

senza l a ricostruzione dettagliata della struttura degli interessi imputabili
ai vari gruppi sociali. E soprattutto senza il provare a praticare in situazioni
concrete obiettivi unificanti non sulla base d i parole d'ordine generiche o
alleanze solo strumentali (che pure possono essere necessarie), ma sulla
base degli interessi comuni e complementari dei vari settori del 'campo'
anticapitalista.
C'è un problema di unificazione t ra i vari settori del proletariato ur -
bano, c'è quello del rapporto t ra proletariato urbano e proletariato rurale
(essenzialmente salariati, braccianti e contadini poveri), c'è infine quello
del rapporto tra queste componenti proletarie e quei settori del ceto medio
(piccola borghesia intellettuale, studenti e insegnanti i n primo luogo) che
non sono compromessi con la 'nuova struttura di potere'.
Dall'analisi degli interessi oggettivi delle classi — quali risultano dall'indi-
viduazione delle specifiche contraddizioni che le colpiscono e dall'interpre-
tazione dei loro comportamenti pratici — deriverà la individuazione•delle
condizioni alle quali è possibile la convergenza. Si tratterà di specificare quali
gruppi sociali possono essere considerati (a)
interessati
ad un'alleanza con
la classe operaia, ( b )
capaci
di mobilitazione/organizzazione, ( c )
capaci
di
far esplodere conflitti sociali tal i da mettere in questione l a struttura di
autorità, nelle istituzioni, l'equilibrio di alleanze preesistenti, l'ordine pub-
blico, la struttura di potere locale, i l meccanismo di sviluppo.
7.
Si n t es i
Per concludere si può riepilogare così l a _logica del discorso proposto
in queste note:
— nel dopoguerra ha operato nel Sud un meccanismo di sviluppo ineguale
e dipendente gestito politicamente tramite tut to l'apparato dell'inter-
vento pubblico straordinario e aggravato dai criteri d'industrializzazione
seguiti in primo luogo dall'industria di stato;
tale meccanismo ha prodotto una polarizzazione tendenziale tra un 'cen-
tro' e una 'periferia' ( a livello della struttura produttiva, di quella oc-
cupazionale, della distribuzione te.rritoriale degli insediamenti abitativi e
produttivi, della distribuzione delle risorse, ecc.);
per effetto di questa polarizzazione hanno operato sulle classi subalterne
meccanismi tali da ostacolare i l loro sviluppo come classi, cioè soggetti
politici collettivi, pur in presenza di una cumulazione di diseguaglianze
derivanti sia direttamente dal rapporto di capitale che dal meccanismo
di sviluppo complessivo;
questo tipo di sviluppo, e la gestione stessa della 'disgregazione sociale',
hanno potenziato tutto un sistema di mediazioni politiche (clientelismo
non tradizionale, ma politico e d i stato) all'interno della, classe domi-
nante e tra questa e le classi subalterne tali da impedire lo scoppio di
gravi contraddizioni t ra le frazioni della borghesia e t ra i dominanti e
i dominati, sebbene (come vogliamo appunto sottolineare usando questa
terminologia) nel complesso la classe dominante non sia più egemone in
senso proprio, ma semplicemente controlli le condizioni materiali della
riproduzione delle classi subalterne e i mezzi di repressione della con-
flittualità. I n questo senso però i l rapporto _tra le classi antagoniste è
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