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ticomunista, che abbiamo già incontrato. Anche in Italia nei suoi confronti è sta-

ta applicata — non a caso dall'area dei filosofi marxisti legati al PCI u n a sor-

ta di teoria degli opposti estremismi filosofici.

Simile manovra è stata fatta anche nei confronti del più celebre avversario di

Popper, vale a dire T.S. Kuhn. In lui la storia delle scienze ha un ruolo centrale,

purché non la si concepisca come elenco di .anedotti sugli uomini illustri, ma co-

me il teatro, in cui si fabbricano le teorie. Facendo quindi analisi concrete di tutti

i livelli coinvolti in una data teoria — da quello più tecnico dei contenuti, a quel-

lo più filosofico delle concezioni del mondo, a quello più sociologico dell'orga-

nizzazione delle istituzioni — ci si convince che una teoria si sostituisce ad un'al-

tra attraverso una vera e propria rivoluzione. Così chiama Kuhn il

cambiamento

di paradigmi,

che, all'interno della comunità degli scienziati, caratterizzano le re-

gole da seguire, se si vuole, in un dato contesto storico, produrre scienza. In tali

periodi — chiamati «normali» — le scienze sono in realtà collezioni di rompicapi,

nel senso che si pongono solo i problemi, di cui è garantita la soluzione. Ma suc-

cede anche che nella comunità degli scienziati emergano paradigmi in conflitto,

che portano alla sostituzione dei vecchi. I l meccanismo, con cui avviene questo

processo rivoluzionario, non è comprensibile, se ci si limita alla storia cosiddetta

«interna», perché in genere una teoria scientifica non si afferma sull'altra sulla

base dei dati sperimentali, che spiega o prevede, ma solo in base a radicali cam-

biamenti di punti di vista. Come in psicologia si studiano figure, che possono es-

sereviste in modo diverso (il disegno di un papero può diventare quello di un co-

niglio; di un cubo disegnato opportunamente è ambiguo quale faccia appaia più

vicina al lettore), così in fisica gli

stessi

dati sperimentali vengono montati secon-

do teorie opposte. I l progresso scientifico, che è cumulativo nei periodi normali,

si rompe in particolari momenti storici, in cui la frattura e il conflitto tra teorie

rivali diventano contraddizioni irriducibili. L'esempio più famoso riguarda la ri-

voluzione copernicana, che affossa il sistema tolemaico perché il paradigma della

separazione tra cielo e terra della filosofia medioevale aristotelica si muta in quel-

lo della loro unità concettuale, al cui interno gli esperimenti terrestri sono esten-

dibili alle cose celesti. Se si fosse trattato solo di fatti empirici da spiegare, sareb-

be bastato aggiungere e sistemare un po' di cicli e di epicicli; si trattava invece

soprattutto di raggiungere una maggiore «semplicità», che permettesse l'uso pra-

tico richiesto dai traffici marittimi.

Come si vede, Kuhn fornisce importanti cavalli di troia per penetrare nella

cittadella delle scienze, perché rivaluta — all'opposto di Popper — il ruolo dell'i-

deologia degli scienziati e della loro collocazione sociale, come viene determinata

dalle istituzioni di cui fanno parte. Infatti la sua scuola sta facendo una serie di

analisi storiche concrete, specialmente dall'800 ad oggi, della massima utilità

perché innovano una tradizione sclerotizzata o solo sui contenuti teorici, o solo

sulle biografie dei grandi scomparsi. I limiti dell'approccio kuhniano non stanno

tanto nel modello di progresso scientifico con discontinuità radicali — che del

resto è probabilmente il modello più vicino alla realtà storica — quanto nella ca-

pacità di rendere ragione fino in fondo di tali fratture. I l concetto di paradigma è

infatti assai vago nella teorizzazione principale del 1962

(La struttura delle rivolu-

zioni scientifiche);

esso rasenta quasi l'ineffabile e risiede forse più nella capacità

evocativa del singolo studioso, che in un metodo vero e proprio. Forse a causa di

questa incertezza lo scontro con Popper pare si stia recentemente attenuando e le

fratture storiche presenti nello sviluppo scientifico diventano così fitte e ritrovabi-

li in ogni stadio della ricerca, da assomigliare alla eterna e perciò metafisica

lotta della verità contro l'errore di baconiana memoria.

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