Table of Contents Table of Contents
Previous Page  27 / 276 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 27 / 276 Next Page
Page Background

(o sussistenza) fisica.

E difatti i l comunismo è i n primo luogo uscita dal

condizionamento dei bisogni della vita fisica, e in secondo luogo svolgimento

di attività rivolte a « fini liberi e incondizionati », e quindi « non necessari per

lo sviluppo umano ». (Non riferisco qui i tentativi di Napoleoni di conciliare

i testi di Marx con le opinioni di Marx-Napoleoni in tema di « negatività del

lavoro », pp. 161-165). Per uscire dal vicolo cieco in cui Marx-Napoleoni si è

ficcato, che porta da un lato ad affidare allo sfruttamento una funzione posi-

tiva, e dall'altro a negare l'esistenza dell'alienazione capitalistica, e quindi

l'esigenza della Rivoluzione, è necessario, sostiene Napoleoni, rifiutare l a

premessa iniziale: l'attività lavorativa umana non è di per sè alienata( non è

necessariamente negativo subire il condizionamento dei bisogni). Se si accetta

la « finitezza » dell'uomo ( i l « peccato originale »), s i giunge a concludere

che è

lo sfruttamento

(che) si badi, ora è i l consumo improduttivo)

la causa

dell'alienazione.

Infatti:

1) accettando la « finitezza dell'uomo » ( la « scarsità » dei mezzi

e l a limitatezza o determinatezza dei [mi ) l o sviluppo umano si presenta

come un processo illimitato e ininterrotto di estensione, attraverso i l lavoro,

dei mezzi e dei fini. I n ogni fase storica si propongono bisogni determinati

il cui soddisfacimento è la condizione per il passaggio ad altri bisogni « supe-

riori », a loro volta determinati e necessari per lo sviluppo umano. Non vi è

nulla di negativo, di « alienato », quindi, i n un'attività lavorativa rivolta al

soddisfacimento dei bisogni della vita fisica, poichè questa non è che una fase

attraverso cui è necessario passare nella •stona generale « dello sviluppo

umano (13); 2) i l lavoro, che di per sè non è alienato, lo diventa se questo

processo di sviluppo dei bisogni si interrompe; se ciò avviene, il lavoro rimane

ancorato a l soddisfacimento dei bisogni della sola vita fisica e non viene

indirizzato verso « fini superiori »; 3) lo sfruttamento, cioè la configurazione

sociale in cui vi sono individui che producono senza consumare al di là della

sussistenza, e individui che consumano senza produrre ( « l'operaio come

consumatore improduttivo sfrutta se stesso come produttore capitalistico »)

è appunto « quell'atto » che interrompendo i l processo illimitato di sviluppo

dei bisogni umani « ha limitato i l lavoro dei produttori al soddisfacimento

dei bisogni della vita fisica di loro stessi e dei loro sfruttatori » (pag. 167).

Quindi Io sfruttamento è negativo. La Rivoluzione è necessaria. Tanto

più che lo sfruttamento « avendo una causa ideale » (l'idea che i l lavoro sia

una negatività da cui bisogna uscire: un'idea che Napoleoni attribuisce a

tutta, o quasi, la tradizione del pensiero occidentale, dai greci a Marx) « non

è affatto necessario ».

Ma quali sono i rapporti fra sfruttamento e « capitale »? La società feudale

essendo finalizzata a l consumo « signorile », •non poteva includere a l suo

interno, fra i servi, con l'estensione del processo di accumulazione, i l mondo

degli « esclusi ». Di qui la sua crisi. I l « capitale » risolve la crisi estendendo

a tutti « la condizione servile », generalizzando l'alienazione (capitalistica) del

lavoro ( la « stessa borghesia che introduce nella storia i l capitale, lungi dal

pretendere per sè l'astensione dal lavoro, trova proprio nel lavoro l a sua

(13) Dal riconoscimento del la « finitezza » dell'uomo e del la « positività » de l lavoro

(formule affini, nelle loro implicazioni, alla concezione della « libertà come consape-

volezza della necessità ») discenderà, come si vedrà, senza troppe mediazioni, l'accet-

tazione della divisione e dell'organizzazione capitalistica del lavoro.

25