

di rallentare i l passo dell'intero programma di politica interna del Presidente
americano ( 12 ).
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(da«NeewLeft Review?>n. 67, maggio-giugno '71) J o n Halliday
(12) Successivamente, si sonoregistrati due importanti fatti nuovi. 1) La Camera di commercio
degli Stati Uniti ha formalmentepresentato un piano per la revisione della politica uffi-
ciale di crediti governativi agli esportatori (sulla falsariga della proposta del DISC men-.
zionatanell'articolo, ma in forme ancor più spinte — vedi i l « Times» del 18 maggio
1971). 2) Washington ha esercitato forti pressioni su Tokio perchè rivalutasse lo yen.
Lacosa è stata naturalmentesmentita (« Times» del 25 maggio e « LeMonde » del 26
maggio1971). Indipendentemente dal forte attivo della sua bilancia commerciale, i l
Giapponesembraaverguadagnatonel solomese di maggiounasommapari a 1390milioni
di dollari, portando le sue riserve valutarie dai 5.777 milioni di dollari di prima della
crisimonetaria internazionale agli attuali 7.000 milioni circa.
P.S.
- Dopo la stesura di questo articolo ci sono stati molti terremoti. In ordine
cronologicobisogna ricordare i punti seguenti:
1. L'importante discorso del ministro del tesoro Connally a Monaco in
maggio: i l succo della sua sparata era che l'America avrebbe gradito_che i l
Giapponeorientasse le sueesportazioni verso l'Europa e che, se gli alleati europei
dell'America noncooperavano sul piano dei costi militari e delle tariffe di importa-
zione, gli Stati Uniti avrebbero imposto delle misure per assicurare i l desiderato
mutamento di direzione del commercio internazionale. Un primo risultato di questa
pressione si può forse vedere nei negoziati per l'acciaio — peraltro insicuri t r a
MEC,Giappone e USAalla fine di luglio - inizio agosto.
2. L a massicciapressioneamericana gu Tokio per svalutare lo yen. Mentre
Treziseera a Tokyo in giugno è statanecessariauna smentita ufficiale per contra-
stare la ben fondata notizia che gli USAavevanochiesto ufficialmente al Giappone
di rivalutare la suamoneta. I l Giappone beneficiògrandemente della crisi mone-
mria di maggio: nel solomaggio ci fu un afflusso di più di un miliardo di dollari.
La risposta del Giappone alla pressione sullo yen è stata in parte di accelerare i
suoi investimenti all'estero, specialmente nel Sud-Est asiatico.
3. Ol t re alle varie leggi anti-dumping e alle tariffe che si stannopreparando,
gli USAhanno deciso recentemente di riscuotere uno speciale deposito da tutti
gli importatori di merci giapponesi comeautomobili e televisori, da pagarsi quando
lemerci entrano nel paese, quindi prima della vendita.
4. L'intero rapporto tra gli USA e l'industria automobilisticagiapponese ha
subito un cambiamento incredibilmente rapido: le esportazioni giapponesi di auto-
mobili in America sono aumentate vertiginosamente: le vendite della Toyota nel
periodogennaio-giugno
1971
sono aumentate del
57%
rispetto ai primi sei mesi
del 1970; le vendite della Datsun sono aumentate del' 136%. Contemporanea-
mentealcune delle aziendeamericanehannoestesomolto i loro accordi col Giap-
pone. La Chrisler, per es., fa già costruire la Dodge Coli in Giappone dalla
Mitsubishi. All'inizio di maggio Lee Iacocca, presidente della Ford Motor Co.,
haespresso l'opinione che i giapponesi potevano provocare la chiusura dell'intera
industria automobilistica americana forse per la fine del decennio. En passant,
si può osservareche le aziendeautomobilisticheamericanehanno dato uno splen-
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