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Fred Halliday

LALOTTA PER IL POTERE IN EGITTO

Novemesi dopo la morte di Nasser, il presidente egizianoSadat ha concentrato

nelle sue mani un potere pari a quello del predecessore, muovendosi con deci-

sione per liquidare ogni eventuale rivale. La sua azione ha seguito lo stesso indi-

rizzo che avrebbe seguitoNasser, mettendo in luce le stesse caratteristiche politiche

di fondo: uno stretto rapporto dialettico tra la politica estera ( verso Israele e gli

altri stati arabi) e le lotte di corrente all'interno della leadership; una manipola-

zionedemagogica dellemasseegiziane; e una consapevole azione a lungo termine

tendente all'approfondimento delle differenze di classe, mascherata da un'appa-

rente politica di maggior uguaglianza e di controllo popolare per l'immediato. Le

purghe del maggio '71 segnano la fine dell'interregno subentrato alla morte di

Nasser, ma le varie vicende della crisi di maggio e della politica di Sadat sono

chiaramentebasate su una continuazione e accelerazione del processo già in atto

fin dalla disfatta del giugno '67. In termini concreti, questo processo è contrasse-

gnato dalla stabilizzazione di un dominio di classe all'interno della società egiziana,

dominio derivato dall'esperienza apertasi con la rivoluzione del '52. Questa classe

in formazione si è avvantaggiata del conflitto con Israele e dell'alleanza con l'URSS,

ma i vantaggi sono venuti progressivamente diminuendo, e sia sottoNasser che sotto

Sadatessaha cercato un compromessosempre più aperto con Israele avvicinandosi

sempre di più agli USA.

Il sistema di Nasser era in crisi, sia in Egitto che nel mondo arabo, sin dal

'65-'66. Aveva esaurito tutto i l suo potenziale popolare e cominciava ad apparire

come un regime che andava contro gli interessi del popolo egiziano, in particolare,

e di tutti i popoli arabi, in generale. I l momento chiave di questo processo è

stato naturalmente la vittoria di Israele del giugno '67, ma questa stessa vittoria

era i l risultato di un precedente processo e una dimostrazione della natura dello

stato egiziano; le conseguenze della guerra di giugno accelerarono questo processo

ela morte di Nasser lo fece precipitare.

Dal 1952, quando i militari andarono al potere, alla metà degli anni '60, i l

regimeegiziano attuò una serie di cambiamenti rivoluzionari. I l colpo del '52 non

era stato opera dellemasse,ma corrispondeva ai loro interessi e alle loro speranze.

Furono portate a termine due riforme basilari: venne liquidato il potere politico ed

economico della classe dei proprietari terrieri, incentrato sulla monarchia (Faruk)

esull'aristocrazia latifondista che si era arricchita con lo sviluppo dell'agricoltura

capitalista ( esportazione del cotone) nel XIX secolo; in secondo luogo venne elimi-

nata l'ipoteca imperialista sulla società egiziana, con l'allontanamento delle basi

inglesi (1954) e con la nazionalizzazione di tutto il capitale straniero, industriale e

finanziario ( '55-'57 ). Questo duplice colpo distrusse le forze cheavevanobloccato lo

sviluppo capitalistico in Egitto. Ma questo sviluppo capitalistico non poteva essere

attuato dalla borghesia nazionale: questa classe sociale, formatasi attorno agli

anni '20, è sempre stata debole. Lo sviluppo capitalistico doveva essere gestito

dallo Stato.

Tra i l '57 e i l '60, lo Stato egiziano tentò di servirsi del capitale privato egi-

ziano per investire nell'industria pesante e in progetti industriali programmati; ma

questo si dimostrò un fallimento, e nel periodo '61:63 un'ondata di nazionalizza-

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