Table of Contents Table of Contents
Previous Page  203 / 228 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 203 / 228 Next Page
Page Background

cemente, attraverso gli «onesti», sulle falsificazioni apportate dalle ingiustizieeconomiche

nella lotta per l'esistenza (il patologico). Per tutti basterà ricordare le posizioni espresse

dal Ferri nel suoSocialismo e scienzapositiva. Darwin, Spencer, Marx (Torino 1894).

Estremamente significativa nella sua rozzezza, l'argomentazione che, utilizzata da

Lombroso per il casoPassanante, viene ripresa, con intimo compiacimento, con le stesse

parole, anche a «chiarire» e classificare il fenomeno Davide Lazzaretti (cfr. anche

La

scienza infelice,

che giustamente gli dedicaalcunepagine, pp. 129-140). Due grossi avveni-

menti, sintomo, se non altro, del forte disagio sociale, ognuno con le proprie specifiche

caratteristiche, sono appiattiti e risolti nella patologia individuale. (Gramsci analizza nei

Quaderni

il significato storico-sociale della singolare figura di Davide Lazzaretti e del suo

movimentoesprimendoanche un definitivo giudizio critico sull'operazione di Lombroso e

di altre autori che andavano nellastessadirezione. (Cfr. in particolare,

Quaderni

III, Ei-

naudi 1975, p. 2279-83; cfr. anche E. J. Hovsbawm, I

ribelli,

Einaudi 1966, p. 96-105).

Dal brano suPassanante, risulta senza veli anche la concezione del «normale» e la stabili-

tàdel ruolo socialebiologicamenteprefissato. «Che unostudente di liceo, che un impiega-

toqualunque siapreso dal ticchio di leggere tutto il giorno giornali escombiccheraregros-

siquaderni dalle elucubrazioni più volgari e spropositate, io non ci troverei nulla a ridire

(la nuova Biblioteca Elzeviriana sarebbe lì a provarcelo); ma che un cuoco, anzi uno

sguattero, acuisca l'ingegnomaggiore che natura gli diede, non nell'ammannire nuovi in-

tingoli, ma nello scriverecontinuamente, nel progettare repubbliche ideali, come non l'o-

serebbe forse attualmente Mazzini, e nel continuarvi anche quando non trova alcuno che

gli badi, tanto da ridursi alla fame, qui troviamo una di quellespecie di eroi che, piutto-

stodi toccare le soglie del Walhalla, raggiungono o, almeno, rasentanoquelle del manico-

mio, tanto più se egli è di quelle regioni dove l'ideale delle basse plebi difficilmente si

spingeverso le alte questioni politiche e morali»

(Considerazioni al processoPassanante,

in Delitti vecchi e delitti nuovi, Torino 1902, p. 202).

In considerazioni successive sul casoPassanante, dopo aver citato gli esempi delle

pazzieepidemiche del medio evo «che si ripetono nei nihilisti di Russia, nei mormoni e

neimetodisti d'America, negli incendiari Normanni, ed ora in quelli della Comune di Pa-

rigi» assimilati per quanto riguarda l'Italia «ai torbidi suscitati nell'Emilia dal macinato,

nei quali, secondouno studioaccuratissimodello Zani, appuntopreseroparte sette aliena-

ti», propone come risposta risolutiva per la difesa sociale l'istituzione del manicomio cri-

minale e così conclude alla ricerca di una comunesicurezza: «Forse che non era egli più

consolante il poter dire che non fu sano di mente quello che attentava il nostro re, che il

tentativo del regicidio non fu l'espressionedellepassioni di un partito e nemmeno d'un in-

dividuo, ma l'effetto di una malattia...?»

(Pazzi

e

anomali,

cit. pp. 343-44)

Sedal quadro generale, tracciato a grandi linee, scendiamo quindi alla concretezza

dei singoli interventi sul sociale (qualche altro significativoesempio lo daremodiscutendo

brevemente l'introduzione del Giacanelli) ci sembra di vedere una conferma della funzione

ideologicamenterepressiva svolta dallostessoLombroso. Non ci sentiamo infatti di poter

accreditare l'immagine che, pur all'interno di un'equilibrata e articolata lettura del feno-

menoLombroso, emerge dalle pagine del Giacanelli. Egli inserisce la posizione del crimi-

nologonel movimentogenerale del processocostitutivo dello stato e della coscienza unita-

ria nell'ambito di forti contraddizioni: il ruolo dell'intellettuale è notevole per la raziona-

lizzazione riformista di una patologia sociale. Lombroso apparterrebbe all'ala più avanza-

ta e radicale di questaborghesia che non si rifiuta al confronto con i problemi reali, non

sinascondeche dopo l'unificazione il lavoro è tutto da compiere per una vittoria sull'ar-

retratezza. «È — scrive Giacanelli — tra quelli che si collocano più a sinistra rispetto al

potere ufficiale, e si erigono a coscienza critica di una società che indugia sul vecchio ed

esita a intraprendere la strada della suaorganizzazione più avanzata, cioè razionale, "po-

sitiva", scientifica». (p. I I ) In realtà, nel constatare una militanza dell'intellettuale che

non identifica la suamarcia con quella delle classi dirigenti, si concede poi un po' troppo

aLombroso conquesta definizione. Ci sembrache il «tecnico» voglia imporre una «sua»

norma, certo immanente e razionalizzatrice, critica di ogni residuo spiritualistico, ma tale

danon incrinare il fondo sostanzialmenteapologetico. Non di «appropriazione scientifica

dei grandi problemi nazionali» (p. 13) si tratta, bensì di far passare, esorcizzandoli, i

201