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un intervento di tipo nuovo. Un intervento che riduca la carica di antago-

nismo sviluppata sulla base produttiva precedente — e ciò può avvenire solo

attraverso un incremento della sua capacità complessiva di controllo della

intera struttura.

Ma torniamo al nostro punto e vediamo in cosa consistono i caratteri

originali di cui si è detto. In un articolo pubblicato quindici anni fa da uno

dei più noti teorici dell'industrial engeneering, Louis E. Davis (26), si sintetiz-

zava la critica alla metodologia tradizionale della divisione del lavoro e si

indicava alla grande industria la strada nuova da percorrere. Vale la pena di

seguire i l suo ragionamento.

Davis sostiene che la progettazione dei posti di lavoro ha tenuto conto

tradizi9nalmente del processo produttivo, della forza-lavoro, delle macchine

necessarie e degli accordi sindacali e ciò ha prodotto effetti

collaterali

(con-

flittualità operaia) di cui è oggi necessario tener conto nella riprogettazione

del lavoro complessivo. Per D. la riprogettazione deve partire dalla conside-

razione di tre ordini di questioni. In primo luogo la

tecnica,

cioè sviluppo dei

sistemi uomo macchina, tecniche di flusso continuo, sistemi di controllo e

ispezione (interessante notare che l a menzione d i tal i sistemi viene fatta

nell'ambito delle

necessità tecniche);

in secondo luogo

l'organizzazione,

cioè

specializzazioni funzionali, sistemi di comunicazione e coordinamento, esten-

sione delle sotto-unità omogenee, delega di autorità e responsabilità, rapporto

permanente con i sindacati; e in terzo luogo il

personale,

cioè comportamenti

personali che influiscono sull'esecuzione del lavoro, motivazioni personali e

di gruppo, relazioni interpersonali entro i l gruppo, identificazione con l'orga-

nizzazione, aspirazioni, incentivi e partecipazione.

Davis è molto esplicito nel sostenere che isolare alcune di queste varia-

bili nella .progettazione del lavoro significa ridurre la potenzialità produttiva

e andare incontro a costi imprevisti. La lezione è semplice, si dice: fino ad

oggi abbiamo pensato in termini di minimizzazione immediata dei costi, alla

riduzione dei costi relativi a singole operazioni, è necessario andare oltre (27).

E viene indicata la strada da seguire con l'elencazione di ventitre specifi-

cazioni. Vediamo le più significative:

riaccorpamento d i diversi compiti fino a costituire unità signifi-

cative entro lo stesso posto di lavoro;

riaccorpamento dei compiti correlati sequenzialmente nel processo

tecnico di produzione;

— riunione dei compiti corrispondenti a i quattro t ipi fondamentali

di lavoro: produzione, operazioni ausiliarie, operazioni d i preparazione,

controllo;

— riunione dei compiti in modo da incrementare il grado di responsa-

bilità del lavoratore con l'aumento della produzione, delle necessità quali-

tative, ecc.;

riunione dei compiti in modo che i l posto di lavoro sia percepito

come contenente diversi gradi d i prestigio entro l'organizzazione e nella

società;

(26) L.D.,

Toward

a

Theory of Job Design,

The Journal of industrial engeneering, 1957.

(27) Davis, op. cit. «We need to develop a total economic cost criterion wich is concerned

with the total cost of achieving productivity, and therefore includes relevant long-

term charges i n the fonti of money, tyme, growth, and psychological, social and

cultural stress costs», p. 307.

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