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semplice riprist ino dei vecchi meccanismi d i sviluppo che hanno dominato i l Paese;

infatti la tregua, in quanto atto proveniente dalla classe salariata, mette quest'ultima

nella migliore condizione d i forza per ottenere che s i faccia luogo a quella pol itica

economica a cui essa è massimamente interessata, cioè a quella politica che, agendo

su un meccanismo che ha ripreso i l suo movimento, lo indirizzi, mediante la program-

mazione del t ipo sopra definito, verso gl i obiettivi che sono i sol i che corrispondono

agli interessi del Paese e che, proprio attraverso l 'offerta della tregua, la classe sala-

riata, l'unica oggi i n grado d i farlo, verrebbe ad assumere come i

propr i

obiett ivi »

(pag. 243).

FIAT: DUE CONVEGNI E UN ACCORDO

I l convegno dei sindacati sulla FIAT (Torino, 25-26 maggio) concepito

nel quadro di una più vasta analisi delle attività finanziarie e industriali del

monopolio dell'auto e dell'economia italiana nel suo complesso, è stato espli-

citamente, per i l luogo e i l tempo scelti e per i temi affrontati, un « som-

mario » dei punti di vista della FIOM, della FIM e della UILM sulla vertenza

in corso, sulle lotte operaie in generale, sulla funzione del sindacato nella

società italiana.

Non si tratta di un « sommario » perentorio e inequivocabile come quello

del luglio dell'anno scorso, quando la revoca dello sciopero del 7 luglio, la

firma dell'accordo di deroga all'orario contrattuale e le posizioni prese dai

massimi dirigenti sindacali sulla produttività segnarono senza possibilità di

equivoco la chiusura del clima di lotta e del rinnovamento nei grandi sinda-

cati italiani e la ripresa della tendenza neocorporativa, gestionale, che è l'altra

faccia sempre presente, anche se talora eclissata, del sindacato i n Ital ia.

Queste del convegno di Torino, sono state parole e non atti politici. Si. tratta

però di parole che non vanno trascurate perchè gli atti politici verranno e,

salvo una improbabile fortissima ripresa di combattività operaia e- un impos-

sibile mutamento in senso favorevole agli operai degli equilibri politici del

paese, saranno coerenti con ciò che è stato detto a Torino. Tutt'al più gli

atti sararmeo meno efficaci di quanto le parole non promettano, come accade

sempre delle soluzioni essenzialmente ambigue, che sul piano del discorso si

qualificano facilmente, con aggettivi qualificativi appunto, mentre in pratica

vanno qualificate operativamente, Con altri atti, più difficili, che di rado ven-

gono precisati, compiuti quasi mai.

La piattaforma che i sindacati unitari hanno presentato a nome degli

operai alla dirigenza FIAT è molto impegnativa. Tanto da farne un banco di

prova della capacità del sindacato o della sinistra sindacale di indicare la via

su cui le lotte in fabbrica si avvieranno negli anni futuri. La piattaforma è

solo in parte risultato di una consultazione operaia; per la parte più caratte-

rizzante è i l risultato dell'elaborazione che da tempo vanno conducendo i

quadri sindacali soprattutto del nord e soprattutto de i sindacati metal-

meccanici.

Per questo è così sottile e così debole. La piattaforma discende dalla

consapevolezza della centralità -della divisione del lavoro nella fabbrica e nella

società capitalistica e della necessità d i modificare l a divisione esistente,

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