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di

coscienza

e

volontà organizzate

che in essa vi sono i presupposti oggettivi di

una nuova libertà. I l problema vero che a quest'altezza si pone è quello della arti-

colazione autonoma e pluralistica di tali elementi e forme di coscienza e volontà

organizzate, e in tal senso è i l problema di un "nuovo conformismo" (ovvero

d'una forma inedita di libertà solidale)». (7)

È evidente, comunque, che esiste un rapporto di stretta correlazione tra la

concezione della democrazia e quella della libertà. Poiché è chiaro che definire

come democratico i l tipo di regime politico sopra delineato significa anche, e

principalmente, avere una determinata opinione di cosa significhi libertà, cioè au-

tonomia del soggetto, in questa società.

Qui si viene al nocciolo del problema. Nella discussione è intervenuto Massi-

mo Boffa (8). Ci siano consentite lunghe citazioni, ma si tratta di espressioni

esemplari. «Le società socialiste, infatti, per quanto "transitorie" ci si ostini an-

cora a definirle in sede teorica (ostinato in realtà, osservo [F.S.], è poi il PCI),

hannoespresso un proprio originalemeccanismo di potere ... in esse si è afferma-

ta una forma di sovranità particolare, la "sovranità del partito dirigente", tra-

scendente le volontà empiriche dei singoli in nome di un superiore finalismo.

Questo è il

risultato duraturo

del processo di costruzione degli organismi statali e

della sovranità socialista nell'URSS. E questo risultato storico ... appare tutt'al-

tro che accidentale. Voglio dire che si può e si deve dare un grande peso alla

concreta esperienza politica dello

stalinismo ... ma

- dopo tutto — resta l'inter-

rogativo se quella realtà politico-statale non sia ancora legata in gran parte alla

natura pianificata (e socialista) della società sovietica». E subito dopo vi è un rea-

listico richiamo alle concrete condizioni storiche in cui il discorso si muove: «La

riflessione sulla teoria politica del socialismo, e sulla sovranità socialista, e quindi

il tema della libertà e dell'autonomia individuale, della partecipazione alle deci-

sioni politiche, del rapporto degli individui e dei gruppi con la comunità di cui

sonoparte, i temi insomma che confluiscono nella discussione sulla democrazia e

il socialismo, per essere trattati in modo realistico e non astratto, devono innanzi-

tutto fare i conti con le spinte tendenziali di una struttura economica non solo

sempre più complessa, ma che per superare le proprie contraddizioni è sollecitata

ad andare (ed in parte è già avviata) verso processi di crescente concentrazione,

controllo e vera e propria pianificazione, destinati a lasciare meno spazio all'au-

tonomia e iniziativa individuali... I l socialismo, infatti, non è solo giustizia socia-

le: è una nuova disciplina delle forze produttive, controllo e dominio dei processi

spontanei, refrattario per definizione ad ogni interpretazione esasperatamente li-

bertaria del rapporto tra individuo e comunità ... non c'è alcun motivo per dire

che tutto questo sia "incompatibile" in linea di principio con la libertà e la de-

mocrazia, ma certo c'è una forte

propensione

del processo

reale

del socialismo a

darsi una forma di sovranità in cui l'autonomia individuale, la dimensione del

"lecito" siano subordinati ad un finalismo comunitario... Al la questione della

sovranità socialista, infatti, il "modello sovietico" una sua risposta storicamente

l'ha data, attraverso la subordinazione delle diverse componenti della società (in-

dividui, classe operaia, sindacati ecc.) ad un partito-Stato che ha teorizzato espli-

citamente la propria legittimità ad essere interprete degli interessi "non transito-

ri" della intera collettività». È chiaramente comprensibile che l'intervento di Bot-

ta, con la sua razionalità espositiva, abbia irritato altri intellettuali comunisti, in-

tervenuti successivamente, interessati principalmente ad utilizzare l'occasione per

(7) G. Vacca, «Discorrendo di socialismo e di democrazia»,

I l marxismo

e

Io Stato, cit.,

p. 150.

(8) M. Boffa, «Le dure repliche della storia»,

I l marxismo

e

Io Stato, cit.,

pp. 75 e sgg.