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In realtà non gli hanno dato molta corda, salvo forse negli ambienti

dellavolpiani, e anche la scheda di «Critica marxista», per elogiativa che

fosse, era pur sempre una scheda in corpominore. Ne credo che l'avreb-

bero mai candidato al senato.

T. Hmm...

A. So che voi giovani, quanto a odio irrazionale per

l'establishment

di sinistra, quasi quasi non siete da meno di Plebe. Ma avete torto. Si

può dire quel che si vuole del PCI e dei suoi intellettuali organici, ma

nell'insieme non si può contestare loro la serietà, che essi generosa-

mente attribuivano perfino a Plebe. Borghesi, settari, idealisti finchè

vuoi, ma seri. Perciò non infierirei su di loro per aver fatto da levatrici

al mostro. Dopo tutto, i l mostro l i ha abbandonati quando ha capito

checon loro non riusciva a saziare le sue brame.

T. Non sono d'accordo, e voglio spiegarti le mie ragioni a costo di

continuare a parlare di Plebe. Sorvoliamo sull'offensivo confronto con

costui, nonchè, o mio vecchione, sulle tue tenerezze per

l'establishment

che fu. Lasciamo andare anche la questione di lana caprina se i comu-

nisti avrebbero o meno presentato Plebe al senato. I l punto è un altro,

ecioè che, manmano che tu mi aiutavi a ricostruire il personaggio, io mi

andavo vieppiù convincendo che il suo

Meyneid

non si spiega assoluta-

mente come puro opportunismo. Sogliono i reazionari trarre alti lai

perchè

l'establishment

di sinistra l i opprimeva e riduceva al silenzio.

Ouesto potrà essere stato vero in qualche caso, non certo in quello di

Plebe.

L'establishment

avrebbe indefinitamente ingollato tutti i suoi

libracci e le sue bestialità, magari senza entusiasmo ma con complicità

oggettiva, raccomandandoli in corpo grande o piccolo ai lettori della

stampa di sinistra. Se non l'attendeva i l trionfo che gli vanno prepa-

rando i fascisti, certo lo attendevano anni di serena, feconda opero-

sità di gangster culturale, appena turbata da eventuali recensioni di

Pucci e Viano. No, se Plebe ha abbandonato questi sicuri binari per la

perigliosa avventura fascista, non è, o non è soltanto perchè questa gli

prometteva più allori e anriva le cateratte al suoesibizionismo finora un

no' represso: è perchè il movimento studentesco deve essere stato per

lui un trauma terribile. A furia di considerarlo solo come un pulcinella,

abbiamo trascurato l'unico elemento di indubbia sincerità che traspare

dalle pagine del Plebe fascista.

A. Ma credi davvero che con la pelle dura che ha possaessere stato

sinceramentescosso dalla contestazione?

T. E' qui che t'inganni. Io noncc)se sia stato personalmenteoggetto

di contestazione, anche se è probabile perchè nessuno più di lui vi si

prestava; comunque deve aver scorto la possibilità che tutto i l suo

edificio crollasse d'un colpo. Aveva previsto tutto nel gioco del potere.

ma non la rivolta popolare. Immagina un gangster perfettamente al

sicuro, padrone della Polizia e dei sindacati, non ancora senatore ma

giàsindaco della cittadina, circondato da una generale aureola di rispet-

tabilità, incurante dei rari ubriaconi che sparlano di lui; e immagina

che un bel giorno costui, entrando al municipio con il sigaro in bocca,

si veda attorniato dai ragazzini cenciosi del quartiere portoricano, di

cui si era sempre sbarazzato elargendo cicche e buffetti, i quali gli

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