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Sharaf che avevano diretto i servizi di sicurezza. Tra gli altri « cospiratori » figu-

rano: i l governatore del Cairo; Abdel Mejid Farid, capo della potente ala sinistra

dell'Unione a Gisa, nella periferia del Cairo; e Mahmoud Amin Alem, una figura

di primo piano nel mondo della cultura. Dopo essere stati arrestati e attaccati

durante la crisi di maggio, sono stati mandati nella vecchia prigione di Abu Zaabal,

doveNasser aveva internato i comunisti nel '59. Le loro proprietà sono state

confiscate e i loro seguaci epurati dall'apparato dello stato e del partito. Una

volta deposti questi rivali, Sadat ha rinnovato i quadri dell'Unione con elementi

di sua fiducia. I l nemico giurato dell'Unione, il reazionarioAsiz Sidqi, è stato collo-

cato alla segreteria generale, e in luglio si sono tenute nuove elezioni per liquidare

tutti gli oppositori della politica di Sadat. Durante la campagna elettorale, i soste-

nitori della « sinistra » sono stati esclusi dalle liste dei candidati ai 5.720 seggi

locali e, a

fortiori,

dall'elezione agli organismi superiori. Nel villaggio di Kham-

shish, teatro degli scontri del 1966 tra contadini e proprietari terrieri, nuovi scontri

si sono verificati quando i proprietari hanno tentato di rimangiarsi le conquiste

contadine.

In

un altro villaggio del Delta, Abu Kabir, uno dei partigiani di Sabri,

èstato cancellato dalla lista elettorale su ordine di Sadat.

Questo completo repulisti tra i ranghi dell'Unione ha toccato i l culmine con

la seduta del nuovo congresso nazionale dell'Unione i l 23 luglio, festa nazionale

egiziana e anniversario del colpo di. stato del '52. Nelle elezioni per i l comitato

esecutivo, perfino dei tiepidi sinistri come Khaled Mehieddin, che aveva salutato

le purghe di maggio come una vittoria sulla reazione, sono stati esclusi dalla candi-

datura. Sadat intendeva schiacciare l'Unione non già sciogliendo l'organizzazione,

ma imbottendola di quadri a lui fedeli in modo da renderla inoffensiva. Ma è

soprattutto la politica estera che rivela la natura del nuovo regime.

. N e i suoi rapporti con Israele, i l gruppo di Sadat è andato più in là di Nasser

nel fare concessioni ai sionisti e nel cercare di raggiungere un compromesso con

gli Stati Uniti. Ciò naturalmente ha spinto l'URSS a reagire a degli sviluppi che

rischiavano di minare la sua posizione; e a meno di due settimane dalle purghe di

maggio, l'Egitto e l'URSSavevano firmato un nuovo,trattato difensivo della durata

di 15 anni. I sovietici sanno che sarebbe da sciocchi intervenire direttamente negli

affari egiziani: essi vogliono una situazione interna chiara, stabile e una direzione

sulla quale poter fare affidamento per un lungo periodo di. tempo. Avevano spesso

permesso a Nasser di licenziare, attaccare e richiamare i cosiddetti elementi « filo-

sovietici »; hanno •lasciatomano libera anche a Sadat. L'originario trattato con la

Libia e la Siria corrisponde anch'esso agli interessi sovietici, dato che tutti e tre

i regimi sono diplomaticamente vicini all'URSS. D'altra parte, i passi distensivi

verso Israele hanno per essi un significato positivo, purchè i l Cairo non si avvi-

cini troppo agli USA. Ecco perchè hanno permesso a Sadat di liquidare i suoi

rivali e rimpastare i l governo e poi, una volta calmatesi le acque, hannomandato

Podgorny al Cairo a concludere i l trattato quindicennale firmato i l 27 maggio.

In materia di affari arabi, Sadat ha seguito una politica grossolanamente

opportunista. La relativa stasi dei suoi sondaggi di pace verso Israele in giugno ha

portato ad una rinnovata ondata di demagogia « bellicosa »: generali e uomini

politici hanno ripreso a parlare della liberazione del Sinai e nel suo discorso del

23 luglio Sadat ha affermato che « il 1971 sarà l'anno decisivo del conflitto arabo-

israeliano, vuoi per via pacifica, vuoi cól ricorso alle armi ». Sparate di questo

genereerano richieste da fattori interni: nulla di positivo era uscito dalle conces-

sioni della primavera, e così si è ricorso a una nuova tattica « di sinistra » per

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