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condizione che deve realizzarsi affinché, ent ro una tecnologia data, l'espan-

sione s i a l a p i ù rapida possibile ( « teorema dell 'autostrada ») (pag. 197).

A me sembra che

nessuna

d i queste conclusioni s i a accettabile. No n i l

punto 1) , perchè è Napoleoni a invertire, smithianamente, i l procedimento

di Sraffa, confondendo, come si è detto, un problema d i determinazione dei

rapporti d i scambio con quello, che a l u i sta a cuore, del la risoluzione i n

redditi dei rapport i d i scambio; non si tratta, inoltre, di prezzi

dat i

determi-

nati per al tra via ma di un

metodo

per risolvere i l sistema I , i n cui i prezzi

relativi e i l saggio del prof i t to sono incogni t i (Del la

non

indipendenza dei

due sistemi, si è detto in precedenza).

L'affermazione d i Napoleoni, secondo cui la distribuzione del lavoro nél

tempo costituirebbe un « elemento originario » d i costo che si aggiungerebbe

al lavoro complessivo (punto 2) appare assai singolare ( non l o è solo se

si ricorda come egli interpreta i l problema del la trasformazione): l e singole

quantità di lavoro « datate » descrivono, in modo univoco e indipendente dai

prezzi e dal la distribuzione, tecniche date; i l fat to che i prezzi non dipen-

dano (cioè siano ugual i al le) dal le quant i tà

complessive

d i lavoro impl ica

solo che le merci non si

scambiano

secondo i l lavoro incorporato. Ma è proprio

questo che giustifica l'esistenza stessa d i un problema d i trasformazione d i

valori i n prezzi. Vor rei osservare anche che f r a l a distribuzione del lavoro

nel tempo (che

non

è un tempo storico), e i l Tempo di Bohm-Bawerck inter-

corre, al contrario d i quanto sembra ritenere Napoleoni, una semplice asso-

nanza fonetica.

I l passaggio dal punto 2) a l punto 3) , evidentemente cruciale, sembra

particolarmente arduo (deriva infat t i da una confusione f ra dati e incognite).

Di esso non viene forni ta alcuna giustificazione. Dal la frase ci tata parrebbe

che Napoleoni sostenga: se i l saggio del prof i t to fosse pari a zero, le merci si

scambierebbero

secondo i l lavoro incorporato; poichè, se è maggiore di zero,

i prezzi, a par i tà d i lavoro complessivamente impiegato,

dipendono

anche

dalla distribuzione del lavoro nel 'tempo, è i l saggio del prof i t to a rendere

rilevante quell'« elemento originario» d i costo. I l che è quanto di re che nel

capitalismo c'è i l profitto, e che la

presenza

del profitto nei costi di produzione

implica

l'esistenza

di un « elemento originario)) d i costo, la distribuzione del

lavoro nel tempo. Dopo aver « capovolto » i l problema, Napoleoni perviene,

così, coerentemente, al la tesi degl i economisti « volgari » a cu i s i è accen-

nato i n precedenza.

Per quanto riguarda i l punto

4),

Napoleoni « salta » improvvisamente da

Sraffa a Von Neumann, cosa non solo de l t u t t o arbi trar ia, ma tanto p i ù

contraddittoria se si pensa che in precedenza Napoleoni aveva sostenuto che

ciò che « rendeva rilevante » la distribuzione del lavoro nel tempo, i n quanto

distinta

dal la quantità d i lavoro complessiva, era i l saggio del prof i tto. Ora

invece allude ad uno schema in cui, come nel caso della merce t ipo di Sraffa,

la presenza d i u n rappor to costante f r a i l l avoro impiegato i n ciascun

« periodo » r ispet to a l per iodo precedente

non

consente d i operare t a l e

distinzione.

Le conclusioni che mi sembra legittimo trarre dalla « riduzione » di Sraffa

sono esattamente opposte a quelle d i Napoleoni: l a presenza del prof i t to nei

costi d i produzione f a

apparire

i l «capitale » come una «fonte originaria »

di valore ( a t a l punto da indurre l o stesso Napoleoni a scoprire che nel la