Table of Contents Table of Contents
Previous Page  121 / 228 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 121 / 228 Next Page
Page Background

quella «naturale» del carbone, sviluppa le forze produttive per sostenere i nuovi

rapporti di produzione conquistati dalla borghesia. All'interno di questoprocesso

rivoluzionario complessivo, che è politico, economico e sociale, alcune «trovate»

artigianali si coagulano in tecnologia e vengono assunte al rango di discipline

scientifiche. La vecchia scienzameccanica si spacca, per consentire lo sviluppo

della termodinamica, dell'elettrologia e magnetismo, dell'ottica ondulatoria; la

matematica comincia a staccarsi dalla fisica. In matematica, l'analisi si stacca

dalla geometria (che è ora quella descrittiva); poco più tardi spunta una nuova

concezionedell'algebra: cambiano nel complessoprofondamente i criteri di verità

inmatematica. I vari Fourier, Cauchy, Monge, Coulomb, Carnot, Fresnel, prota-

gonisti di questa primavera culturale, conserveranno alla Francia il primato scien-

tifico in Europa ancora per cinquant'anni.

Il positivismo filosofico, chespingeverso le specializzazione ed è in polemica

diretta con la vecchiametafisica, rappresenta la nuova ideologia: conoscere le leg-

gi della natura, in quanto oggettive ed epurate di ogni metafisica, e farne fonte di

progresso in ogni settore della vita sociale.

Senza la rottura rivoluzionaria e i nuovi rapporti di produzione, che si in-

staurano a favore della borghesia, il nuovo progetto sulle scienzesarebbe impen-

sabile. Solo all'interno di questo nuovo progetto, che è rappresentato dal nuovo

assettodelle istituzioni scientifiche e scolastiche, si spiegano tanti nuovi metodi,

teoremi, linguaggi, invenzioni e leggi di «natura». Lo scontro tra il vecchio e il

nuovo fu molto duro, la testa di Lavoisier caddeperché la nascente chimica mo-

derna non poteva esseremantenuta negli angusti spazi di un idealemeccanicisti-

co. I l passaggio dalle «qualità» alle «quantità» non poteva limitarsi a riproporre

leuniche quantità razionali settecentesche, cioè quelle della dinamica newtoniana.

In questosensoLavoisier si oppone alla trasformazione, si batte perché rimanga

l'Accademia e viene eliminato.

Sicuramente non è stato solo l'estremismo dei sanculotti e dei giacobini, che

condusse a pensare di rinnovare interamente anche le scienze. L'odio per la scien-

za rappresentata dall'Accademia era l'odio per tutto ciò che ostruiva il nuovo as-

settosociale. Tanto più gli interessi della borghesia venivano a galla all'interno

dello stato repubblicano, tantomeno la vecchiascienza era in grado di soddisfarli

eandava quindi sostituita. In questa fase sempre la borghesia ha saputo che non

poteva limitarsi ad aspettare una crescita continua e lineare, o peggio a piegare

ad un nuovo uso i prodotti scientifici dell'Accademia. Per finire, notiamo come

si intreccino e facciano coerenza tra programma politico e politica scientifica, du-

rante la rivoluzione francese, lo stato, le istituzioni scientifiche, la scuola, la pro-

duzione, le tecnologie belliche e l'ideologia. Tutti fattori, che regolano la dinami-

cadelle scienze e che ritroviamo nella rivoluzione d'Ottobre.

Lecose vanno altrimenti nella Russia del XX secolo, nel sensoche non solo

comeè ovvio — cambiano i protagonisti reali in un momento storico profon-

damente diverso, ma muta notevolmente il modo di rapportarsi dei vari fattori.

Analogamente a prima, usiamo come termometro per studiare il fenomeno l'isti-

tuzione scientifica. I l centro delle scienze nella Russia degli Zar• è l'Accademia

delle scienze di Pietroburgo, fondata da Pietro il Grande nel '700 su modello

francese. L'Accademia permette alla Russia di prima della rivoluzione di stare al

passocon le scoperte del resto dell'Europa; organizzata per discipline, sulla base

delle divisioni ottocentesche, si distingue dall'università, cui è assegnato il compi-

to di insegnare. I governi zaristi non disdegnano di commetterle particolari pro-

blemi da risolvere, ovviamente non di scienza pura. Come accade per il resto del-

la cultura, gli scienziati costituiscono una élite a livello europeo in un paese, che

119—