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Ora, anche a mio parere, la vicenda pubblica di Mussolini presenta il segno

della coerenza, secondo la stessa linea che è dato scorgere nella sua vita privata.

Concordo infatti con l'analisi penetrante cheGaudensMegaro fa aquestoproposito

nella sua biografia, «un libro»—ebbe a definirlo Salvemini (46)—«cheèunmodello

di coscienziosa diligenza e di metodo critico»: «il mutamento di Mussolini, dal-

l'internazionalismo al nazionalismo, dal socialismo al fascismo, è soltanto un cam-

biamento esteriore nella carriera di un uomo, che ha sempre avuto un credo essen-

zialmente individualistico» (47). Per cui, se è pur vero che almeno esteriormente

l'ottobre del '14 vede Mussolini compiere—come ha notato il Vivarelli scompo-

nendoconminuziosa cura l'analisi defeliciana—un «autentico voltafaccia» (48), va

immediatamente aggiunto, con Gastone M anacorda, che «il presupposto di questa

svolta è da ricercarsi in questo, cheMussolini non fu in realtà mai un socialista, cioè

in lui non vi fu mutamento profondo di convinzioni, perché le convinzioni profonde

nonesistettero mai» (49). Quello che davvero appare comico, nella interpretazione

del Nostro, è la chiave che egli offre al lettore per giustificare il comportamento del

suoeroe, «un categorico atto di accusa che egli muove nei confronti del nostro Par-

tito socialista, il quale avrebbe avuto la grave colpa di non seguire, nell'autunno del

1914, la personale evoluzionemussoliniana» (50). A tanto arriva il livore antisocia-

lista che il De Felice sembra aver mutuato, in un transfert ultraterreno, dal suo per-

sonaggio: o si tratta del naturale odio del transfuga?

Va ancora soggiunto, per concluderecon il problema della «conversione»mus-

soliniana dell'autunno 1914, che certamente i quattrini dei politici francesi e dei

capitalisti nostrani nonbasterebbero a darne conto. Nè si può chiamare in causauna

chiarezza di logica politica assoluta in unuomocomeMussolini, emblema vivente di

confusione e di incertezza (come d'altronde non può non riconoscere lo stesso De

Felice nel corso di tutta la biografia). Si puòpensare piuttosto, comeha fatto il Viva-

relli nel primo volume della suaampia ricostruzione dell'Italia del dopoguerra, adun

mescolarsi di fiuto politico (il rendersi contoche la guerraè inevitabile, il giudicare la

neutralità «immobilista»...) edi opportunismo personale (il voler cogliere la «grande

occasione»: nel PSI egli è popolare, piace ai giovani, ma il suo dissidio con la linea

del partito, con l'anima del socialismo, con la tradizione marxista, è abissale; fuori

della guerra, dove troverà un'occasione per imporsi?). Gli allettamenti della borghe-

sia, che gli offre la possibilità, insperata davvero, di un giornale

tutto suo,

fanno il

resto. «Da questomomento, dal novembre 1914», è Vivarelli che scrive, «la causa

della guerra diviene per Mussolini una causa personale, da cui far scaturire una

nuovamigliore occasione per un suo più alto successo politico» (51). Non essendo

statomai altro che «un autoritario in cerca della conquistae dell'esercizio del pote-

re» (52), Mussolini in verità in quell'occasionenon tradiscenessuno,menochemai il

proletariato che con le suesmaniose ambizioni non aveva, ne poteva avere, nulla a

spartire.

Nella psicopatologia di Mussolini si deve tener conto di quella che appare

essere la suameteoropatia ciclotimica, che si estrinseca in una spiccata preferenza

per l'autunno. Riassumendo: nell'autunno 1913 nasce «Utopia»,he testimonia del-

l'insorgere della sua crisi; nell'autunno dell'anno seguente, la crisi scoppia ed egli

abbandona il PSI, sposa la causa bellica e fonda il quotidiano interventista; nel-

l'autunno del '18, con la pace, si riorganizza e affila le armi per lesuccessive impre-

se; nell'autunno del '19, tentata la via elettorale, neescemalconcio, si da subire un

ulteriore aggravamento della sua sindrome destrorsa; nell'autunno del '20, la crisi

giunge a compimento ed egli diventa «veramente» fascista; infine, nell'autunno del

'22 coglie l'ambito frutto delle crisi, il potere. Ho saltato, nelle sequenza, l'autunno

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