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lata ( i l modello è stato interpretato da qualcuno (Hicks, Morishima del '65)

come un modello di sviluppo staliniano); e) non vi è progresso tecnico; f )

non vi sono importazioni nè esportazioni, nè vi è spesa pubblia: tutti i beni

impiegati devono essere stati precedentemente prodotti nel sistema, e tutti i

beni prodotti devono essere impiegati nel sistema.

Date queste ipotesi, Von Neumann dimostra che

se si assume che l a

produzione si espanda in tutti i processi produttivi e in ogni periodo allo

stesso saggio,

esistono dei processi a cui corrispondono sia prezzi positivi

che un saggio di espansione o di accumulazione (rapporto produzione i fattori

impiegati) che è i l massimo ottenibile nel sistema. Tale massimo saggio di

accumulazione è in certe condizioni (assenza di beni non impiegati diretta-

mente o indirettamente nella produzione di tutte le altre merci, come i beni

di lusso) uguale al saggio generale del profitto (rapporto profitti i costi

unitari). I l sistema si espande uniformemente a questo saggio, cioè tutt i i

processi ( o tutti i settori produttivi) s i accrescono allo stesso ritmo, così

che si mantengono immutati nel tempo sia i prezzi relativi che la composizione

della produzione.

Vorrei osservare che: 1) f ra tutte le possibili composizioni della produ-

zione che corrispondono ad un saggio uniforme di espansione,

ve n'è yna

che

corrisponde al

massimo

saggio uniforme di espansione. Come è stato rilevato

(Pasinetti, Champernowne) ciò comporta che la composizione della produ-

zione viene scelta su basi esclusivamente

tecnologiche;

i n nessun sen-

so plausibile, quindi, potrà dirsi ottimale sia perchè una diversa tecno-

logia darebbe luogo ad una composizione diversa non confrontabile con la

prima, sia perchè non si vede perchè il criterio dell'« ottimalità tecnologica »

debba essere superiore a qualsiasi altro criterio; la composizione scelta sulla

base di questo criterio tenderà a contenere in elevata proporzione beni « più

facili da produrre », mentre la presenza, nel 'paniere' di merci prodotte, di beni

«più difficili da produrre» rallenterà (per l'eternità) l'intero processo d i

espansione; 2 ) i l fatto che l a composizione della produzione si mantenga

costante nel tempo equivale ad assumere che nel sistema si produca

una sola

merce.

I n un mondo di questo tipo, sostenere, come f a Napoleoni, che i l

sistema sia finalizzato all'accumulazione (merceologicamente specificata) non

ha più senso che sostenere che esso sia finalizzato al consumo (merceologi-

camente specificato), poichè la stessa merce viene impiegata per l'uno e per

l'altro scopo; 3) i l saggio del profitto (e di espansione, se essi sono eguali)

del sistema di Von Neumann coincide con il massimo saggio del profitto del

sistema « tipo » di Sraffa (che, in questo autore, è una costruzione puramente

ausiliaria); in questo caso il saggio del profitto può essere determinato come

rapporto fra pluslavoro e quantità di lavoro incorporata nei mezzi di produ-

zione e nei beni, salario. E' quindi formalmente valida la teoria della deter-

minazione del saggio del profitto che Marx fornisce nel capitolo 9 del I I I

volume del Capitale. M i sembra contraddittorio rilevare, giustamente, l e

insufficienze della formulazione marxiana, servirsene per affermare che ciò

dimostra l'inesistenza dello sfruttamento nella società capitalistica, e accet-

tare poi uno schema in cui, date le particiolari ipotesi poste, quella formu-

lazione mantiene la sua validità; 4) non si vede quale rilevanza possa avere,

soprattutto in vista dell'immediata applicazione ai problemi reali che ne fa

Napoleoni, uno schema che si sviluppa

in assenza di progresso tecnico.

Ciò

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