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Nell'accordo Fiat questo è évidente a vari livelli. Uno, che resta ancora

il più ideologico, anzi i l più avveriiristico, è i l problema della ricomposi-

zione delle mansioni. I l sindacato da un lato e la Fiat dall'altro hanno molto

sbandierato la nuova linea di montaggio che verrà costruita a Cassino, dove

le fasi di un montaggio saranno un po' più lunghe (circa due minuti anzichè

uno). I l sindacato se n'è vantato come di un grosso passo avanti verso un

nuovo modo di fare l'automobile; la Fiat ha fatto notare la sua disponibilità

verso una nuova concezione del lavoro operaio purchè fosse compatibile con

uri certo livello d i produttività, magnificando ovviamente i costi che per

questo era disposta a sopportare, e che risultano invece essere estrema-

mente ridotti poichè anche quest'innovazione e la sua progettazione compor-

tano costi limitatissimi. Sarebbe molto maggiore i l costo d i riconversione

delle linee di montaggio esistenti perchè significherebbe, ad esempio, modifi-

care tutto i l sistema di convogliatori e di trasporti interni se le fasi della

linea di montaggio, ad esempio alla Fiat Mirafiori, dovessero mutare radical-

mente di durata. Questo è dunque un aspetto più propagandistico e ideologico

che reale.

Gli aspetti reali sono invece gli altri, quelli a breve scadenza: l a sotto-

lineatura della necessità che rivendicazioni sindacali e esigenze della produt-

tività siano compatibili si mostra anzitutto in quegli aspetti dell'accordo che

sono di realizzazione immediata. Ogni accordo che investa alcune questioni

normative, ha normalmente due aspetti: alcune voci che vengono realizzate

subito, rigidamente definite, e altre che sono invece delle aperture di contrat-

tazione più o meno permínente su certi aspetti. Per quanto riguarda le modi-

fiche introdotte immediatamente, si è avuto da un lato il prolungamento della

pausa di mensa, da trenta a quaranta minuti pagati, e dall'altro la conces-

sione d i pause individuali al le linee, che passano dai venti minuti sinora

concessi a quaranta minuti. Le modalità che presiedono a queste conces-

sioni sottolineano già i l rapporto tra rivendicazioni sindacali e esigenze di

utilizzazione degli impianti: le pause alle linee vengono concesse, però viene

abolita l a pausa collettiva, e vengono concesse pause individuali con rim-

piazzi. Quindi la continuità dell'utilizzazione degli impianti viene mantenuta,

e i dieci minuti in più concessi sulla mensa vengono recuperati attraverso

l'abolizione della pausa collettiva di dieci minuti. In realtà dieci minuti in più

o in meno alla Fiat costituiscono una cifra notevole, ma erano perfettamente

sostenibili. Ma l'importante per la Fiat sta proprio nella insistita sottolinea-

tura del principio dell'utilizzazione continua degli impianti e della possibilità

di individuazione di soluzioni con questo compatibili. Alla Fiat, i rimpiazzi

costeranno parecchio, ma si preferisce spendere su quelli piuttosto che conce-

dere i dieci minuti gratuiti. Non a caso nei posti dove dieci minuti in più di

mensa non vengono recuperati attraverso l'abolizione di una precedente pausa

collettiva, e cioè in tutte le lavorazioni non di linea, la Fiat si riserva di recu-

perarli attraverso l'effettuazione di ore straordinarie. Non è detto che lo farà

e può darsi che tecnicamente in certi casi questo le costerebbe più, ma ha

voluto comunque l'introduzione di questa clausola nell'accordo, e i sindacati,

con una lettera ufficiale le hanno riconosciuto questo diritto. Dunque già i l

modo in cui sono stati impostati e realizzati questi punti di attuazione imme-

diata dell'accordo mostrano con quale insistenza si sottolinei, con l'accordo

dei sindacati, che l'esigenza della piena utilizzazione degli impianti è una

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