

Fred Halliday
H_GOVERNO CONSERVATORE INGLESE
EIL GOLFO PERSICO
Il 1 marzo i l Governo inglese annunciava che intendeva ritirare le sue forze
dalle colonie del Golfo Persico entro la fine del
'71
e porre fine ai trattati coloniali
cheavevamantenuto con nove diversi stati del Golfo a partire dal terzo decennio
del secolo scorso. Questo annuncio concludeva nove mesi di discussioni, all'interno
etra l'Inghilterra e i suoi alleati medio-orientali, circa il futuro di quell'area petro-
lifera. I l governo Wilson nel '68 avevaannunciato che tutte le forze inglesi si sareb-
bero ritirate dal Golfo entro la fine del
'71,
ma allora i conservatori avevano rifiu-
tato di accettare l'impegno riservandosi di prendere una decisione. Alla fine comun-
que gli stessi fattori oggettivi che avevano ispirato la decisione del governo labu-
rista pesarono anche sui conservatori. Entrambi i governi erano spinti dal desi-
derio di proteggere gli interessi economici e strategici imperialisti ed entrambi hanno
perseguito una decisa politica d i repressione del movimento rivoluzionario. I l
« ritiro » inglese è in effetti un trucco colonialista, l'Inghilterra attuerà soltanto un
ritiro
parziale,
portando avanti i l suo intervento in forme più mascherate.
I l Golfo e i l suo petrolio
Sul Golfo si affacciano 14 diversi stati con una popolazione complessiva di 45
milioni. Tre di questi stati produttori di petrolio sono indipendenti e molto popo-
lati: l'Iran con 30 milioni di abitanti, l'Irak con 8.500.000 e l'Arabia Saudita con
5.500.000. I l Kuwait, che ha ottenuto l'indipendenza dall'Inghilterra nel 1961,
hauna popolazione di 750.000. Gli altri dieci stati sono sotto i l controllo inglese:
il sultanato dell'Oman è formalmente indipendente, ma in realtà non è che una
colonia britannica; le altre nove entità territoriali sono colonie inglesi di nome e di
fatto e hanno una popolazione complessiva inferiore a 500.000 abitanti, che vanno
dai 200.000 del Bahrein ai 3.700 dell'Umm al-Qaiwain.
Ciò che rende i l Golfo tanto importante è i l fatto di costituire la zona petro-
lifera più ricca del mondo. Esso produce i l 25% del petrolio del mondo capita-
lista e comprende il 50% delle riserve conosciute. L'Europa trae dal Golfo il 50%
del proprio petrolio, i l Giappone i l 90%, e l o sforzo bellico americano nel
Vietnampoggia completamente sulle sue forniture. Inoltre l'estrazione del petrolio
arabo è di gran lunga meno cara di quella delle altre zone del mondo.
Gli USA non dipendono dal petrolio arabo per i loro bisogni interni; meno
del 3% del petrolio ameriano proviene dal Medio Oriente. Le compagnie ameri-
caneconservano posizioni di monopolio sulle importazioni di petrolio meno caro
erubano al consumatore americano 6 miliardi di dollari l'anno grazie alle restri-
zioni esistenti. Ma le compagnie americaneposseggono i l 60% della produzione
del Golfo; nel '68 hanno ricavato dalla produzione medio-orientale (cioè del
Golfo più la Libia) 1 miliardo e 300 milioni di dollari, con un reinvestimento
complessivo di soli 267 milioni. Nello stesso tempo gli stati del Medio Oriente
usavano le loro entrate petrolifere per comperaremerci americane per un valore di
500 milioni di dollari. I l beneficio complessivo che annualmente l'economia ame-
ricana ricava dalle attività nel Golfo è superiore al miliardo di dollari. Le compa-
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