

una posizione peculiare, perchè è al contempo un omaggio all'«eredità dei classici» e una
protesta contro la loro gestione monumentale (che peraltro, nell'insegnamento scolastico,
esclude il
Werther,
e per buone ragioni). Reso anonimo dalla scopertinatura, privato di ogni
aura sacrale, approdato al cesso, Goethe può ancora «funzionare» proprio perché così si può
misurare sia l'enorme distanza che lo separa da noi che i l brivido che ancora attraversa
questa distanza. Il brivido è opera di Goethe; senza di lui Plenzdorf ha scritto lo scenario del
film
Die Legende von Paul und Paula
in cui l'anticonformismo oltrepassa Salinger per giun-
gere a un nuovo conformismo non dissimile
da Love story
e quasi altrettanto evasivo e rea-
zionario.
Infatti, la storia raccontata in questo film di un «poliziotto popolare» che abbandona la
moglie per una donna vitale e generosa che gli vuol dare un figlio pur sapendo che probabil-
mente morirà di parto, come puntualmente accade, scarica la critica sociale sull'edificazione
erotica (il culmine anticonformistico è la scena in cui il poliziotto si spoglia lentamente della
divisa per andare a letto con la donna). Anche nei
Nuovi dolori
sappiamo che si è persa la
carica e ricarica della tensione sociale con quella erotica che regnava nel prototipo. Tuttavia
c'è una tensione che va al di là della vaga insofferenza del giovane Holden, ed è il pathos del-
l'individuo che vuole la vittoria e non incassa la sconfitta («Questo forse fu il mio grande
errore: in vita mia non le ho mai sapute prendere», dichiara l'eroe nell'ultima pagina). Questo
pathos si nutre del
Werther
in parte per opposizione—perché Wibeau non tollera quello che
Giorgio Manacorda, i n un l ibro interessante anche se unilaterale
(Materialismo
e
masochismo. I l «Werther», Foscolo e Leopardi, La Nuova Italia 1973), chiama i l «ma-
sochismo» di Werther —, in parte però anche maggiore per analogia, perché trova in lui la
conferma dell'importanza dell'individuo, di cui avrebbe ottime ragioni di dubitare. Dice-
vamo che questo recupero, per precario che sia, è possibile solo in un paese socialista. Ma a
vent'anni di distanza dal libro di Carlo Levi è lecito dubitare che il futuro abbia un cuore anti-
co; la permanenza di valori protoborghesi ignoti al giovane Holden è una magra consolazio-
ne. Il futuro dovrà rompere la chiusura dell'individuo in cui si consuma il destino sia di Wer-
ther che di Wibeau e creare un nuovo rapporto tra individuo e collettività, e un rapporto che
non faciliti solanto le invenzioni tecnologiche. Si intende che questa critica a Plenzdorf non
coincide, anzi è l'opposto della critica dei dogmatici della RDT, che danno questo rapporto
per già attuato mentre il merito di Plenzdorf è di mostrare quanto sia irrisolto e si agiti entro
vecchi moduli. Resta il fatto che paradossalmente il vecchio Werther, questo personaggio
piagnucoloso, batte alle porte dell'utopia socialista e della desublimazione non repressiva
molto più efficacemente che il giovane Wibeau con tutta la sua arroganza.
Cesare Cases
LAING POETA?
La notorietà che Ronald Laing si è acquistato non ha niente di superfluo. Non è dovuta
agli effetti d'eco del mercato culturale ma alla forza dei suoi scritti. Di questa forza negli
ultimi anni hanno trovato utile impadronirsi individui e gruppi non più disposti ad essere
liquidati dall'igiene omicida della razionalità istituzionale. Molte delle analisi di Laing sono
cioè diventate politicamente operanti. Sono uscite dall'ambito della circolazione tra studiosi
per andare a finire sempre più spesso nelle mani dei loro giusti destinatari. In questo senso le
posizioni e le elaborazioni di Laing e della sua scuola (Cooper, Esterson e altri)
hanno avuto
successo.
Un successo che in questo caso non significa solo incremento delle vendite librarie
edel prestigio culturale. Significa anche che la critica della psichiatria e del sapere medico in
generale è diventata un «fatto sociale».
Tutto questo è abbastanza noto. Informazioni sulla attività di Laing si trovano sulla
copertina di parecchi libri. Ma si ricavano anche indirettamente (e non è poco) dal modo in
cui questi libri sono scritti. Le caratteristiche del suo linguaggio scientifico non possono
essere attribuite senz'altro all'empirismo tipico della cultura inglese. C'è qualcosa di più.
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