

Tre sonogli obiettivi concreti principali—ha detto Togliatti—che il partito comunista
si era proposto di raggiungere dopo il crollo del fascismo. Il primo era la partecipazione del-
l'Italia alla guerra di liberazione e la insurrezione del popolo per la cacciata dello straniero
invasoreedei traditori fascisti. Questo primo obiettivoèstato raggiunto. Il secondoobiettivo
consisteva nell'evitare, dopo la liberazione, lo scoppio di una guerra civile a cui venivano
provocati gli strati più avanzati della massa lavoratrice ma che si sarebbe inevitabilmente
tradotta in una perdita dell'indipendenza del Paese.Anche questo risultatoèstato raggiunto.
Il terzo obiettivo era la cacciata della dinastia dei.Savoiae la instaurazione della Repubblica.
Per via democratica, anche se attraverso una lotta più dura di quella che ci si attendeva, la
repubblica è stata instaurata (49).
Instaurata la Repubblica, l'attività parlamentare acquista un certo ritmo: il 25
giugnoha luogo la prima riunione dell'Assemblea Costituente; il 26 vengono eletti il
presidente dell'Assemblea e i vicepresidenti. Il 29, viene eletto Enrico De Nicola a
capo provvisorio della Repubblica italiana. Nel primo governo repubblicano costi-
tuito da De Gasperi, i comunisti propongono un programma che si riassume in
questi termini: un premio ai lavoratori, la terra ai contadini, i Consigli di gestione, la
nazionalizzazione dell'industria elettrica (50).
Nel luglio si intensificano scioperi spontanei a Treviso, Milano, Torino, Parma,
Mestre, Forlì. In tale periodo aumentanosemprepiù le dimissioni dal PCI, originate
dal decreto dell'amnistia e dalla corresponsabilità governativa. Nell'agosto si ha
notizia di prime serrate da parte padronale. Il legalitarismo del PCI si spingesempre
più lontano, fino alla dichiarazione secondo la quale «manca alla nostra polizia un
vero e proprio ordinamento, un'organizzazione efficiente» (51), ma riceve una
smentita imprevista verso la fine dello stessomese: infatti gruppi partigiani ascen-
dono di nuovo le montagne per rifiuto di abitare nella Repubblica che mitraglia i
contadini, libera i fascisti e mette gli operai alla disoccupazione.
L'Unità
non può
porsi contro tale mossa, e dapprima commenta i fatti in questo modo:
La loro disperazione nasce da una metodica distruzione delle loro speranze e degli
ideali per i quali hanno, dopo 1'8 settembre, impugnato le armi. Sono i primi a compiere
questogesto: ma quel gesto ha dei rapporti profondi con la realtà generale. É quindi inutile
voler limitare la sua portata aunatteggiamento inconsideratoearbitrario di ungruppo isola-
to. A quel gesto ieri hanno idealmente sottoscrittomilioni di lavoratori, migliaia di partigiani
(52).
Poi si mobilitano Ulisse, Negarville, Ugolini, Pajetta, Scotti, Moscatelli perché
convincano i partigiani a scendere dalla montagna. Infine, mentre a Verbania ven-
gono liberati dal carceredue partigiani detenuti, e lasecessionenonaccennaacessa-
re, si grida alla provocazione.
La Repubblica è nata malata, nella repressione antioperaia. I l 5 ottobre, il
socialista Corsi, sottosegretario agli interni, invia un telegramma ai prefetti perché
organizzino il crumiraggio in occasione dello scioperominacciato nelle campagne, e
il giorno dopo avviene, per questomotivo, altra sollevazione nelle file proletarie. Nel
Sud, sindacalisti contadini vengono inviati al confinodi polizia comemafiosi, avven-
gono arbitrari arresti notturni, moti cruenti, ma Ruggero Grieco, nel precisare le
direttive per il lavoro politico nell'Italia meridionale, non può non intensificare le
illusioni democratiche: si tratta di «instaurare la Repubblica» anche nel Sud. Il 9
ottobre, a Roma, una manifestazione di edili viene caricata dalla cavalleria, a scia-
bolate, e si registra unmorto, 128 feriti,
l'Unità
non batte ciglio: «non sono stati gli
operai, ma i neofascisti». Di fronte allemanifestazioni di classe, il PCI tendea impli-
caremonarchici, fascisti, trockisti, nello stile permanentemente staliniano già eser-
citato in Spagna, ese Pertini e i socialisti difendono l'ex comunista Carlo Andreoni,
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