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conto.

Timpanaro nel suo interessante l ibro sul lapsus freudiano (La Nuova Italia,

1975) accusa la psicoanalisi di scarso materialismo. Questa è un'accusa a mio giudi-

zio piuttosto concreta e, in tempi come questi in cui fenomenologismo ed idealismo

vanno a braccetto nei discorsi marxiani, i l richiamo all'istanza del materialismo,

anche a costo di essere accusati di positivismo o materialismo volgare, è un dato di

merito. Ritengo però che lo scarso materialismo psicoanalitico (chiaramente contro

le intenzioni di Freud) e la dilatazione dello psicologicismo siano ascrivibili essen-

zialmente alle difficoltà del campo e degli strumenti che sono propri della psicoanali-

si. Lavorare sulle associazioni di idee, sui vissuti emozionali, sul «ciò che viene in

mente», utilizzando magari uno strumento così ambiguo ed ideologicizzabile come

l'interpretazione, non è uno scherzo da poco.

D'altra parte, ciò che ci proviene dalla neuro-fisiologia è ancora scarsissimo e

sull'altro versante, quello del «sociale», tra interpersonalità, linguaggio e cultura-

lismo, i l materialismo ce lo siamo scordati da un pezzo.

8. Problematiche epistemologiche della psicoanalisi

La psicoanalisi si presenta come un complesso di osservazioni e di ipotesi

variamente collegate tra di loro, di estensione e spessore notevoli. Ma molti sono gli

elementi dati per scontati e magari accettati brutalmente come modello interpreta-

tivo e che proprio nella prassi analitica rivelano la loro carenza. Che all'origine

Freud e compagni abbiano scorazzato in su e in giù nell'euforia delle loro brillanti e

fondamentali intuizioni, è più che giustificabile. Ma ciò oggi è pericoloso proprio per

due ordini di motivi già accennati, e cioè: l'obbiettiva difficoltà del lavoro psicoana-

litico di ricerca; e la facile vulnerabilità all'ideologicizzazione della teorizzazione

psicoanalitica nel momento in cui, abbandonati i modelli particolari, tende a porsi

come teoria generale dell'uomo, della società ecc...

Possiamo fare una sommaria check-list di alcuni degli aspetti problematici

relativi ai fondamenti della psicoanalisi, aspetti che vengono, nella teorizzazione

generale, spesso dati come scontati.

11concetto di inconscio.

- Non possiamo certo ritenerci soddisfatti di «spiegar-

ci» l'inconscio con qualche riferimento ai lapsus o alle dimenticanze. I l concetto di

inconscio (e di tutta la prima topica freudiana) è così fondamentale per la costru-

zione di qualsiasi teorizzazione psicoanalitica, ed è anche così profondamente ever-

sivo, che non è facile liquidare la questione colla semplice affermazione della sua

esistenza. Si pensi, sotto questo aspetto, alle varie interpretazioni del concetto:

all'affermazione tardo-freudiana che bisogna parlare di «qualità» inconscia e non di

inconscio; al ruolo del «fantasma» cioè della fantasia inconscia soprattutto nell'evo-

luzione kleiniana; all'inconscio strutturato come un linguaggio di Lacan; all'incon-

scio produttore di desiderio di Deleuze e Guattari; all'inconscio declassato a livello

di zona oscura che l'ermeneutica fenomenologica si incarica di illuminare progressi-

vamente; al set inconscio dei neuro-psichiatri sovietici. Ecc. ecc.

I l concetto di libera associazione.

- Lo strumento base della psicoanalisi resta

là libera associazione. Ma anche qui si pongono dei quesiti non indifferenti: se la

libera associazione va considerata solo sotto l'aspetto di un processo di concatena-

zione che, spezzando le leggi dell'Io, fa trapelare ciò che è rimosso; se per libera

associazione possiamo intendere anche qualsiasi svolgimento del discorso, da quello

più sensato a quello più insensato, pur che se ne interpreti la vettorialità; se la catena

associativa vada colta solo nella «lettera» della sua enunciazione o nella carica emo-

zionale che ognuno dei suoi elementi può innestare o, complementariamente, può

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