

l'apporto delle singole discipline, ma l'articolazione globale di queste tra loro e
con il quadro sociale ed economico di riferimento; non solo i contributi dei diver-
sistudiosi, ma l'ideologia e il progetto politico, cheessi esprimono.
Per noi quindi la questione centrale non è «cosa è la scienza», ma «dove va
la costellazione scientifica». Le finalità e i cambiamenti sono priorità logiche ri-
spetto alleessenze ideali e metafisiche. Se si vuole capire dove va la carrozza, o si
vuoleprevedere dove arriverà (perché no, anche per prevenirlo), è ridicolo limi-
tarsi alla cavallinità; bisognaconoscere chi è il conducente, come è fatta la vettu-
ra, qual è il suo carico e lo stato delle strade.
Diffidando — come faceva il vecchio Marx — del sapere, che si presenta in-
dipendente dalla prassi, crediamo che la costellazionescienza sia determinata dal-
lesue finalità e che queste siano scelte, fissato il tempo e il contesto sociale, al-
l'interno della contraddizione tra rapporti di produzione e sviluppo delle forze
produttive. Ciò che in un dato contesto storico-sociale appare come scienza
(compresa la sua immagine ideologica), è frutto di una scelta e di uno scontro,
che limita drasticamente e cerca di condizionaregeneticamenteanche i suoi stessi
sviluppi successivi. Quando diciamo che sbaglia di grosso chi concepisce le scien-
zecome neutrali — perciò piegabili a ogni uso— intendiamo questo.
All'interno dell'oggetto individuato come «costellazione scientifica», risulta-
no definiti anche gli strumenti adatti ad analizzarlo: per daresenso alla distinzio-
ne tra scienza e non-scienza senza falsare la storia (preoccupazione del resto
estranea a chi — come la scuola popperiana — procede all'insegna della caratte-
rizzazione normativa), dobbiamo considerare il problema da un punto di vista ge-
netico-finalistico. Se vogliamo, ci può anche riuscire comodo chiamare questo
«metodo», ma ci preme sottolineare cheessoper noi scaturisce dalla rete di arti-
colazioni individuate nel concreto storico di ciò che è oggi la scienza e non vice-
versa. Il risultatomaggiore di questa impostazione sarà — pur riuscendo a distin-
guere in certa misura tra astronomia e astrologia — di non dare per scontate, e
rendere quindi razionali, certe scelte e di non attribuire col senno di poi delle eti-
chette di valore. r
Nelle società capitalistiche avanzate, la costellazione scientifica si presenta
comeun immane ammasso di discipline, di tecniche, di linguaggi. La caratteristi-
caprincipale al livello organizzativo, che la distingue da tutte le fasi precedenti, è
lospecialismo e la divisione in tanti settori, pressocché incomunicanti. I l rovescio
dellamedaglia è che si esorcizza il problema parlandospesso di interdisciplinarie-
tà. Questo significa che l'assetto culturale capitalistico tollera senza troppi proble-
mi i nuovi punti di vista, purché però obbediscano a una regola generale intocca-
bile: devono collocarsi in una precisa casella o al limite crearsene una adatta.
Questa regola fondamentale è vera al punto che perfino le discipline, che si pre-
tendono interdisciplinari, diventano a loro volta delle specializzazioni: così, se la
fisica si separa dalla matematica, si creano la fisica-matematica e la matematica-
fisica; se si vogliono studiare i fenomeni della vita con tecniche fisiche, non si ri-
duce la biologia alla fisica, ma si fonda la biofisica, e così via. La specializzazio-
nediventa sinonimo e garanzia di rigore.
Gli stessi approcci di ordine superiore, che sonocioè caratterizzabili per ave-
recome oggetto di analisi scienze di base e checercano quindi di abbracciare più
settori, costituiscono a loro volta, o per un retaggio storico e per motivi di neces-
sitàmetodologica, particolari discipline specialistiche. Accanto alla matematica si
avrà -allora la storia della matematica e la filosofia della matematica, o la storia
dellescienze, o la sociologia della scienza, tutte dotate di un particolare metodo,
di una certa tecnica, di un opportuno linguaggio. Specializzazioni tra altre specia-
107