

deve essere quello di contrapporre alla linea del padronato una propria azione che
abbia invece l'effetto di riunificare gl i elementi divisi. I n passato, i l padronato
basava la propria strategia sulla divisione della classe lavoratrice fra tre comparti-
menti scarsamente comunicanti: i l settore tradizionale dell'agricoltura, i l settore
moderno dell'industria, e i l gruppo emarginato dei lavoratori emigrati all'estero.
Questa tripartizione fa ora posto ad un'altra, questa volta fra lavoratori di fabbrica,
lavoratori emarginati delle imprese minime, e lavoratori del settore terziario, questi
ultimi, a loro volta divisi fra gruppi ben diversi per condizioni economiche e posi-
zione sociale. Se questa è la divisione con cui la classe lavoratrice deve fare i conti, è
necessario che qualsiasi disegno di azione ne teina conto e sia tracciato con l'obiet-
tivo consapevole di superarlo. Un disegno di azione simile è in linea con quanto
abbiamo già osservato sugli spazi di azione della lotta rivendicativa. Se è vero che,
fino a quando i l sistema capitalistico permane, è illusorio pensare di eliminare lo
sfruttamento, l'azione della classe lavoratrice deve puntare, al di là della semplice
lotta per i l salario, ad ottenere un'accumulazione di tipo diverso, caratterizzata da
minori ingiustizie e diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, da una quota
crescente di reddito distribuita in natura a tutti i lavoratori, ed una quota correlati-
vamente minore distribuita in moneta in parti profondamente diseguali. Anche per
questo aspetto, l'azione rivendicativa deve mirare, sul piano delle istanze materiali,
ad un obiettivo di unificazione.
Questa conclusione, più che indicare concretamente la via da seguire, apre un
problema di sostanza estremamente arduo. Non è facile, e può darsi che risulti in
molti casi pressoché impossibile, trovare una linea di azione che abbia davvero risul-
tati unificanti nei confronti dei tanti gruppi fra i quali la classe lavoratrice si trova
oggi suddivisa. Per conseguire questo risultato, i sindacati dei lavoratori di fabbrica,
che finora hanno rappresentato il punto di riferimento e l'elemento guida dell'intero
movimento, dovrebbero individuare elementi di unificazione sia con i gruppi emargi-
nati (lavoratori dipendenti di imprese minime, artigiani, domiciliari, disoccupati) sia
con i gruppi privilegiati (impiegati, burocrati, che godono di redditi elevati, o della
garanzia di stabilità, o di ambedue). La situazione è complessa, anche perché il tipo
di lavoro da svolgere in questa direzione non è i l medesimo nei confronti dei due
gruppi. Nei confronti dei lavoratori emarginati, è possibile che si tratti semplice-
mente di scegliere azioni aventi un contenuto tale da riflettere esigenze comuni a tut-
ti; sotto questo profilo, mentre un'azione per il salario o per un tipo di riforma divisi-
bile (come trasporti urbani), tutelando i soli interessi immediati dei lavoratori di fab-
brica, perpetuerebbe le divisioni esistenti, un'azione per riforme di carattere indivisi-
bile (la scuola, la sanità, la riduzione delle tariffe pubbliche, il controllo dei prezzi)
potrebbe avere risonanza e conseguenze unificanti. tangibili. Ma nei confronti dei
gruppi privilegiati, la situazione è ben diversa. Verso costoro, l'azione di divisione è
particolarmente riuscita, al punto che non solo le loro condizioni materiali sono
prosperose, ma anche la sensibilità politica e la stessa consapevolezza della loro col-
locazione sociale sono assai ridotte. Nei confronti di costoro occorre quindi svolgere
un'azione preliminare di sensibilizzazione che, per le stesse condizioni di privilegio
in cui essi si trovano, rischia di essere estremamente ardua da avviare.
È probabile che la linea immediata debba iniziare col battere una sola delle due
vie, che è quella dell'estensione del movimento ai gruppi emarginati. Anche qui la
situazione non è tale da dare luogo ad una realizzazione immediata, ma le possibilità
sono assai più concrete. La situazione sotto questo profilo si presenta assai diversa
nel Nord e nel Mezzogiorno. Nel Nord, anche i lavoratori delle aziende minime ed i
domiciliari sono probabilmente sensibili ad una azione unificante; si pone piuttosto
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