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vertente su un altro Desiderio, considerato come tale, creerà pertanto, con

l'azione negatrice e assimilatrice intesa a soddisfarlo, un I o essenzialmente

diverso dall'Io animale » (pag. 380); « L'uomo che vuole — o deve lavorare —

deve reprimere l'istinto che l o spinge a « consumare » 'immediatamente'

l'« oggetto » bruto. E i l Servo può lavorare per i l Signore, cioè per un Altro,

solo reprimendo i propri desideri » (pag. 393); « Solo il Servo può trasformare

il Mondo che lo forma e lo fissa nella servitù, e creare un mondo da lui

formato in cui sarà libero. E vi riesce soltanto mediante i l lavoro forzato e

l'angoscia provata al servizio del Signore [reale o « sublimato »] ... Quel che

in f in dei conti realizza e rivela l'ideale dell'Autocoscienza autonoma, e ne

costituisce perciò la « verità » è dunque la Coscienza da prima dipendente,

servente e servile » (pag. 396).

Per quanto riguarda i l « capitale », Napoleoni distingue come si è accen-

nato, ma lo si vedrà meglio più avanti, il rapporto di produzione capitalistico

dalle sue caratteristiche privatistiche e borghesi, e considera i l primo, a

differenza delle seconde, come l '« accumulazione per se », e quindi come

« forma assoluta » « naturale » ed «eterna » (almeno finchè si mantenga la

definizione robbinsiana di scienza economica).

L'esigenza a i compiere tale distinzione t rae origine, m i sembra, da l

rifiuto — omogeneo con l a problematica filosofica . cui accennavo — della

nota tesi di Marx secondo cui la religione, la famiglia, lo stato, i l diritto ecc.

non sono che modi

particolari

della produzione. Poiché la religione, lo stato

ecc., sono, per Man , forme d i alienazione prodotte dal rapporto capitali-

stico d i produzione, l'abolizione d i quest'ultimo determina, con l'elimina-

zione del lavoro alienato (alienazione 'economica'), l'eliminazione d i tutte

le alienazioni. E chiaro che se invece si identifica l'alienazione con i l condi-

zionamento del bisogno ( o con l'arresto dello sviluppo dei bisogni), la fine

dell'alienazione è la fine di tale condizionamento (o di tale punto di arresto).

Sorge allora questo problema (che altrimenti non sorgerebbe): che rapporto

esiste f ra « capitale » e alienazione? Se si sostiene che l'alienazione (econo-

mica) dipende da alcune

proprietà

del « capitale » e non dal « capitale » stesso,

si può affermare che eliminando queste proprietà (pr iva tismo, egemonia

borghese) si elimina l'alienazione. Si può ancora continuare a sostenere che

l'eliminazione dell'alienazione economica determina la fine di tutte le altre

alienazioni; ma contemporaneamente si è affermata l'esistenza di un modo

generale

di produzione ( i l « capitale» puro) distinto da sue modalità parti-

colari, l'esistenza di uno Stato « puro », distinto da sue modalità particolari,

di. una religione « Pura » ecc.

In conclusione, a me non sembra sia possibile mescolare i l problema

dell'interpretazione di Marx con quello, che sta a cuore a Napoleoni, della

«ripresa del la filosofia dopo Marx ». I l prezzo pagato pe r l'operazione,

almeno nei termini in cui la conduce Napoleoni, è la deformazione integrale

del pensiero di Man .

Le magnifiche sorti e progressive del «capitole »

Nel secondo de i saggi dell'ultimo capitolo de l volume, Napoleoni s i

propone di dimostrare che: 1) l a definizione di « capitale » fornita da Marx

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