

rimasti. I l governo americano si rendeva conto di non poter tranquillamente sosti-
tuirsi alle truppe inglesi: era già preso fino al collo in Indocina e l'entrata di forze
americane nel Golfo avrebbe rappresentato i l segnale per una grossa sollevazione
rivoluzionaria in Iran e negli stati arabi. Gl i USA hanno installazioni navali nel
Bahrein e diverse basi s2ree nell'Arabia Saudita, i l 70% del petrolio locale è pro-
prietà di compagnie americane, ma la politica degli USA è sempre stata quella
di appoggiare l'Inghilterra, l'Iran e l'Arabia Saudita.
I conservatori non ritornarono sulle decisioni laburiste e gli USA finirono per
accettarle. In compenso, i l nuovo governomandò un inviato speciale, Sir William
Luce, per vedere se le truppe britanniche potevano rimanere e, qualora ciò non
fossepossibile, per escogitare un sistema elastico di ritiro. Luce è un notorio nemico
del popolo arabo. All'inizio della sua carriera coloniale, aveva lavorato nell'ammi-
nistrazione del Sudan. Dal '56 al '60 è stato governatore di Aden e i l maggior
responsabile dei tentativi di schiacciare il movimento sindacale nazionalista; è stato
anche i l promotore dell'infelice Federazione Sud-arabica. Dal '60 al '66 è stato
governatore politico del Bahrein e responsabile della repressione delle insurrezioni
popolari nel Qatar ( 1963) e nel Bahrein (1965). Nel '66 si ritirò dal servizio e
divenne consigliere di gruppi economici imperialisti operanti nel Golfo: è stato
direttore della Eeastern Bank, della Tilbury Overseas Contractors, e della compa-
gnia Gray Mackenzie. I compiti di Luce erano di stabilizzare la pericolosa situa-
zione nel Golfo, e tra la fine del '70 e gli inizi del '71 egli fece parecchi viaggi
al fine di rafforzare la posizione dei clienti dell'Inghilterra. Obiettivo principale
era la formazione di un'Unione degli emirati arabi (UAE ) che doveva compren-
dere nove colonie inglesi del Golfo, assicurandosi che questa federazione neoco-
loniale garantisse gli interessi petroliferi imperialisti. Nello stesso tempo doveva
assicurarsi che i l movimento rivoluzionario nel Dhofar e nell'Oman fosse liquidato.
Doveva inoltre coordinare la politica imperialista inglese nel Golfo con quella
dell'Iran e dell'Arabia Saudita e con il più vasto disegno strategico anglo-americano
nell'Oceano Indiano e nell'Asia nel suo complesso. La politica inglese si articola
pertanto in tre distinti settori, tra loro strettamente collegati: liquidazione della
rivoluzione nell'Oman e nel Dhofar, consolidamento neocoloniale nelle proprie
colonie nel Golfo, e una più salda e stretta alleanza tra l'Iran e l'Arabia Saudita.
Ciascuno di questi tre settori presenta un panorama instabile e le sconfitte rela-
tive subite dalla politica imperialista in uno di essi stannominando anche gli altri.
La controrivoluzione nel Dhofar
Il movimento rivoluzionario nel Dhofar è venuto conducendo una lotta armata
sin dal giugno '65 e, a partire dal '68, è diretto dal Fronte Popolare Marxista-
Leninista per la Liberazione del Golfo Arabo Occupato ( PFLOAG). Non appena
giunti al potere, i conservatori deposero i l sultano reggente, Said bin Taimur,
sostituendolo con suo figlio Qabus, un « modernista » educato all'accademia mili-
tare inglese di Sandhurst. Per 39 anni i l sultano Said aveva servito gli interessi
inglesi nell'Oman, congelando i rapporti sociali e garantendo una sicura retrovia
agli interessi inglesi in altri luoghi, ad Aden e nel Golfo. La minaccia di rivolu-
zione portò ad un mutamento di politica: l'Oman doveva aprirsi allo sviluppo
capitalistico, e la sua classe media, prevalentemente commerciale, doveva essere
incoraggiata a partecipare economicamente e politicamente al nuovo regime. I l
piano per la liquidazione di Said era stato preparato sotto i l governo laburista,
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