

semplice riprist ino dei vecchi meccanismi d i sviluppo che hanno dominato i l Paese;
infatti la tregua, in quanto atto proveniente dalla classe salariata, mette quest'ultima
nella migliore condizione d i forza per ottenere che s i faccia luogo a quella pol itica
economica a cui essa è massimamente interessata, cioè a quella politica che, agendo
su un meccanismo che ha ripreso i l suo movimento, lo indirizzi, mediante la program-
mazione del t ipo sopra definito, verso gl i obiettivi che sono i sol i che corrispondono
agli interessi del Paese e che, proprio attraverso l 'offerta della tregua, la classe sala-
riata, l'unica oggi i n grado d i farlo, verrebbe ad assumere come i
propr i
obiett ivi »
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FIAT: DUE CONVEGNI E UN ACCORDO
I l convegno dei sindacati sulla FIAT (Torino, 25-26 maggio) concepito
nel quadro di una più vasta analisi delle attività finanziarie e industriali del
monopolio dell'auto e dell'economia italiana nel suo complesso, è stato espli-
citamente, per i l luogo e i l tempo scelti e per i temi affrontati, un « som-
mario » dei punti di vista della FIOM, della FIM e della UILM sulla vertenza
in corso, sulle lotte operaie in generale, sulla funzione del sindacato nella
società italiana.
Non si tratta di un « sommario » perentorio e inequivocabile come quello
del luglio dell'anno scorso, quando la revoca dello sciopero del 7 luglio, la
firma dell'accordo di deroga all'orario contrattuale e le posizioni prese dai
massimi dirigenti sindacali sulla produttività segnarono senza possibilità di
equivoco la chiusura del clima di lotta e del rinnovamento nei grandi sinda-
cati italiani e la ripresa della tendenza neocorporativa, gestionale, che è l'altra
faccia sempre presente, anche se talora eclissata, del sindacato i n Ital ia.
Queste del convegno di Torino, sono state parole e non atti politici. Si. tratta
però di parole che non vanno trascurate perchè gli atti politici verranno e,
salvo una improbabile fortissima ripresa di combattività operaia e- un impos-
sibile mutamento in senso favorevole agli operai degli equilibri politici del
paese, saranno coerenti con ciò che è stato detto a Torino. Tutt'al più gli
atti sararmeo meno efficaci di quanto le parole non promettano, come accade
sempre delle soluzioni essenzialmente ambigue, che sul piano del discorso si
qualificano facilmente, con aggettivi qualificativi appunto, mentre in pratica
vanno qualificate operativamente, Con altri atti, più difficili, che di rado ven-
gono precisati, compiuti quasi mai.
La piattaforma che i sindacati unitari hanno presentato a nome degli
operai alla dirigenza FIAT è molto impegnativa. Tanto da farne un banco di
prova della capacità del sindacato o della sinistra sindacale di indicare la via
su cui le lotte in fabbrica si avvieranno negli anni futuri. La piattaforma è
solo in parte risultato di una consultazione operaia; per la parte più caratte-
rizzante è i l risultato dell'elaborazione che da tempo vanno conducendo i
quadri sindacali soprattutto del nord e soprattutto de i sindacati metal-
meccanici.
Per questo è così sottile e così debole. La piattaforma discende dalla
consapevolezza della centralità -della divisione del lavoro nella fabbrica e nella
società capitalistica e della necessità d i modificare l a divisione esistente,
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