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vità, evitando però nel contempo la crisi verticale del mondo capitalistico. Quello

cheè stato difficile da scegliere per gli uomini politici sovietici, una volta capita

la funzione determinante della scienza per la politica di piano, fu quale scienza e

conquale organizzazione. A livello delle istituzioni scientifiche, scelgono la conti-

nuità con un modello organizzativo a dir poco ottocentesco, che propone delle

scienze un'unità centrata su una visionematerialistico-meccanicistica del mondo

naturale (l'evoluzione, l'elettromagnetismo, la chimica...), cercando addirittura di

integrare al suo interno la tecnologia. Si attestano cioè su una concezione scienti-

fica, che il mondo capitalistico stava superando proprio in quegli anni verso una

politica scientifica di tanti settori specializzati, separati nelle tecniche e nei lin-

guaggi, riunificabili solo da qualche astratta filosofia e metodologia razionalisti-

ca. Come se fossero 'ai tempi di Newton, scelgono di pianificare le scienze sulla

base dei problemi tecnologici, quando all'interno della seconda rivoluzione in-

dustriale avviene l'inversione: la scienza, presunta autonoma, precede e apre la

strada alle applicazioni. Non poteva cheesserci contraddizione tra un modello di

industrializzazione molto simile a quello capitalistico nell'organizzazione del lavo-

ro e delle priorità — che recuperava le arretratezze del «prima della rivoluzione»,

mache cercava poi di superarle attraverso le forzature dei piani quinquennali sul

cammino della produzione (un modello quindi con caratteristiche anche «d'avan-

guardia») — e una politica scientifica, che sceglie forme invecchiate («di retro-

guardia»). Mentre i paesi capitalisti non si faranno travolgere dalla crisi del '29 e,

facendopagare prezzi altissimi di libertà e di sangue col fascismo e la guerra,

cambieranno — diremmo oggi — modello di sviluppo e assetto scientifico,

l'URSS proseguirà certamente sul modello di sviluppo post-rivoluzione, ma sarà

costretta ad allineare la sua politica scientifica, córne dimostra la separazione

semprepiù profonda tra scienza e tecnica.

In questo attrito tra politica industrialenovecentesca e livelli scientifici, che

risentono di un clima per certi versi ottocentesco, il materialismo dialettico fa un

po' da olio, un po' da sabbia. Fa da sabbia nei momenti in cui pretende di chiu-

deremeccanicamente i l circuito scienza-tecnica, proponendo nel contesto delle

scienze la visione continuista ed evoluzionista engelsiana, prigioniera del dibattito

scientifico di fine '800. La scelta politica di questa ideologia di riferimento fissa

unquadro troppo rigido, che si scontra sia con i contenuti, che vannomaturando

nella comunità scientifica (cui è stata lasciata autonomia sufficiente, perchéessa

tenda ad avvicinarsi sempre più a quella occidentale), sia con la rottura del mo-

delloenglesiano della tecnica (che nutre la scienza) che entra necessariamente in

conflitto con lo sviluppo delle forze produttive perseguito a livello economico.

Ma il materialismo dialettico riesce anche per certi settori ed in certi periodi

essenzialmente il prima ed il dopo Stalin — a fare da olio, perchése ne può dare

(comestanno facendo i geymonatiani in fase di compromessostorico) una inter-

pretazione neutralista e di sintesi puramente filosofica. Così questa filosofia deve

permettere l'autonomo dispiegarsi delle scienze in base al puro confronto speri-

mentale con la natura, ma deve garantirne al contempo un inflessibile

uso

di clas-

se.Questo spiega le relative libertà degli anni '20 e l'allineamento senza problemi

ideologici sostanziali della attuale scienzasovietica a quella capitalistica.

Il quadro, che abbiamo abbozzato, spiegasecondo noi perché non ci possia-

moaspettare in URSS quellegrosse innovazioni concettuali a livello dei contenuti

delle teorie scientifiche, che si trovano invece nel resto dell'Europa. La relatività

ela meccanica quantistica hanno dagli scienziati sovietici solo dei contributi, an-

chese notevoli, come quelli di Fridman, Landau, Fok, e altri. Vi furono attacchi

aquelle teorie, ma essenzialmente da parte di filosofi e sul piano dell'interpreta-

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