

casuale. È difficile pensare che delitti come gli ultimi aggreghino e facciano crescere
la destra estrema. L'operazione propagandistica viene montata sul clima di tensione
che si crea, sulla risposta della sinistra, sulle cariche della polizia.
Certo, se il movimento operaio avesse avuto la volontà e la capacità di dare agli
omicidi di aprile e di maggioFastessa risposta che fu data ai fatti di Brescia, la strate-
gia della tensione sarebbe stata sconfitta in pieno. Ma il timore di lasciarsi coinvol-
gere in scontri, la divisione interna ai sindacati per i diversi interessi elettorali delle
varie componenti, la volontà di differenziarsi, di prendere le distanze dalla sinistra
estrema, hanno portato di fatto a posizioni attendiste. Si è realizzata cioè la divisione
della sinistra, la polemica interna sullo scarso vigore usato nella risposta alla morte
dei propri militanti, la polemica sulla presenza dei militari in divisa ai cortei della
resistenza, ecc.
La sinistra «rivoluzionaria» ha dimostrato di avere una notevole forza nelle
piazze, ma non è riuscita, come è naturale, a produrre una mobilitazione sostitutiva.
Non mi pare che si possa essere troppo trionfalistici sulla sconfitta «fisica» dei
fascisti. Non credo che in questo momento lo scontro reale sia quello tra fascisti e
antifascisti nelle strade, anche se i morti purtroppo sono veri. Quindi una risposta di
massa avrebbe avuto un valore politico e reale grande; una risposta «in natura»,
come è stata data in qualche città, può servire a far capire ai fascisti che non tutto è
loro permesso, ma può dare adito a provocazioni anche gravi. Nell'assenza totale
delle organizzazioni maggioritarie del movimento operaio, era inevitabile che la
risposta in natura ci fosse; i guai non sono capitati: bene così.
Diverso è il discorso su quelle che ho chiamato frange suicide. I NAP, e con dif-
ferenze le BR, sono la faccia tragica di una sconfitta. Forse questa diagnosi non pia-
cerà a molti, ma credo che ci siano motivi per darla. Negli anni tra il '69 e il '72 una
parte non minoritaria dei giovani che hanno dato vita alle lotte degli studenti e alle
lotte nelle fabbriche ha creduto che la rivoluzione senza virgolette fosse alle porte.
Ha impostato la propria vita nella previsione di una trasformazione nel breve perio-
do. Se questa ipotesi fosse folle o se fosse in parte realistica, cioè quanto profonde e
quanto ampie siano state le fratture operate nel tessuto sociale in quegli anni, può
essere discusso. Certo questa opinione è stata ampiamente diffusa in una parte non
ridicolmente piccola di una intera generazione. Oggi nessuna delle organizzazioni
politiche maggiori emerse dalle lotte di quella generazione crede che in Italia ci sarà
la rivoluzione in tempi brevi, nè il PDUP per il comunismo, né Avanguardia Ope-
raia, nè Lotta Continua. Non solo•non è stato, neppure operato un passaggio consa-
pevole, razionale, argomentato dalla vecchia posizione alla nuova, che permettesse
il recupero del nuovo emerso in quegli anni, che permettesse di conservare coerente-
mente parte della carica psicologica ed ideologica presente a livello di massa. I più si
sono adattati a rientrare nei ranghi. Hanno semplicemente scoperto che la politica
costa e si sono accorti di non essere disposti a pagare il prezzo. Al tri hanno accettato
la pratica della doppia verità. Al t r i ancora hanno scelto di portare una scelta alle
estreme conseguenze, fino al suicidio e alla follia.
Dicevo che ci sono delle differenze tra BR e NAP. Ce ne sono di ideologiche, a
quanto si legge. Le BR danno un peso maggiore alla «radicatezza» nelle masse, che
poi si riduce a coltivare un'area di consenso, incredibilmente limitata per quanto se
ne sa ma comunque non riconducibile ad una cospirazione. E ce ne sono di «pra-
tiche». Le BR qualche volta hanno condotto delle imprese fino in fondo. Si può dis-
sentire nella maniera più drastica da queste imprese. Si può pensare che siano stati
aiutati dal potere, perché quello che volevano fare faceva comodo. Certo non si può
parlare di totale schizofrenia. Dei NAP fino ad ora non si son visti che i cadaveri, o
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