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1917, Caporetto, allorchè, secondo De Felice, si registra un'acutizzazione della crisi

del suouomo. Fino ad allora Mussolini rimane, sempresecondoDe Felice, un socia-

lista, a tutti gli effetti, magari «dormiente», ma socialista. Da allora in avanti ha ini-

zio quel processo di «evoluzione» che, nel breve volgere di un triennio, porterà

l'ex-direttore dell'«Avanti!», «dal socialismo al fascismo» (53). Sorvolo sull'analisi

del significato di Caporetto sul piano politico generale che il De Felice compie, e

sulla quale si può anche, in parte, concordare. Così comesi può accettare la tesi che

apartire dall'ottobre-novembre '17 Mussolini si sposta a destra. Ma se si deve

innanzi tutto precisare che questo spostamento non è nè contraddittorio rispetto

all'autunno del '14 nè fievole nei suoi termini politici (Vivarelli scrive: «Mussolini si

schiera apertamente a favore della reazione nazionalista» (54), ci si deve altresì

chiedere perché mai in un «socialista» e «rivoluzionario», qual era allora il Musso-

lini secondo lo schemadel nostro autore, la disfatta di Caporetto—che testimoniava

della brutalità del potere militare edella consapevolezza nellemasse dell'inutilità ini-

qua della guerra—coincidente con la vittoria bolscevica in Russia, perchèmai susci-

tasseuno spostamento a destra, enona sinistra, comesarebbe stato lecito attendersi

in un militante della causa proletaria. A maggior ragione la domanda ha un senso

ovesi consideri che proprio a partire da Caporetto in Italia nascono, un po' sponta-

neamenteun po' per influenza riflessa degli eventi russi, eun po' anche per la propa-

ganda diretta a galvanizzare il prostrato morale delle truppe, sentimenti diffusi esin-

cere aspettative di mutamenti profondi nell'assetto sociale e istituzionale del paese.

Tanto più per un Mussolini, che più che altri leader dell'epoca, affonderà a piene

mani nel linguaggio spregiudicatamente radicale, al quale sono obbligate ad attin-

gere «tutte le forze politiche italiane, e in particolare proprio quelle che della guerra

stessa si proclamavano legittime eredi» (55).

Continuando a propugnare la versione «socialista» e «rivoluzionaria» di Mus-

solini ancora per tutto il '19 e sino all'autunno de '20, allorquando avverrebbe,

l'abbiamo visto, la «definitiva svolta mussoliniana», De Felice interpreta, ovvia-

mente, l'adunata del 23 marzo 1919, a piazza S. Sepolcro, come la riunione di un

pugno di sovversivi di sinistra (per quanto inquinati di sindacalismo, nazionalismo,

massonismo...). Solo la convinzione ferma di tale matrice di sinistra dei Fasci di

combattimento, sin dalla loro nascita, ci permette, secondo la visione del Nostro, di

cogliere appieno il significato e il senso di un movimento pieno «di confusione e di

contraddizioni», nato in un clima «confuso e contraddittorio» (56). Prendendo alla

lettera tutte le dichiarazioni pubblicheeprivate, egli scritti ufficiali, di Mussolini, De

Felice spiega il velenoso odio antisocialista del capo fascista in termini di semplice

polemica nei confronti del Partito socialista, la quale, in ogni caso, fa salva l'idea. Il

proletariato sta in cima ai pensieri e ai voti di Benito, mentre sono

soltanto

le sue

organizzazioni a riscuoterne l'antipatia, e quindi —De Felice non lo scrive, ma

manca davveropoco—a meritarne la vendetta. Insomma, in tutta la sua fase rivolu-

zionaria, il fascismo, eMussolini, sembranoesserenettamente a sinistra del PSI. Ho

già accennato all'improponibilità di una tesi simile, énon ritengo necessario insister-

vi. Persino Nino Valeri, che certo non è uno storico di sinistra, ma indubbiamente è

unostudioso serio e onesto, ha osservato che sicuramente dopo la sconfitta eletto-

rale del novembre 1919 Mussolini diventa l'uomo dei capitalisti (57). Ma in verità lo

èda prima: si pensi all'atteggiamento del fascismo nei confronti dello sciopero—che

avrebbe dovuto essere internazionale, ma non lo fu—del 20-21 luglio '19: Michele

Bianchi, il più fedele interprete del pensieroe della volontà del duce, mise a disposi-

zione delle autorità i fasci per coadiuvare la repressione di temuti moti popolari che

avrebbero potuto essere occasionati dallo sciopero stesso. O si ponga mente a l -

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