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occupando, ma, come qualcuno ha detto, è stato «scippato» dal parlamento al giu-

dice istruttore, con il pretesto che vi erano coinvolti ministri ed ex ministri (in effetti

questi erano coinvolti fino al collo, come è risultato da alcuni atti del processo pub-

blicati da «L'espresso», anche se la inchiesta giudiziaria, al momento della sottra-

zione degli atti da parte della Commissione parlamentare, non era diretta contro di

loro).

Sulla stessa falsariga si sono mossi anche altri interventi del giudiziario nei

confronti di esponenti governativi (caso dell'olio di colza ecc.), casi f ini t i tut t i

davanti alla Commissione parlamentare ed ivi debitamente insabbiati.

3. Un altro settore che ha visto un rilevante intervento del giudiziario è stato

quello legato alle «trame nere» ed ai tentativi golpisti più o meno articolati che si

sono avuti in Italia in questi ultimi anni. Una linea che si era già delineata con la

indagine nei confronti di Freda e Ventura ha avuto ulteriore conferma nella indagine

sulla

Rosa dei venti

ed è culminata nell'arresto del generale Miceli, capo del SID. Da

queste indagini giudiziarie sono emersi gli strettissimi legami esistiti (ed esistenti?)

tra alcuni vertici statali, centrali di provocazioni straniere e neofascismo «nostrano»

nella strategia della tensione di questi anni (e nelle stragi dalle quali è stata accom-

pagnata).

Anche queste indagini avviate da giudici giovani, spesso collocati in zone peri-

feriche del paese, hanno conosciuto una sorte assai vicina a quella già indicata in

precedenza per gli scandali del petrolio ecc. Mancando la possibilità tecnica di avo-

cazione da parte del parlamento, la classe di governo, intervenendo presso la Corte

di cassazione, è riuscita ad ottenere che, con opportuni interventi, questa sottraesse i

processi ai giudici «naturali» e l i concentrasse nelle mani di giudici ritenuti più

rispettosi del potere (trasferimento del prosieguo della inchiesta Freda in Calabria,

unificazione delle inchieste Sogno, Rosa dei venti, Miceli ecc. presso il tribunale di

Roma ecc.) ove tutti i fatti o sono stati totalmente insabbiati (vedi lo stralcio del pro-

cesso Freda: non si è avuta alcuna notizia di at t i istruttori compiuti a questo

riguardo dai nuovi giudici investiti del caso) o sono stati drasticamente ridotti ed

attenuati (vedi i l caso Miceli).

4. Un terzo settore da considerare è quello relativo al trattamento del dissenso

politico di «sinistra». In questo campo non si sono verificate deviazioni giudiziarie

particolarmente gravi con arresti e detenzioni arbitrarie, anche se perquisizioni a

raffica e tentativi più o meno riusciti di coinvolgere i tre gruppi più «rispettabili»

della nuova sinistra in provocazioni non sono mancati (vedi da ultimo la vicenda

relativa ad Avanguardia Operaia).

La presenza di gruppi che agiscono nella clandestinità e che si richiamano,

nelle loro enunciazioni pubbliche, ad una ideologia di sinistra è servita, al contrario,

per portare uno degli attacchi più gravi che si siano mai avuti nel paese ad un giudice

che aveva gestito i l processo (contro le

BR)

cercando di applicare anche nei con-

fronti dei membri di queste arrestati i principi garantistici e rifiutandosi di adottare

procedure speciali nei loro confronti (e nei confronti dei loro difensori).

5. I fatti che sono stati raggruppati sub

d)

concernono l'atteggiamento della

magistratura nei confronti dell'apparato più strettamente «punitivo» dello stato,

vale a dire forze di polizia, carcere e manicomi giudiziari. Il rapporto tra magistra-

tura e polizia anche nel periodo esaminato è caratterizzato da una sostanziale rati-

fica da parte della prima dei comportamenti della seconda, anche quando la stessa si

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