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Jon Halliday

LECONTRADDIZIONI COMMERCIALI GIAPPONE-U.S.A.

Nel novembre dello scorso anno, la Camera dei Rappresentanti americana

votò con 215 voti favorevoli e 165 contrari una legge commerciale protezionista

chevenne condannata dentro e fuori gli Stati Uniti come la peggiore del genere

dai tempi della legge Smoot-Hawley del 1930. La legge venne insabbiata dal

Senato in sede di commissione. Nel gennaio di quest'anno, Wilbur Mills, presidente

del Comitato finanziamenti dellaCamera, annunciò cheavrebbe ripresentato la legge

nell'attuale sessione del Congresso.

Nello stesso tempo, i faticosi negoziati tra gli Stati Uniti e i l Giappone sulle

esportazioni tessili giapponesi verso gli Usa si sono di nuovo interrotti, almeno

formalmente, dopo aver provocato viva irritazione in entrambi i paesi. Dato che

l'America e i l Giappone sono i paesi capitalisti economicamente più sviluppati del

mondo, questo conflitto — paragonabile soltanto a quello del periodo della grande

depressione — merita senz'altro una certa attenzione.

Esaminiamo in primo luogo i l contenuto della legge commerciale. Essa impo-

neva i l contingentamento delle importazioni negli Usa di tessili e calzature; fissava

sul piano legislativo i contingenti prima variabili del petrolio; rendeva possibile

il contingentamento di una gamma di circa 125 -altri prodotti tra cui gli autovei-

coli, gli apparecchi televisivi e le macchine da cucire, grazie al « meccanismo dello

scatto automatico »

(trigger mechanism) (1) ;

la legge prevedeva anche una clau-

sola in virtù della quale i monopoli americani potevano incanalare le loro esporta-

zioni attraverso un ente speciale, la Domosteic International Sales Corporation

(DISC), i cui profitti, per la parte relativa a tali esportazioni, sarebbero stati

esenti da imposte finchè ( ese) fossero stati trasferiti alla compagniamadre (2).

In secondo luogo, vediamo come si è arrivati a questa legge. Nel novembre

del 1969, furono presentate tre interpellanze che si richiamavano ad un paragrafo

del Trade 'Expansion Act del 1962. Per la prima volta, la commissione doganale

degli Stati Uniti scoprì, sulla base di dati incredibilmente evanescenti, che le cre-

scenti importazioni, dovute « in gran parte » alle concessioni rilasciate in virtù di

accordi commerciali (risalenti a 20-25 anni prima), costituivano « uno dei motivi

fondamentali » della riduzione dei posti di lavoro (circa 800) in tutti e tre i casi.

A qiiesto fatto si prestò allora poca attenzione, ma esso coincise con l'inizio di

lunghi e difficili negoziati tra gli Stati Uniti e i. principali paesi produttori di tessili

dell'Asia Orientale (Giappone, Taiwan, Sud Corea e Hong Kong); nell'intenzione

degli Stati Uniti, questi negoziati dovevano portare alla riduzione delle importa-

zioni di tessili negli USA.

E' mancata inoltre, fin dai tempi del Kennedy Round (1964-67), una appro-

( 1) Questo obbliga i l Presidente a introdurre i l contingentamento, o ad elevare le tariffe

doganali, di qualsiasi prodotto estero che si assicuri i l 15 per cento del mercato ameri-

cano, purchè i l settore industriale americano interessato possa comprovare di esserne dan-

neggiato e la Commissione Tariffaria degli Stati Uniti raccomandi l'intervento.

( 2 ) « La Comunità Economica Europea è ancor più preoccupata per la questione del DISC

degli stessi critici americani. Un funzionario della CEE ha dichiarato a Bruxelles che

anchequalora i l contingentamento delle importazioni venisse eliminato dalla Legge sul

Commercio, i l semplicè provvedimento del DISC sarebbe sufficiente a provocare « una

guerra doganale mondiale » (« Times », 4 dicembre 1970).

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