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Romano Canosa

MAGISTRATURA: CRONACA D I UN ANNO

1. L'analisi del comportamento della magistratura in Italia a partire dai primi

mesi del 1974 richiede—per essere comprensibile—una breve indagine sui fatti che

si sono verificati in Italia nello stesso periodoeche hanno visto un intervento del giu-

diziario di un qualche rilievo. Questi fatti possonoessere suddivisi in gruppi, in rela-

zione al tipo di rapporto che essi hanno presentato con la gestione del potere quale si

è venuta articolando in questi ultimi anni nel paese.

Sotto questo aspetto una suddivisione possibile è la seguente:

a)

rapporti tra

poteri pubblici e potentati economici nazionali o multinazionali;

b)

rapporti tra

poteri pubblici ed alcuni settori burocratico-politici, anche questi nazionali ed inter-

nazionali;

c)

trattamento del dissenso politico, dalle sue forme più moderate a quelle

avventuristiche;

d)

assetto dei settori più arretrati degli apparati di stato finalizzati

alla «punizione»;

e)

diritto del lavoro;f) questioni in tema di diritti civili;

g)

azioni

che la corporazione dei giudici ha condotto a tutela dei suoi interessi di categoria.

2. L'inizio del 1974 presenta forse il momento di intervento più esteso della

magistratura italiana, dall'unità ad oggi, nei confronti del potere politico. Il caso del

«petrolio» infatti ha dato vita ad una contrapposizione nettissima tra classe politica

(con la esclusione—di rilievo—del partito comunista) e corpo giudiziario, quale non

si era mai vista in precedenza.

L'accaduto è noto e non merita molte parole. Partendo da alcuni fatti all'appa-

renza banali, alcuni giudici genovesi erano risaliti a gravi fenomeni di corruzione

concernenti rapporti tra aziende petrolifere e partiti politici.

La risposta dei politici era immediata e di una virulenza senza pari.

Cominciava un ministro della repubblica ad affermare che uno stato che si

regge sui mandati di cattura dei pretori non ha prospettive entusiasmanti davanti a

sè(questo è indubbiamente vero, a patto che si riconosca—cosa che quel ministro si

èben guardato dal fare—che la «colpa» per una tale situazione non è dei pretori che

inquisiscono, ma di coloro che gestiscono la cosa pubblica in chiara ed abituale vio-

lazione delle leggi penali). Rincarava la dose uno dei leader del partito di maggio-

ranza relativa, sostenendo che non sarebbe stato in alcun modo permesso che il

paese «fosse governato dai pretori».

Infine sopravveniva una proposta di legge di iniziativa democristiana, diretta a

riformare la composizione del Consiglio superiore della magistratura, in modo tale

da assicurare in questo organo una maggioranza di membri di nomina politica, con

la relativa possibilità di controllo (e di ricatto) contro eccessive manifestazioni di

indipendenza. Tutto il processo, a seguito della scoperta di gravi indizi a carico di

numerosi ministri, veniva trasmesso al parlamento, dove era destinato ad una fine

ingloriosa nei meandri della commissione inquirente.

Un altro intervento del giudiziario che ha toccato da vicino i partiti della mag-

gioranza e la opposizione di destra è stato quello relativo ai fondi neri della Montedi-

s-oned anch'esso ha seguito il destino del primo, anche se questa volta il processo

non è stato trasmesso al parlamento volontariamente dal giudice che se ne stava

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