenti politici si fa, oltre che vitalità e ricchezza, proposta

di unmodo alternativo di intendere e fare politica. L'autocoscienza, il modo cioè con cui

ledonne riflettono

politicamente

sulla propria condizione ha prodotto un contenuto politi-

conuovo e un «linguaggio» politico nuovo legatonon più solo alla testama anche al cor-

po. Un linguaggiodunque che non prefigura ma individua perché il suoscopo è comuni-

care, farsi capire dall'altra e non stabilire la propria «ragione» su quella dell'altra. Neces-

sità di comunicare per le donne significadunque rintracciare il filo rossoche lega tutte le

diversità tra le donne ad un progetto politico comuneche faccia «vivere» e non appiatti-

scale differenze.

«E ancora l'autocoscienza ci ha dato il bruciante sapore della disparità, dell'essere

l'una diversa dalle altre e l'impossibilità di continuare a riconoscere la ricerca

dell'identità

(personale e di sessooppresso) nella ricerca

dell'identico

che fino ad oggi è stata alla base

di ogni

collettivo

(insieme uniformabile di più individui)». (dalla prefazione)

Ma ricerca dell'identità per le donne vuol dire costituzione di una soggettività politica

della quale entri a far parte la sessualità, e cioè l'elemento che costituisce la materialità

dell'essere donna. I l nuovo, l'inedito che circola dentro ogni testimonianza, riflessione,

prodotto del femminismo è proprio questo riferirsi ad una realtà non più neutra e ases-

suata. L'esempio più significativo di questomodo non «neutro» di condurre le lotte lo

forniscono le riflessioni che il movimento ha fatto in occasionedella legge sull'aborto e di

cui vale la pena riportare qui alcuni brani anche per dare un esempio di quello che si in-

tendequando le donne dicono che il nodo della loro condizione è quello legato alla divi-

sionesessualedei ruoli.

«Emerge qui la contraddizione tra sessualità femminile e sessualitàmaschile, la realtà

del

dominio

maschile sulla donna; e si palesa quanto il problema dell'aborto coinvolga la

donna— a livello conscio e inconscio— nel suo rapporto con la sessualità, la maternità e

l'uomo». (pag. 120) «L'aborto è invece un fatto sociale, una realtà di massa: nell'attuale

situazione, caratterizzata dallamancanza di alternative, l'aborto e la violenzache lo quali-

fica, è il prezzo che le donnesonoancora oggi costrette a pagare per il loro rifiuto di una

sessualità finalizzata unicamente alla riproduzione». (pag. 137) «In questomodo, quella

cheè la conseguenza più violenta e più drammatica della contraddizione tra la sessualità

femminile emaschile, viene ricomposta, comesempre, tra donne».

Le difficoltà di comunicazionesorgono peraltro in tutte le situazioni meno legate ai

gangli istituzionali, quelle situazioni che sono legate alle pratiche del movimento più che

alle lotte condottesuun obiettivo «esterno».

Lesituazioni assemblearimostrano la corda più dei collettivi sul problema della co-

municazioneperchémentre il collettivo vive nella testa di ognuna di noi un po' come una

seconda identità, la situazioneassembleare ripropone drammaticamente

la contraddizione

individuo-collettivo

senzapermettere l'identificazione reciproca propria del gruppo ristret-

to e affiatato.

Il limite di tutti i prodotti scritti del movimento è proprio qui: è di non fornire ele-

menti sufficienti per poter analizzare questa contraddizione. D'altra parte ogni volta che

sipone al centro della riflessionequest'ordine di problemi l'effetto immediato è una para-

lisi del gruppo nei confronti della comunicazione verso l'esterno. La domanda è allora:

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