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in cui è distribuito i l potere politico istituzionalizzato, i l sistema delle dise-

guaglianze sociali, e così via. La funzione euristica di queste due categorie

è di concentrare l'analisi soprattutto sui processi di integrazione-esclusione

nel e dallo sviluppo.

Lo schema centro-periferia (che deriva dall'analisi del rapporto d i do-

minio politico, anche se mediato economicamente e funzione di interessi eco-

nomici) sintetizza un insieme di rapporti di superiorità-subordinazione a li-

vello territoriale e istituzionale. Esso permette di individuare relazioni asim-

metriche t ra sfere istituzionali, t ra sezioni della base economica, nella di-

stribuzione spaziale delle attività economiche e degli insediamenti abitativi

e quindi nella distribuzione diseguale delle risorse e delle chapces d i vita

tra i vari settori della popolazione; infine questo schema compendia i vari

meccanismi di cumulazione delle diseguaglianze su certe ragioni o su cer-

te classi sociali. I n altri termini, nell'analisi dello sviluppo ineguale, le ca-

tegorie di centro e periferia servono a analizzare una

polarizzazione tenden-

ziale

nella rilevanza funzionale di parti del sistema sociale e conseguente-

mente una disparità o sproporzione nella distribuzione delle risorse tra ta-

li parti e i gruppi sociali ad esse vincolati.

In sostanza l'uso di queste categorie serve a mettere in evidenza i rap-

porti di

dominio

più o meno istituzionalizzato e quindi gl i aspetti politici

dello sviluppo, quali l a dipendenza, l a gestione politico-amministrativa del

sottosviluppo come paradigma del rapporto tra stato ed economia nelle so-

cietà capitalistiche avanzate. I n definitiva, permettono d i interpretare con-

traddizioni attinenti non immediatamente e direttamente ai rapporti sociali

di produzione, ma al meccanismo di sviluppo complessivo nelle sue dimen-

sioni economiche e politiche; su questa base possono condurre a nuovi cri-

teri per tracciare la linea di demarcazione tra i l campo di quelli che subi-

scono i l sottosviluppo e di quelli che lo impongono o se ne avvantaggiano.

3.1. Centro e periferia nel Meridione

Se applichiamo queste categorie alla situazione meridionale, vediamo che

a) l a vecchia contrapposizione Nord-Sud, mentre un tempo assorbi-

va anche quella tra città e campagna, industria e agricoltura, viene tenden-

zialmente sostituita dalla polarizzazione tra aree già industrializzate e in via

di ulteriore industrializzazione, e aree non industrializzate oppure con in-

dustrie in crisi o appena avviate che sono in via di emarginazione, spopola-

mento, .o stagnazione.

Questo processo avviene tramite una concentrazione ulteriore degli in-

vestimenti e degli insediamenti industriali all'interno delle aree già da tem-

po sviluppate sotto questo profilo, tramite un'estensione dell'industrializ-

zazione alle zone immediatamente adiacenti a quelle industrializzate; e in-

fine tramite la creazione di nuove isole industriali all'interno di regioni che

nel complesso appartengono all'area sviluppata del paese, anche se sono

divise da aree stagnanti o emarginate, oppure comprendono al loro margi-

ne ampie zone in via di abbandono e di degradazione socioeconomica. Nel

corso del 'miracolo economico' e poi in misura più limitata si è avuta certa-

mente un'estensione territoriale della base industriale. Nel Sud questo pro-

cesso avviene nella forma di insediamenti macroscopici ('cattedrali nel de-

serto') e in quella di una industrializzazione minore territorialmente disper-

sa, ma comunque sempre all'interno delle aree più urbanizzate (specialmen-

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